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Musk non vuole bitcoin, ma le Tesla cinesi vanno.. a carbone

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Il più grande produttore di auto elettriche del mondo non dovrebbe sapere come funziona una rete elettrica o un’auto elettrica? Lo speriamo, ma l’ultima incursione di Elon Musk nei commenti sulle criptovalute  fa riflettere. Pochi giorni dopo aver promosso Dogecoin al Saturday Night Live e aver chiesto ai suoi follower di Twitter se dovesse accettare pagamenti nel token digitale basato, uno dei maggiori sostenitori di BTC al Mondo ha cambiato clamorosamente idea.

Tesla “ha sospeso gli acquisti di veicoli utilizzando Bitcoin” a causa del rapido aumento del consumo di combustibili fossili, in particolare carbone, nelle sue operazioni di mining elettronico, ha scritto Musk in un tweet. La società non venderà i suoi $ 2,48 miliardi di partecipazioni, ma prevede di farlo usali “non appena il mining  passerà ad un’energia più sostenibile”, ha scritto.

La sua attesa rischia di essere lunga, molto lunga, e per vederlo basta dare un’occhiata a dove sono ancora collocate le maggiori attività di mining nel mondo.
 Fino a quest’anno, circa il 69% dei calcoli è stato effettuato in Cina, di cui circa la metà nella sola regione dello Xinjiang, nota per la produzione di energia dal carbone.  Anche la Mongolia Interna, un’altra regione alimentata a carbone, è leader nel mining di bitcoin, così come lo Sichuan e lo Yunnan alimentati dall’energia idroelettrica.

Però è troppo semplicistico dire che i bitcoin estratti in Sichuan sono più puliti, perché l’elettricità è fungibile. Se l’energia idroelettrica generata alla diga delle Tre Gole non viene utilizzata per produrre BTC, alimenterà invece case o fabbriche o treni ad alta velocità, riducendo così il mercato dell’energia a carbone. Di conseguenza, l’estrazione di valuta digitale non sta sostituendo altri consumatori di elettricità più verdi, ma si limita ad aumentare la domanda sulla rete, costringendo gli operatori a collegare più generatori per evitare blackout.

Questo è importante, perché oggi una delle maggiori fonti di emissioni incrementali di carbonio nel mondo è l’enorme flotta di nuove centrali elettriche a carbone in corso in Cina. A gennaio, erano in costruzione circa 88 gigawatt, secondo il Global Energy Monitor, un gruppo che spingeva per l’eliminazione graduale del carbone.

La Cina si è posta come obiettivo di costruire nuove centrarli a carbone almeno sino al 2025, aumentando notevolmente la propria dipendenza da questo combustibile, fissando il proprio, teorico momento di neutralità al carbonio, al 2060. Però l’elettricità è in minima parte usata per minare BTC. Per muovere un’auto elettrica ci vogliono circa 15 kwh per 100 km. Anche questa energia, in Cina, è prodotto dal carbone. Quindi Tesla, che produce e vende auto elettriche in Cina è responsabile delle aperture delle centrali a carbone!!

Quindi, caro Musk:

a) se vuoi transare BTC  con energia “Verde” devi aspettare il 2060. Il che, visti gli ultimi prezzi di BTC, ti dà anche un buon alibi per coprire perdite sul cambio;

b) se vuoi veramente essere “Verde” devi chiudere le fabbriche di Tesla, auto elettriche “A carbone”, in Cina..

 

 


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