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MPS : LA CONVERSIONE DEI BOND CON LA PISTOLA ALLA TEMPIA

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mps

Finalmente parte il piano di conversione di MPS per i Bond. Dopo essersi resi conto che il piano JP Morgan, con aumento di capitale per 5 miliardi da richiedere sul sul mercato era una mossa, diciamo così, azzardata, hanno ripiegato per la conversione “Volontaria” di alcune classi di bond.

Prima di tutto due parole sulla “Volontarietà” della conversione: quando i bond in questione sarebbero comunque coinvolti in un grande bail-in per l’irregolare capitalizzazione della banca possiamo ben capire che si tratta di una “Volontarietà” di facciata. Praticamente questi risparmiatori diventerebbero comunque azionisti, ma con le cattive e dopo una procedura BCE, per cui gli si è data la possibilità di fare il salto con un (piccolo) incentivo invece che in modo obbligato. Il significato di questa mossa è comunque sempre lo stesso: il piano di JP Morgan e di Morelli ha fallito completamente.

Ora vediamo le conversioni. La conversione è stata lanciata su 11 bond, e non è una vera e propria conversione, quanto una operazione di riacquisto condizionata alla sottoscrizione delle nuove azioni. L’operazione verrà resa possibile dalla delega all’aumento di capitale sino a 5 miliardi che verrà deliberata in occasione dell’assemblea ordinaria e straordinaria del 24 novembre 2016, che anche delibererà l’accorpamento 1 a 100 delle azioni (così non vedremo più il valore delle azioni MPS espresso in centesimi…).

Naturalmente i titoli in questione appartengono a classi di rischio (Tier) differenti, per cui si è dovuto dare tasso di conversione diversa a seconda della classe di rischio di appartenenza. I titoli più rischiosi, Tier 1 , saranno convertiti con un rapporto di conversione del 85%, quelli di classe Tier 2 alla pari, mentre ci sarà una categoria di titoli (non retail) che sarà convertita solo al 20%. 

Il valore dei titoli complessivi a cui è stata offerta la conversione è pari a 4,3 miliardi, di cui 2,1 in mano a clientela retail, cioè azionisti ordinari, mentre la delega per l’aumento i capitale arriva a 5 miliardi. Quindi rimane la possibilità per la banca di rivolgersi al mercato per completare l’aumento. Del resto non è probabile che tutti gli obbligazionisti sottoscrivano. Infatti questi possono:

a) Convertire in azioni, categoria più rischiosa di attività finanziarie, e vedendo il grafico delle quotazioni MPS la parola rischio prende un altro significato;

b) Tenersi i titoli sino alla scadenza, accendendo un cero a Sant’Ansano , patrono della città di Siena, e sperando non ci siano disastri;

c) Venderli sul mercato, prendendosi una sonora bastonata.

L’operazione viene poi complicata dalla assegnazione della famosa tranche di bond subordinati derivanti dalla cartolarizzazione delle sofferenze della banca di peggiore qualità (junior) agli azionisti: infatti, come previsto in assemblea, il sovrapprezzo azioni derivante dall’aumento di capitale sarà redistribuito ai soci , premiando quindi quelli vecchi, sotto forma di un bond collegato alla tranche junior degli NPL, cioè a quella parte delle sofferenze di peggiore qualità.  Che cosa se ne fa un sottoscrittore privato, un risparmiatore, di un titolo così incerto rimane un mistero. Probabilmente lo svenderà sul mercato facendo la gloria di qualche speculatore specializzato… Non era meglio dare in omaggio ai nuovi soci un panforte o una scatola di ricciarelli , a questo punto ?

Un’operazione confusa e complessa, in un mercato ancor più confuso ed incerto. Il giorno in cui JP Morgan ha varcato le porte di palazzo Salimbeni rimarrà scritto nelle più tristi cronache della banca.

 


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