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Mosca: cene freghiamo delle sanzioni UE sul petrolio. Venderemo altrove
Mosca ha reagito con tono di sfida al nuovo divieto parziale dell’Unione Europea sulle importazioni di petrolio russo, con un alto funzionario del Cremlino che ha dichiarato che il suo Paese si rivolgerà semplicemente ad altri importatori.
Al vertice del 30 maggio a Bruxelles, i leader dell’Unione Europea hanno deciso di porre un embargo sulla maggior parte delle importazioni di petrolio russo nel blocco entro la fine del 2022, come parte del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.
Ursula Von der Leyen, capo del ramo esecutivo dell’Unione Europea, ha dichiarato che la mossa taglierà circa il 90% delle importazioni di petrolio dalla Russia al blocco entro la fine dell’anno, mentre Charles Michel, capo del Consiglio dell’Unione Europea, ha affermato che l’accordo copre oltre due terzi delle importazioni di petrolio dalla Russia.
Mikhail Ulyanov, rappresentante permanente russo presso le organizzazioni internazionali a Vienna, ha reagito alla decisione con un tweet critico.
“La Russia troverà altri importatori. Da notare che ora contraddice la sua stessa dichiarazione di ieri. Un cambio di mentalità molto rapido indica che l’Unione Europea non è in buona forma“, ha scritto Ulyanov. Praticamente la Russia se ne infischia delle sanzioni russe e ritiene di poter vendere tranquillamente il petrolio altrove. Del resto sia Cina sia India continuano a comprare il petrolio russo in abbondanza.
As she rightly said yesterday, #Russia will find other importers. Noteworthy that now she contradicts her own yesterday’s statement. Very quick change of the mindset indicates that the #EU is not in a good shape. https://t.co/MEtjlphv2U
— Mikhail Ulyanov (@Amb_Ulyanov) May 30, 2022
La Von der Leyen aveva inizialmente sminuito le possibilità di una svolta al vertice, ma i leader hanno raggiunto un compromesso dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha pronunciato un discorso video in cui li esortava a porre fine alle dispute interne e a concordare un pacchetto di sanzioni “efficace” che includesse il petrolio.
Sinora l’accordo era sytato bloccato dal veto ungherese, che dipende per il 60% dal petrolio importato via oleodotto dalla Russia. Escludendo gli oleodotti si è superato il veto ungherese.
L’Unione Europea dipende fortemente dalle importazioni di energia dalla Russia, da cui riceve circa il 40% del gas naturale e il 25% del petrolio. L’embargo petrolifero riguarda le importazioni di petrolio russo nell’UE via mare, che rappresentano circa il 90% delle importazioni di petrolio nel blocco. Un altro 10 per cento che viene consegnato via oleodotto è esente, come richiesto dall’Ungheria.
“Torneremo presto sulla questione del restante 10 percento di petrolio trasportato tramite oleodotti”, hanno dichiarato Michel e Von der Leyen in una dichiarazione congiunta durante un briefing dopo il vertice.
Il sesto pacchetto di sanzioni espelle anche Sberbank, la più grande banca russa per patrimonio, dal sistema di pagamento internazionale SWIFT.
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