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Morire di sete per troppa liquidità: il pericoloso paradosso dei mercati moderni.

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nouriel roubini

I vari QE hanno riversato sul mercato una marea di liquidità. Si calcola che la BCE riversi dai 14 ai 60 miliardi di euro mensili , per un programma totale che arriverà ai 1000 miliardi di euro, una cifra da dilettanti rispetto alla Fed che si calcola abbia introdotto sui mercati 4000 miliardi di dollari. Questa mare liquida è stata poi incrementata dalla presenza di operazioni simili compiute dalla Bank of England , dalla Banca centrale Giapponese e da altri istituzioni bancarie centrali

Quindi in teoria dovremmo avere mercati molto “Sicuri”, in grado di fronteggiare schock senza nessun problema e con una elevata elasticità, ma è stato effettivamente così?

Numerosi eventi mostrano invece un notevole nervosismo ed una notevole rigidità dei mercati, sia azionari sia dei titoli. Abbiamo avuto episodi di “Flash crash” a partire dal  2010 e possiamo ricordare  gli ultimi episodi che hanno colpito nell’ottobre 2014 i T-bond americani ed a maggio 2015 i mercati europei.

I mercati sembrano illiquidi, nonostante l’enorme iniezione di liquidità ed i tassi che ormai hanno raggiunto quasi lo 0 o sono addirittura negativi per alcuni casi nella UE ed in Giappone.  Come possiamo spiegare qusta combinazione di “Marco Liquidità” e di illiquidità ?

Nouriel Roubini recentemente ha affrontato questo problema , fornendo alcune spiegazioni plausibili.

1) HFT, high frequency traders, che utilizzano algoritmi e programmi per effettuare le proprie numerosissime transazioni, e quindi hanno la tendenza a muoversi in branco, dato che poi, alla fine, questi algoritmi tendono inevitabilmente a convergere. A prova di ciò vi è il fatto che le transazioni si concentrano nella prima e nell’ultima ora di apertura del mercato. Questo movimento di massa provoca forti variazioni come risposta ad eventi minimi.

2) Titoli a reddito fisso come bond nazionali oppure corporate bond sono spesso trattati in sezioni del mercato non aventi liquidità pari a quella dei mercati azionari, se non addirittura fuori dal mercato (OTC).

3) Molto spesso questi titoli a reddito fisso sono detenuti da fondi di investimento aperti, che permettono l’uscita in tempi brevissimi, Abbiamo quindi la pericolosa situazione in cui uno strumento liquido investe in uno illiquido, sottoponendo quest’ultimo alla possibilità di fortissime fluttuazioni.

4) Fino al 2008 i titoli a reddito fisso erano detenuti essenzialmente da banche o da altre istituzioni liquide, in grado di far fronte ad eventuali eccessi di volatilità con proprie risorse. Per motivi di regolamentazione questi titoli ora sono soprattutto in possesso di altri operatori, per cui le banche non intervengono più con una funzione di stabilizzazione.

Quindi questi fattori conducono ad una situazione estremamente pericolosa, in cui i mercati si possono muovere in una direzione senza che vi siano spinte contrarie a bilanciarli. Sinora questo fenomeno ha portato solo a flash crash di breve periodo, ma ciò che è preoccupante è che nessun strumento messo in campo da parte delle banche centrali appare in grado di evitare eventuali crisi future: infatti l’introduzione nuova liquidità non farà che aumentare la massa di manovra del mercato, rendendo la sua spinta ancora più forte. Le banche centrali ci comporterebbero come colui che, per salvare una persona che sta affogando in un vasca, versasse nella stessa ancora più acqua.

Una situazione estremamente pericolosa che potrebbe portare a rovinosi crash in futuro.

 

 

 


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