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Moneta (minibot e CCF): le Fake News.

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Il Corriere della Sera sta facendo e diffondendo fake news sui minibot di Claudio Borghi A confondendoli con i buoni fiscali (CCF o moneta fiscale) di Marco CattaneoStefano Sylos Labini, Massimo Costa e Biagio Bossone, Gennaro Zezza e imbrogliando le carte come fanno sempre i media quando si tratta di moneta. Perché i padroni del vapore, cioè dei soldi, non vogliono in circolazione surrogati della moneta a corso legale, visto che già ne usano e abusano le banche private, in particolare il cartello delle banche specialiste di titoli di stato, quando creano dal nulla moneta scritturale prestandola agli Stati (e ai privati). Con un gioco di scritture contabili, come spiegato qui.

Immagine correlataNell’articolo del Corriere dell’altro ieri, si parla di minibot, come se fosse moneta parallela, mentre sono titoli – obbligazioni- dello Stato che sostituirebbero, e liquiderebbero il debito dello Stato nei confronti di famiglie e aziende. Titoli circolabili. Contrariamente ai CCF, moneta fiscale, non sarebbero ditribuiti a pioggia a famiglie e imprese come scrive il giornalista, a meno che il progetto dei minibot nel frattempo non sia cambiato, ma sarebbero attribuiti unicamente a quelle famiglie e imprese creditrici nei confronti dello Stato, e per un importo massimo di 25000 euro per soggetto. Una timidissima misura, pavida e simbolica, per dimostrare a chi sta morendo di crediti verso lo Stato, che lassù non sono così disumani. Il colmo è che per una misura così minima e sensata, si scatenino i mastini del potere, che utilizzano i sofismi. Attenzione non s’ha da fare! Mescolarla con la più coraggiosa iniziativa della moneta fiscale, che una manina invisibile ha tolto a suo tempo dal programma del M5S, rileva della solita mistificazione e retorica falsaria.

Tutto il gioco attualmente con il governo – minacciato di “neurale” – e i sedicenti “mercati”, che non sono altro che l’oligopolio della moneta (una decina di fondi di investimento con sede in Delaware), si sta giocando su questo tema: il nuovo governo consentirà o meno di continuare a tirare sulla corda dell’usura e del debito per saccheggiare l’Italia – a vantaggio di quei fondi – o si azzarderà di fare un’inversione di tendenza immettendo strumenti di pagamento supplementari? No, perché sappia il neogoverno che se si azzardasse a difendere il popolo dalla depredazione in atto oramai da decenni (almeno dalla riunione sul Britannia nel 1992, coincisa con gli attentati a Falcone e Borsellino e tangentopoli), le agenzie di rating stanno già affilando i coltelli, cioè stanno già minacciando di:

1. aumentare lo spread, cioè il prezzo dei nostri titoli di Stato che renderanno la moneta di cui si rifornisce lo Stato, e noi, molto più cara di quanto non lo sia attualmente e rispetto alla Germania e agli altri paesi dell’eurozona;

2. sottinteso, ricorrere a quella utilizzata per il golpe a Berlusconi nel 2011: di non comprarci più i bot cct e quindi lasciarci a secco di moneta;

3. altra minaccia sottintesa, utilizzata contro la Grecia allo scoppio della crisi: il mancato rifornimento in banconote alle banche territoriali, banconote che furono negate ai soli residenti greci, non ai turisti, per un’estate intera.

4. farci finalmente finire nelle grinfie di FMI-troika con indebitamento massiccio, conditionalities e commissariamento del paese, non più larvato ma sfacciato e ufficiale.

Tutte minacce e azioni possibili in quanto abbiamo ceduto progressivamente qualsiasi sovranità a un oligopolio di banche dealer, spacciatrici in titoli di stato (cartello dealer e elenco ufficiale Tesoro), lista che la Cannata approva due volte l’anno: si tratta dell’elenco delle maggiori banche mondiali, in particolare di quelle che controllano direttamente o indirettamente la Federal Reserve, a loro volta controllate da quella decina di fondi di investimento con sede in Delaware (https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2017/05/12/tre-soli-gestori-detengono-40-societa-quotate-usa/, https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2011/12/06/monti-riveli-che-cosa-ha-fatto-al-bilderberg-n-forcheri/), il massimo paradiso fiscale al mondo, e che controllano pure le 500 maggiori multinazionali al mondo.

Il Corriere continua con le fake news laddove scrive che i minibot sarebbero “titoli di Stato in piccolissimi tagli che i cittadini si possano scambiare”, vero, e che ciò “equivale di fatto a cercare di creare una moneta parallela all’euro. Può funzionare? Sul piano giuridico no, perché in Italia e in altri 18 Paesi la Banca centrale europea ha il monopolio di emissione della moneta”.

Fake New poiché la BCE, è vero, ha ufficialmente il monopolio di emissione di cartamoneta e monetine metalliche, definite moneta a corso legale, ma le banche commerciali si sono appropriate incostituzionalmente del diritto di emettere moneta scritturale e spacciarla per moneta a corso legale, prova ne sia il referendum di Moneta Intera in Svizzera il 10 giugno prossimo per chiedere ai cittadini se si o no vogliono tornare a una moneta pubblica a corso legale – controllata unicamente dalla Banca centrale –  (in tal caso le banche commerciali emetterebbero strumenti monetari dichiaratamente privati e non a corso legale) o se siano d’accordo di continuare a permettere alle banche commerciali di emettere surrogati monetari spacciandoli per moneta a corso legale.

Fake News, perché i minibot e i ccf sarebbero strumenti di pagamento monetari a corso NON legale e come già riferito da Daniel Gros, direttore del Ceps gruppo di lavoro e consulenza della Commissione europea su euro e politica monetaria, in merito alla proposta di CCF e alla proposta di moneta parallela lanciata a settembre scorso da Berlusconi, l’emissione di moneta a corso facoltativo da parte di autorità pubbliche NON è contraria ai Trattati i quali parlano di monopolio della BCE in moneta a corso legale, dagli stessi definita come banconote e monetine metalliche. Con  un silenzio tombale sulla moneta creditizia, o moneta scritturale, bancaria: il 95% di tutta la moneta circolante.

La chicca è quando il giornalista Fubini scrive: “All’estero poi non vorrebbero neanche vedere «banconote» simili: non si paga il gas russo in «minibot».”

Ma se noi emettissimo una moneta a corso facoltativo spendibili dai turisti per le loro vacanze in Italia, siamo sicuri che non l’accetterebbero?

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E massimo dei paradossi: se facessimo accordi con Putin, su pipeline e rifornimento di gas, siamo veramente sicuri che non accetterebbero tale moneta per comprarci il gas russo?

Non vi ricorda niente, gli accordi con Putin?

Nforcheri 13/5/2018


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