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Minsk: un vertice inutile? (di Nino Galloni)

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Come da previsioni, non è uscito gran che dal vertice di Minsk (anzi, Putin si è presentato perché Obama, il giorno prima, questa volta consigliato un po’ meglio, aveva abbassato i toni ricattatori): un cessate il fuoco, al massimo, che non si sa come si farà rispettare; una zona franca che non risolve il problema; forse la cosa più importante del vertice, vale a dire l’eliminazione delle armi pesanti. Le questioni cruciali, infatti, non potevano esser risolte da un vertice del genere: la non adesione dell’Ukraina alla Nato è un problema di sovranità nazionale che i “nazionalisti” ukraini potranno sollevare in qualsiasi momento; idem, i territori indipendenti a est che, ben difficilmente, verranno decisi fuori da un summit internazionale. E qui la difficoltà a riunire quello che dovrà essere il vertice mondiale del futuro con i BRICS, prima che questi ultimi completino i loro iter decisionali interni al proposito, ovvero che un conflitto determini i nuovi equilibri. L’assenza dell’Europa ed il ripristino del vecchio equilibrio tra gli eterni contendenti (Germania e Francia) sigla un momento di ulteriore debolezza se non la fine di un’idea di Europa che, non basandosi sulla solidarietà ed il rispetto, ma sui Trattati del tutto irrazionali progredisce verso un vuoto che potrà esser colmato solo dal recupero di sovranità nazionale, nella speranza, appunto, che questa volta non prevalga la logica del “mors tua vita mea”, ma qualcos’altro.

Nino Galloni


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