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Minnesota: l’iceberg della frode miliardaria che fa tremare i Democratici (e il welfare USA)

Minnesota, l’FBI scoperchia il sistema: frodi miliardarie sul welfare usate per comprare voti? Patel indaga su asili fantasma e coperture politiche di alto livello.

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Sta esplodendo alle stelle quello che potrebbe essere ricordato come uno dei più grandi scandali di frode sui fondi pubblici nella storia recente degli Stati Uniti. Il Minnesota, roccaforte democratica e laboratorio di politiche progressiste, è l’epicentro di un terremoto giudiziario che intreccia sussidi COVID, asili fantasma, reti di riciclaggio internazionale e, cosa ancor più grave, sospetti di massicce frodi elettorali.

Kash Patel, il nuovo direttore dell’FBI, non ha usato mezzi termini. Intervenuto domenica scorsa, ha definito lo scandalo “Feeding Our Future” – una frode da 250 milioni di dollari già accertata – solo la “punta dell’iceberg” di uno schema molto più vasto, ramificato e inquietante. La narrazione di un semplice “errore burocratico” è crollata: siamo di fronte a un saccheggio sistematico delle casse federali che potrebbe mostrare miliardi di dollari spostate nelle tasche di un gruppo di frodatori seriali, nel maggior scandalo, forse, della storia americana.

L’antifona: 250 milioni di dollari in fumo

Tutto è iniziato con l’indagine Feeding Our Future. Durante la pandemia, il governo federale ha inondato gli stati di liquidità per garantire i pasti ai bambini indigenti. In Minnesota, un gruppo di “imprenditori” ha visto l’opportunità della vita.

I numeri, nudi e crudi, fanno spavento:

  • 250 Milioni di Dollari: La cifra sottratta ai contribuenti americani in questo primo filone.
  • 78 Incriminazioni: I soggetti già colpiti dalla giustizia.
  • 57 Condanne: Sentenze già emesse.
  • 120.000 Dollari: La somma in contanti usata in un tentativo grottesco di corrompere un giurato. Una mancetta, viste le cifre in gioco.

Il meccanismo era semplice quanto brutale: creare onlus e società fittizie, dichiarare di aver nutrito migliaia di bambini inesistenti e incassare l’assegno. Ma, come sottolinea Patel, questo era solo l’inizio, perché sta emergendo molto, moltissimo di più.

Il vaso di Pandora: asili fantasma e il video virale

L’annuncio di Patel arriva sulla scia di un’indagine indipendente condotta dal giornalista Nick Shirley, il cui video su X (Twitter) ha superato le 76 milioni di visualizzazioni in 48 ore. Shirley ha fatto quello che, a quanto pare, gli auditor statali non sono riusciti a fare: è andato sul posto.

Il video mostra una realtà sconcertante: centri per l’infanzia, strutture per l’autismo e servizi di assistenza domiciliare che, sulla carta, ricevono milioni di dollari di fondi pubblici, ma che nella realtà appaiono deserti, chiusi o con un’attività minima. In un solo giorno, Shirley e un investigatore privato hanno visitato diverse attività legate alla comunità somala del Minnesota, scoprendo un flusso di pagamenti “altamente discutibili” per 110 milioni di dollari. Le strutture erano in gran parte inattive durante gli orari di punta.

Il Vero Obiettivo: Il Bancomat Elettorale e le Coperture Politiche

Qui arriviamo al cuore pulsante – e più oscuro – della vicenda. Perché un’amministrazione statale avrebbe dovuto ignorare segnali così evidenti di frode? La risposta che emerge dalle indagini federali e dalle accuse dei repubblicani è agghiacciante: i soldi dei contribuenti non servivano solo per arricchire i singoli, ma per finanziare una macchina elettorale.

Lo schema ipotizzato è quello di un perfetto do ut des. I fondi pubblici venivano erogati a pioggia, senza controlli, a leader di comunità e organizzazioni fittizie. In cambio, questi “mediatori” garantivano pacchetti di voti massicci durante le elezioni, spesso sfruttando le maglie larghe del voto per corrispondenza e le pratiche di ballot harvesting (raccolta voti), molto diffuse e chiacchierate in Minnesota. Questo stato ha concesso ai migranti, non cittadini, di ottenere facilmente la patente con la quale possono garantire l’iscrizione alle liste elettorali di otto persono, lo stesso giorno del voto. Il sospetto di enormi frodi elettorali è ovvio. 

Il denaro rubato, quindi, diventava benzina per le campagne elettorali. Si sospetta che parte dei proventi illeciti sia ritornata nelle casse della politica locale sotto forma di donazioni a candidati compiacenti o sia stata usata per finanziare operazioni di mobilitazione del voto nelle comunità chiave. Questo spiegherebbe le coperture politiche: fermare la frode avrebbe significato chiudere il rubinetto dei voti e dei finanziamenti.

Non è un caso che il tentativo di corruzione di un giurato (con ben 120.000 dollari in contanti, portati in una borsa regalo Hallmark) sia avvenuto proprio per cercare di salvare i vertici di questo sistema. La disperazione nel tentare di insabbiare il processo rivela quanto alta sia la posta in gioco: se cade la rete finanziaria, rischia di crollare l’intera infrastruttura di potere che ha governato lo stato negli ultimi anni. Le “mura stanno crollando”, come avverte il deputato Comer, non solo sui truffatori, ma su chi li ha protetti per tornaconto elettorale.

La “Connection” Somala e il Terrore dell’FBI

Il New York Times, non certo un covo di suprematisti, ha riportato che, secondo le forze dell’ordine, questi schemi di frode sono proliferati in parti della comunità somala del Minnesota. Christopher F. Rufo ha rincarato la dose: i fondi potrebbero essere stati dirottati verso reti terroristiche estere.

La risposta federale è stata massiccia:

  • FBI: Kash Patel ha confermato l’invio di risorse investigative supplementari.
  • Homeland Security (DHS): Si parla apertamente di denaturalizzazione e deportazione per i colpevoli.

Tim Walz e il silenzio dei “Mainstream Media”

Il governatore Tim Walz (D) è nell’occhio del ciclone. Un gruppo di oltre 480 dipendenti statali (Minnesota Staff Fraud Reporting Commentary) accusa Walz di essere “responsabile al 100%”. Le accuse sono pesanti: mancato intervento, ritorsioni contro i whistleblower e depotenziamento dell’Ufficio del Revisore Legislativo. Mentre i repubblicani come Tom Emmer e JD Vance attaccano, la difesa del governatore appare debole. Il sospetto è che il lassismo non fosse incompetenza, ma una strategia politica deliberata.

La Fine della Narrazione Facile

L’aspetto più rilevante non è solo lo spreco di denaro, che  avrebbe dovuto stimolare l’economia reale e fornire servizi ai cittadini, non finanziare il crimine, ma il crollo della protezione mediatica. Con 250 milioni di dollari rubati,, identificati solo nelle prime fasi dell’inchiesta,  e un legame sempre più evidente tra welfare deviato e frodi elettorali, la narrazione del “razzismo” contro chi indaga non regge più. Le mura si stanno chiudendo su un sistema che ha usato i soldi dei cittadini per comprare il potere.


Domande e risposte

Qual è il legame tra le frodi finanziarie e lo scandalo elettorale? Si sospetta che i fondi pubblici sottratti tramite i programmi di welfare (come Feeding Our Future) siano stati utilizzati per finanziare una vasta macchina di “raccolta voti” (ballot harvesting). Il denaro, riciclato attraverso donazioni politiche o pagamenti diretti a leader comunitari, avrebbe garantito pacchetti di voti fedeli ai politici che chiudevano un occhio sui mancati controlli, creando un circolo vizioso di corruzione e potere.

Perché si parla di coperture politiche da parte dell’amministrazione Walz? Numerosi whistleblower (dipendenti statali) hanno denunciato di aver segnalato le frodi molto presto, ma di essere stati ignorati o addirittura puniti dai vertici dell’amministrazione Walz. L’accusa è che il governo statale abbia deliberatamente depotenziato gli organi di controllo e ignorato gli audit per non interrompere il flusso di denaro che, indirettamente, sosteneva la loro base elettorale e il consenso politico in aree chiave.

Cosa sta facendo l’FBI per contrastare questo fenomeno? L’FBI, sotto la direzione di Kash Patel, ha inviato risorse straordinarie in Minnesota e sta collaborando con la Homeland Security. Oltre a perseguire i singoli truffatori per frode e riciclaggio, l’indagine punta a smantellare l’intera rete (“seguire i soldi”), inclusi i legami con il terrorismo estero e le possibili connessioni con la corruzione politica e giudiziaria, come dimostrato dall’arresto per il tentativo di corruzione di un giurato.

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