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Minibot e certificati di credito fiscale: la forza dei poteri finanziari contro il diritto

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Il pezzo di Davide Gionco pone in luce come anche le norme di contabilità nazionale europee prevedono crediti di imposta che non vengono a ricadere in un singolo esercizio, ma possono essere riportati su una pluralità.

Buona lettura

di Davide Gionco

 

Le recenti dichiarazioni di Mario Draghi, attuale presidente della BCE, di Ignazio Visco, attuale governatore della Banca d’Italia, e di tutti i lacchè che hanno dato loro credito sono spudoratamente false.

Proprio in un documento ufficiale di Eurostat si scrive che:

On the contrary, if the tax credit carried forward is non-payable, the amount effectively used to pay less tax in each accounting period would be recorded as reducing tax revenue, the remaining amounts being carried forward and recorded as reducing tax revenue in subsequent accounting periods.

Al contrario, se il credito di imposta differito non è pagabile, l’importo effettivamente utilizzato per pagare meno tasse in ciascun periodo contabile verrebbe registrato come riduzione del gettito fiscale, i restanti importi vengono riportati e registrati come riduzione del gettito fiscale nella contabilità successiva periodi.

Il che significa che eventuali minibot o certificati di credito fiscale non sono un debito attuale, secondo il diritto e le disposizi0ni tecniche adottate da Eurostat.

Quello che nessuno ci spiega è che nell’Unione Europea non vigono il diritto, la buona tecnica economica e la democrazia, ma vige la legge del più forte.
L’Italia in Europa è stata da tempo messa all’angolo con l’obiettivo di essere sbranata da dei predatori più forti di lei.
Draghi & c. lo sanno e non perdono occasione per ribadirlo.
In Italia ancora in troppi non lo hanno capito e sono convinti di essere nel mondo dei sogni “europei”.
Sarebbe invece ora che se ne prendesse atto e che si agisse di conseguenza, quantomeno per mettersi al riparo da questi  predatori,

 


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