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Minerali critici: il Canada si sveglia, lancia 6,4 mld e il “Buyers’ Club” per bypassare la Cina
Il Canada lancia un piano strategico da 6,4 miliardi di dollari per assicurarsi grafite e terre rare. Designati come “essenziali per la difesa”, Ottawa crea un “Buyers’ Club” con gli alleati (G7 e Italia inclusa) per contrastare il monopolio cinese e garantire le filiere produttive.

L’Occidente, o almeno una sua parte, cerca di reagire allo strapotere cinese sulle materie prime. Il Canada ha mosso un pezzo importante sulla scacchiera, annunciando un piano per sbloccare la bellezza di 6,4 miliardi di dollari (4,6 miliardi di dollari USA) destinati a 25 nuovi investimenti nel settore dei minerali critici. Il focus è su materiali ormai vitali: grafite, elementi delle terre rare (REE) e scandio.
Ma la notizia non è solo economica, è strategica. Ottawa ha fatto un passo che in molte capitali europee si sogna da tempo: i minerali critici sono stati designati ufficialmente come “essenziali per la difesa e gli interessi nazionali canadesi” dando una effettiva priorità.
Come ha spiegato il Ministro delle Risorse Naturali, Tim Hodgson, a margine di una riunione dei ministri dell’Energia e dell’Ambiente del G7 a Toronto, questa designazione non è solo simbolica. Permetterà al Paese di avviare un proprio regime di stoccaggio strategico per la difesa e di supportare gli sforzi multilaterali. Finalmente qualcuno che parla di “interesse nazionale” e “stoccaggio” senza timori reverenziali.
Il Primo Ministro Mark Carney, del resto, aveva già aperto un “Major Projects Office” (Ufficio Grandi Progetti) proprio per accelerare le procedure su energia e miniere.
Il “Buyers’ Club” del G7 contro il monopolio
Il Canada, ovviamente, non si muove da solo. Hodgson ha annunciato accordi di offtake (acquisti garantiti a lungo termine) e co-investimenti con nove paesi alleati e partner industriali. L’elenco è significativo: Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Norvegia, Stati Uniti, Australia e persino l’Ucraina. Praticamente il Canada punta ad essere il fornitore stabile e affidabile del blocco Occidentale.
L’obiettivo, tramite la “Critical Minerals Production Alliance” e il “G7 Critical Minerals Action Plan”, è chiaro: “mobilitare capitali, forgiare partnership internazionali e usare ogni strumento… per costruire catene di approvvigionamento resilienti, sostenibili e sicure”, ha dichiarato Hodgson.
Il Ministro ha poi aggiunto, con una punta di ironia che la dice lunga, di riferirsi scherzosamente a questa alleanza come al “Buyers’ Club” (il Club dei Compratori). Un club esclusivo per chi non vuole più dipendere dai capricci di Pechino.
La mossa di Ottawa, infatti, non arriva a caso. Segue la decisione della Cina, ad aprile, di imporre restrizioni all’esportazione su sette elementi delle terre rare. Sebbene Pechino abbia recentemente sospeso nuovi freni all’export, il gigante asiatico controlla ancora circa il 90% della raffinazione mondiale di terre rare e della produzione di magneti permanenti. E le restrizioni di aprile, intanto, restano in vigore.
Accordi importanti per la differenziazione della produzione delle terre rare sono stati conclusi anche con società australiane, con tanto di intervento diretto dello stato federale USA.
I progetti concreti (e c’è anche un po’ d’Italia)
Il piano canadese non è fatto di sole chiacchiere, ma di progetti concreti e accordi industriali già siglati. L’accelerazione impressa dal governo punta a rendere il Canada un leader nella “economia globale”.
Ecco alcuni degli investimenti e delle partnership più rilevanti annunciati:
- Nouveau Monde Graphite: La società ha firmato accordi di offtake per la grafite della sua miniera Matawinie (Quebec) con il governo canadese, con la giapponese Panasonic e con il trader Traxys (Lussemburgo).
- Rio Tinto: Accordo di offtake con il Canada per la produzione di scandio nel suo impianto di Sorel-Tracy (Quebec). Il Canada Growth Fund effettuerà un investimento in royalty (simile all’equity) per circa 25 milioni di dollari.
- Vianode (Norvegia): Lettera di interesse per un massimo di 500 milioni di dollari da Export Development Canada per l’impianto di grafite sintetica della società norvegese in Ontario. Anche la Germania supporta l’operazione con una garanzia all’export fino a 300 milioni di dollari.
- Ucore Rare Metals: Ottawa ha accettato condizionalmente di investire fino a 36,3 milioni di dollari nell’impianto di lavorazione della Ucore a Kingston, Ontario.
- Northern Graphite: La società canadese ha firmato una lettera d’intenti per un accordo di offtake e toll processing (lavorazione conto terzi) con l’italiana Alkeemia.
- Torngat Metals: Accordo di offtake e collaborazione tecnologica con la società francese Carester per la produzione e la lavorazione di elementi di terre rare.
L’obiettivo finale: NATO e sovranità
Il governo canadese è stato chiaro: lo stoccaggio di minerali critici serve a rafforzare le capacità interne in settori strategici, proteggendo la produzione nazionale “in condizioni globali volatili” (un chiaro eufemismo per “guerra commerciale”).
Ma c’è di più: l’obiettivo è sostenere la sovranità canadese nell’Artico e far avanzare gli obiettivi di deterrenza e difesa della NATO, espandendo la capacità transatlantica. Perché, che piaccia o no ai fautori del “mercato globale”, le catene di approvvigionamento di domani sono la vera difesa di oggi.
Domande e risposte
Perché il Canada sta facendo questo investimento proprio ora?
La mossa è una risposta diretta alla crescente dipendenza dell’Occidente dalla Cina, che controlla quasi il 90% della raffinazione delle terre rare. Pechino ha già usato questa leva imponendo restrizioni all’export. Il Canada (e il G7) cerca di diversificare le forniture per proteggere le proprie industrie (difesa, green tech, elettronica) e ridurre la vulnerabilità geopolitica. È una questione di sicurezza nazionale ed economica.
A cosa servono grafite, scandio e terre rare?
Sono fondamentali per la tecnologia moderna. La grafite è cruciale per le anodi delle batterie (veicoli elettrici). Le terre rare (come neodimio o disprosio) sono indispensabili per i magneti permanenti usati nelle turbine eoliche, nei motori elettrici, ma anche in smartphone, hard disk e sistemi di difesa (radar, missili). Lo scandio è usato per creare leghe di alluminio leggerissime e super-resistenti, impiegate nell’aerospazio e nella difesa.
Cosa intende il ministro con “Buyers’ Club”?
È un termine ironico usato dal ministro Hodgson per descrivere la “Critical Minerals Production Alliance” del G7. Invece di farsi concorrenza a vicenda sul mercato, le nazioni alleate (come Canada, USA, Italia, Giappone) si coordinano per mobilitare capitali e garantire acquisti a lungo termine (offtake) dai produttori non-cinesi. È un “club di compratori” che unisce le forze per creare un mercato alternativo e più sicuro, riducendo il potere contrattuale dei monopoli attuali.









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