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EconomiaFinanza

Michael Burry “chiude la baracca”: addio alla gestione dei fondi di terzi. Che succederà alla sua scommessa contro la AI?

Michael Burry chiude Scion AM agli investitori e si cancella dalla SEC. Resa sull’Intelligenza Artificiale o mossa strategica per operare nell’ombra? Il protagonista de “La Grande Scommessa” vede una nuova bolla.

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Michael Burry, l’uomo che vide arrivare l’apocalisse dei mutui subprime quando il resto del mondo ballava sul Titanic, ha deciso di fare un passo indietro. O forse, semplicemente, di scendere dal palco per continuare a operare dietro le quinte. Il protagonista reale de “La Grande Scommessa” (reso iconico al cinema da Christian Bale) ha annunciato la liquidazione del suo fondo Scion Asset Management per gli investitori esterni.

La motivazione ufficiale? Un classico del “Burry-pensiero”: la sua valutazione dei fondamentali non corrisponde più alla follia dei mercati attualiSe non si crede più al gioco, meglio non giocare.

Il fatto: Scion AM chiude le porte

Secondo una lettera datata 27 ottobre e trapelata online, Burry ha informato i partecipanti del fondo che restituirà il capitale entro la fine dell’anno. Non solo: Scion AM non è più registrata presso la SEC (l’ente regolatore statunitense).

Ecco i punti salienti della decisione:

  • Restituzione del capitale: I soldi tornano agli investitori esterni.
  • De-autorizzazione: Cancellazione dal registro dei consulenti finanziari. Il fondo ufficialmente muore.
  • Il motivo: “La mia stima del valore degli asset non è in linea con i mercati, e non lo è da tempo”. Non vale neanche più la pena di giocare al ribasso, “Shortando”, cosa che, comunque, costa.

Seguendo il famoso detto di Keynes, evidentemente teme che il mercato sia talmente irrazione che non potrà restare liquido quanto il mercato irrazionale. Quindi meglio chiudere.

2008 vs 2025: La storia si ripete?

Per chi segue le cronache finanziarie, questo déjà-vu è potente. Nel 2008, Burry bloccò i riscatti per impedire ai clienti di fuggire proprio mentre la sua scommessa contro i mutui stava per pagare. Subì minacce e pressioni enormi, ma ebbe ragione.

Oggi la situazione è diversa nella forma, ma identica nella sostanza: Burry vede una bolla. Questa volta il nemico non è il mercato immobiliare, ma l’esuberanza irrazionale legata all’Intelligenza Artificiale.

Situazione 2008 (Mutui Subprime)Situazione 2025 (Intelligenza Artificiale)
Strumento: CDS sui mutuiStrumento: Posizioni “Short” (Put)
Bersaglio: Banche e ImmobiliareBersaglio: Nvidia e Palantir
Reazione mercato iniziale: ScetticismoReazione mercato attuale: Euforia cieca
Mossa di Burry: Blocca i prelieviMossa di Burry: Restituisce i soldi e “sparisce”

Burry ha 17 anni in più: chi glielo fa fare di inziare un’altra guerra con gli investitori, magari per mesi, prima che la bolla scoppi? Meglio chiudere, o almento questa è la sua spiegazione.

Resa o mossa strategica?

È facile leggere questa mossa come una resa: il mercato è rimasto irrazionale più a lungo di quanto Burry sia rimasto solvente (o paziente). Tuttavia, una lettura più tecnica e maliziosa suggerisce altro.

Uscendo dalla gestione di capitali di terzi e cancellandosi dalla SEC, Burry ottiene un vantaggio tattico fondamentale: la privacy.

  • Non dovrà più compilare il Modulo 13F, che rendeva pubbliche le sue posizioni trimestrali.
  • Non dovrà più giustificare la volatilità di breve termine a clienti ansiosi.

È molto probabile che Burry non abbia smesso di credere nel crollo di Nvidia o Palantir. Semplicemente, ora potrebbe scommetterci contro con i suoi soldi, senza dover subire la gogna mediatica o le pressioni degli investitori che non comprendono la sua visione di lungo periodo. Come ha scritto lui stesso citando il suo alter ego cinematografico: “Le cose si sono sistemate allora. Le cose si sistemeranno adesso”.

In un mercato drogato di liquidità e narrazione tecnologica, l’ultimo vero “orso” torna nella sua tana. Ma non è detto che abbia smesso di graffiare.

Sempre che, abbia, ovviamente, ragione.

Domande e risposte

Perché Michael Burry sta chiudendo il fondo Scion AM agli investitori esterni?

Burry ha dichiarato che le sue valutazioni fondamentali degli asset non corrispondono più ai prezzi attuali di mercato. In sostanza, ritiene che il mercato sia irrazionale e sopravvalutato, rendendo difficile gestire denaro altrui secondo i suoi rigidi parametri di valore. Preferisce restituire il capitale piuttosto che seguire trend che considera pericolosi o insostenibili, liberandosi così dalla pressione di dover performare in un contesto che non comprende o non approva.

La chiusura del fondo significa che Burry ha smesso di investire o di scommettere al ribasso?

Non necessariamente. La deregistrazione dalla SEC riguarda la gestione di fondi per conto terzi. Burry può continuare a investire il proprio patrimonio personale attraverso la struttura societaria esistente. Anzi, questa mossa gli permette di operare senza l’obbligo di comunicare pubblicamente le sue posizioni (tramite il modulo 13F), garantendogli la privacy necessaria per mantenere o incrementare le sue scommesse ribassiste contro l’IA senza il giudizio del pubblico o dei clienti.

Quali sono le posizioni più rischiose che Burry stava mantenendo prima della chiusura?

Il gestore aveva aperto posizioni “corte” (scommesse al ribasso) contro i colossi dell’Intelligenza Artificiale, in particolare Nvidia e Palantir. Burry vede in questo settore una nuova bolla speculativa simile a quella del 2008 o delle dot-com. Nonostante il mercato continui a premiare questi titoli spinto dall’entusiasmo per l’IA, Burry ritiene che le valutazioni siano scollegate dalla realtà economica e dai profitti futuri realizzabili.

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