Attualità
Ho cestinato il modulo di offerta per l’UNICEF: non voglio avere il dubbio di dare i soldi alla famiglia Renzi (invece di salvare i bambini)
Ho letto recentemente l’articolo de ilfattoquotidiano.it: il pezzo sembra impeccabile, incontrovertibile, i soldi dell’UNICEF sembrano davvero essere stati impropriamente versati al cognato di Renzi. Per una volta voglio pensare che i giornali dicano la verità; o meglio, applicando il criterio della massima cautela, voglio evitare di avere il dubbio che versando i soldi all’UNICEF io faccia ricca la famiglia di Matteo Renzi (che nel caso non ne ha bisogno oltre che titolo). [in copertina altro articolo, ecco il LINK].
Lecita dunque la mia presa di posizione, leggete cosa dice il fattoquotidiano.it, da paura. Or dunque, visto che sembra che le indagini siano in corso (ma quando finiscono i processi in Italia? I giudici dovrebbero darsi una mossa, non è permettendo che il giudizio venga prorogato all’infinito – come si vorrebbe con la riforma della prescrizione – che si risolve il problema dei processi infiniti in Italia …) io aspetterò che sia scritta la parola fine – anche giudiziaria – su questa vicenda.
Ovvero, nel mentre all’UNICEF non verserò più un cent, quanto meno fino a quando non sarò certo che i bambini i soldi eventualmente versati da me li ricevano davvero.
Certo, c’è da vergognarsi che certe cose siano anche solo teoricamente possibili, nel caso che un parente di un ex primo ministro possa prendere i soldi destinati ai bambini pagati come contributi all’UNICEF dai privati cittadini. O meglio, delle due una:
o i giudici hanno sbagliato ad incolpare – anche implicandolo mediaticamente – la famiglia dell’ex sindaco fiorentino e dunque qualche magistrato dovrà rispondere anche di tasca propria per i danni di immagine causati alla famiglia Renzi (terribili);
o qualcuno della famiglia Renzi deve andare in galera!
Peccato, sigh, che in Italia i magistrati che sbagliano non debbano pagare di tasca propria per i loro errori (civilmente), nemmeno in caso di dolo o colpa grave, al contrario di cosa succede di norma negli altri paesi occidentali. Pensate ad esempio al caso di Diego Curto’, colui che assieme alla moglie Antonia Di Pietro fece impropriamente fallire Montedison 20 e passa anni fa grazie ad una tangente pagata non si sa bene da chi (furono i francesi, indirettamente, che poi la comprarono a basso prezzo? Ndr): Curto’ andò in galera, sì, per poco più di un anno in cella singola e TV a colori (come riportava la stampa dell’epoca), ma non dovette rifondere i danni civili causati dalla sua decisione impropria che fece fallire Montedison. Causando a termine il licenziamento di decine di migliaia di persone….
E poi qualcuno mi critica se consiglio ai giovani di scappare via dall’Italia a gambe levate! Che le pensioni dei vari politici italiani e di quelli come Curto’ le paghino coloro che hanno contribuito ad affondare il paese, non le nuove generazioni! (anche avendo in mente casi come questo io e mia moglie decidemmo che nostro figlio non avrebbe avuto il passaporto italiano*….)
MD
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* se nostro figlio vorrà la cittadinanza italiana, la acquisirà di sua sponte: io e mia moglie lo stiamo crescendo insegnandogli che, nel caso, lo Stato italiano dovrà meritarsi la sua appartenenza, di mio figlio intendo – e non viceversa, visto che uno o più passaporti al tempo lo/li avrà già -. Infatti la cittadinanza è preziosa e dunque non deve ne’ essere regalata ne’ diventare una condanna al pubblico e global ludibrio (per colpa ad esempio della tragica immagine data da alti rappresentanti dello Stato di riferimento).
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