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MI CONTROLLI L’ODIO

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A volte uno si chiede cosa ha fatto l’Italia di male per meritarsi un ministro della giustizia come Andrea Orlando. Poi

gli viene in mente che, forse, si tratta degli stessi peccati per cui ci siamo meritati un sottosegretario come Maria

Elena Boschi oppure un ministro dell’istruzione come la Fedeli o un presidente della camera come la Boldrini. Un

cattolico ci risponderebbe che è un disegno divino, che non riusciamo a cogliere i benefici dell’insieme  perché ci

soffermiamo sui dettagli di contorno e che alla fine – in un modo provvidenzialmente manzoniano che la nostra

debole mente non riesce ad apprezzare – tutto volgerà per il meglio. Un cultore delle filosofie orientali sarebbe più

pragmatico e concorderebbe con Francesco Gabbani: si tratta di karma. Tali e tanti sono i peccati delle nostre

repubbliche precedenti che ora dobbiamo scontarli tutti in una volta. E giacché siamo stati veramente cattivi

potrebbe pure darsi che, al prossimo giro di giostra, ci tocchi in sorte di nuovo Renzi o di nuovo Berlusconi oppure, le

colpe essendo micidiali,  un fritto misto di entrambi sotto forma di Grossa Coalizione. Ma abbandoniamo per un

attimo l’indagine metafisica sulle cause e concentriamoci sulla fisica degli effetti. Quindi ritorniamo ad Andrea

Orlando il quale ha avuto la bella pensata di affidare alle ONG la tutela della Verità e della Correttezza del dibattito

sul web. Come vestali del nuovo patriziato, esse vigileranno sui contenuti del cazzeggio digitale plebeo. E

segnaleranno ai colossi multinazionali della rete ogni discorso divergente rispetto alla Versione Unica Consentita

onde condurre una crociata salvifica contro la “retorica dell’odio”. Ora, non pretendiamo che Orlando colga

l’inquietante affinità della faccenda con gli psico-reati di un romanzo di Orwell, cioè con la censura di tutti i pensieri

non allineati alla monocultura del politicamente corretto. Però il ministro dovrebbe almeno spiegarci perché affidare

proprio alle ONG il compito di trasformare la Rete in una rete di contenimento. Egli non lo farà, perché non lo sa,

quindi ci proviamo noi. Le ONG sono – già nel nome – le sentinelle perfette del totalitarismo futuro: organizzazioni

non’ governative, vale a dire ben distinte e ben distanti da qualsiasi governo, ossia dalla quintessenza di ogni

istituzione democratica. Eppure hanno già un potere immenso. Tipo quello di fare da moto-taxi, coi loro barconi, a

chiunque (per qualsiasi motivo) desideri approdare nel raccoglitore differenziato di varia umanità chiamato Italia.

Non hanno regole, non tollerano divieti, ma esigono accoglienza in terre rigorosamente altrui. Sono ‘non’

governative, quindi al di sopra e al di fuori della legge. Sono sovranazionali e quindi coccolate e vezzeggiate da tutti

gli stra-poteri forti – Soros in testa – che  intendono marciare a tappe forzate verso una mondializzazione senza

bandiere. Sono altresì in sintonia totale con le mega-corporations vogliose di divorare il globo. Affidargli il compito

di disinfettare internet (con la scusa della sterilizzazione dell’odio) da chi la pensa in modo dissidente è come

incaricare un gatto di mettere ordine in una colonia di criceti. Per questo al nostro Ministro della Giustizia piacciono

un sacco: perché loro fanno gli interessi di altri. E perché lui non è ‘nostro’.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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