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Mercato Vs Governo: scontro di titani in Cina

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la giornata di oggi (o di ieri..7/7) a Shanghai non è passata neppure male : solo -1,29 al composite.

sh7-7

il che ha quasi del miracoloso, visto che il mercato è stato chiuso per un bel po’ di tempo per eccesso di ribasso. Chiuso ieri sopra i 3775.91 , oggi le cose stavano andando veramente male, con l’abbattimento al ribasso della soglia psicologica del  3600 (minimo 3585) per poi essere chiuso e riprendersi in riapertura e finire a 3727.

Un miracolo ? beh non proprio, visto che l’intervento dello Stato cinese è risultato massiccio e, secondo i metri occidentali, estremamente invadente. La banca centrale ha gettato palate di fondi ad una serie di società finanziarie statali affinchè queste comprassero i fondi e quindi, come d’incanto, un gruppo di “Investitori indipendenti”  è stato convinto a  buttare sul mercato 18 miliardi di dollari per acquisti, salvando la giornata..

Che dire, ormai siamo ad una sorta di lotta del Governo , quindi del Partito, contro il mercato.  Normalmente quando un mercato azionario cresce di oltre il 120-140% in un anno il governo non si preoccupa troppo della sua deflazione,in quanto la considera un fattore ordinario, nella logica delle cose. Questo però non succede in Cina, e vi è una vera e propria lotta del potere politico contro le forze del mercato per mantenere le quotazioni sopra un certo livello. Le motivazioni sono essenzialmente due :

a) la protezione di tanti piccoli investitori entrati  per la prima volta , erano entrati nel mercato per le blandizie dei media governativi;

b) il Governo confidava nell’utilizzo del mercato azionario come strumento per riuscire a modernizzare molte aziende precedentemente statali attraendo investimenti interni e stranieri e confidando in cinque/sei anni di crescita costante per completare il processo. Invece la crescita è stata folle, ma è durata solo un anno ed ha colto molte di queste aziende o a metà del guado o proprio agli inizi.

Per questi motivi il governo sta intervenendo in modo pesantissimo, ma questo non farà altro che creare probabilmente problemi di debito nei confronto di chi ha investito, come moltissimi operatori, con soldi presi a prestito a costi inizialmente bassi. Inoltre si producono distorsioni fra grandi società, che godono di questi aiuti, e piccole società che invece sono lasciate in pasto al mercato. La storia ci insegna che crisi gravissime sono iniziate proprio con questo incrocio fra prestiti finanziari ed investimenti a rischi. Senza contare che, secondo un report di Societè Génèrale, la perdita del PIL Cinese stimata per la crisi di Borsa sarà, allo stato attuale , fra lo 0,5 e lo 1 %. Il mercato non si batte, neppure se ti chiami Partito Comunista Cinese.


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