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Crisi

LE MENZOGNE SULLO SPREAD. NON FACCIAMOCI PRENDERE IN GIRO! (di Giuseppe PALMA)

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Venerdì 27 febbraio 2015. Su tutti i mezzi di informazione e i social network impazza la notizia che lo spread BTP/BUND è sceso sotto i 100 punti base (98). Non accadeva dal 2010.

Giudizi trionfalistici si sprecano nei telegiornali e talk show; politici della maggioranza parlamentare e ministri fanno a gara per complimentarsi con il Presidente del Consiglio; alcuni giornaloni nazionali si spingono addirittura oltre il buon senso affermando che è tutto merito del Jobs Act… e chi più ne ha, più ne metta!

Non riesco a capire come si possa giungere a fare una tale cattiva informazione, tanto più che – al di là della totale assenza di qualsiasi nesso di causalità – i decreti attuativi del Jobs Act non erano ancora neppure entrati in vigore. Insomma, tutti acriticamente balzati sul carro del vincitore con un grido comune: “W il Presidente!” (mi sembra di ricordare una scena di Fantozzi mentre lui e Filini apprendono in sala mensa dell’invito a casa del direttore per un torneo di biliardo: “E’ un graaaan direttore!…”.

Bene. Sappiate che tutto quello che avete sentito in TV o letto sui giornaloni in questi ultimi giorni è il frutto di un’informazione fatta da giornalisti supinamente allineatisi al Pensiero Unico Dominante, quindi alla dittatura eurocratica e alle sue derivazioni nostrane.

Sapete quanti posti di lavoro ha creato e creerà lo spread sotto i 100 punti base? ZERO!

Sapete di quanti centesimi diminuirà il costo del caffè al bar sotto casa? ZERO!

Sapete quanti euro in più troverete a fine mese in busta paga? ZERO!

Lo spread così basso (relativamente basso) consentirà allo Stato di risparmiare solo 1-2 mld € di interessi sul debito. Null’altro! ZERO posti di lavoro in più!

 

Adesso vi spiego come stanno le cose nella realtà.

Che cos’è lo spread? Lo spread BTP-BUND è il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e il rendimento dei titoli di Stato tedeschi. Importante: lo spread si forma sul mercato finanziario secondario, quindi in relazione ai titoli già in circolazione (cioè transazioni tra privati che non influiscono direttamente sulla finanza pubblica) e non a quelli oggetto delle aste mensili indette dal Tesoro (mercato finanziario primario). Ciò detto, per dirla con altre parole, lo spread non porta a quantificare l’onere che lo Stato sostiene per il servizio del debito: quest’ultimo, infatti, si forma esclusivamente sul mercato primario. A tal proposito, sul ricatto/imbroglio dello spread, è stato volutamente costruito una sorta di terrorismo finanziario e mediatico di proporzioni gigantesche, tant’è che in nome dello spread sono stati sacrificati Governi nazionali eletti democraticamente, sostituiti con Governi voluti – se non addirittura imposti – dai grandi interessi sovranazionali che nulla hanno a che vedere con gli interessi del popolo.

Nel novembre del 2011, sotto una forte pressione straniera (Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale, tutti sotto la regia tedesca) ben appoggiata al nostro interno (giornaloni che invitavano a “fare presto”, il tutto sotto la regia del nostro Presidente della Repubblica), il Governo Berlusconi IV è costretto a dimettersi. Dico bene, costretto! L’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 9 novembre nominava senatore a vita, non si sa per quali “altissimi meriti”, il prof. Mario Monti, preceduto dal suo curriculum: bocconiano doc, ex commissario europeo e consulente della Goldman Sachs. Era un “pizzino” a Berlusconi: te ne devi andare e sarai sostituito da Monti, che appoggerai in Parlamento tappandoti orecchi, occhi e bocca, altrimenti salti tu con tutte le tue aziende!

Nel frattempo, il 14 ottobre 2011, il Governo Berlusconi – a seguito di una verifica parlamentare – aveva ottenuto la fiducia alla Camera con 316 voti, vale a dire la maggioranza assoluta!

Ma ormai la democrazia costituzionale non contava più nulla: l’UE e i gruppi di potere sovranazionali (e nazionali) avevano deciso che un Governo democraticamente eletto doveva cadere. E così fu.

Un mirato (e non casuale) attacco finanziario/speculativo nei confronti del nostro Paese aveva portato lo spread BTP/BUND a salire di mese in mese fino a raggiungere il livello di 574 punti base e chiudere a quota 553. Era il 9 novembre 2011. I soliti giornaloni e TV nostrane (tranne qualche eccezione) continuavano – sin dal mese di maggio – a bombardare quotidianamente l’opinione pubblica di scenari catastrofici imminenti (non c’era trasmissione di approfondimento politico nella quale non si parlava di questo maledetto spread). Era davvero la fine? Tutt’altro, ma i mercati sovrani e l’oligarchia sovranazionale avevano deciso così. Bisognava sospendere la democrazia e sostituirla con l’aristocrazia finanziaria ed eurocratica, altrimenti l’Euro sarebbe imploso, e ciò non conveniva (e non conviene) a quei criminali (dico bene, criminali) che hanno ideato questa moneta unica che costringe ciascuno Stato dell’eurozona ad andarsi a cercare la moneta (a tal proposito, leggete uno dei miei articoli sull’Euro: https://scenarieconomici.it/i-gravissimi-aspetti-criticita-delleuro-spiegati-mia-figlia-anno-giuseppe-palma/).

Monti era l’uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto.

Ciò detto, sapete quant’è costata allo Stato, in soldoni, tutta la “bomba nucleare” dello spread? Non ci crederete: l’intero cataclisma degli spread nel 2011, in termini di servizio del debito, è costato allo Stato italiano appena 5 mld di euro in più rispetto all’anno precedente. Si sono abbattute la democrazia costituzionale e la sovranità popolare per poco più di un punto percentuale di IVA. Sembra pazzesco, ma è la realtà! Tuttavia, bisognava terrorizzare il popolo con notizie tanto forti quanto false, quindi Mario Monti – emanante profumo d’incenso – affermò che si rischiava di non avere a disposizione nemmeno i soldi per pagare le pensioni. Una menzogna tra le più vergognose degli ultimi duemila anni! Dovete sapere che la spesa pubblica nel 2011 è stata di 798,5 mld di euro, di cui 170 mld per gli stipendi dei dipendenti pubblici e 244 mld per le pensioni. Ma se gli spread nel 2011 sono costati allo Stato appena 5 mld di euro in più rispetto al 2010, perché Monti & C. facevano “terrorismo mediatico”? La risposta la lascio a ciascuno di voi. Sapete quanti posti di lavoro si sono persi per diretta conseguenza dello spread sopra i 500 punti base? ZERO! Dico bene, ZERO!

Il popolo, tuttavia, credette alle menzogne di Monti ben supportate dall’informazione di regime. Ho fissa negli occhi l’immagine dell’automobile che portava Silvio Berlusconi al Colle per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato, mentre un popolo inconsapevole gridava: “Li-ber-tà! Li-ber-tà!”. Per dirla proprio tutta, quello sarà il momento in cui – scherzo beffardo del destino – la libertà e la democrazia inizieranno a morire. Dal novembre 2011 in poi (cioè da Monti in avanti) ha avuto inizio lo smantellamento della nostra bellissima Costituzione: dal diritto al lavoro (vedesi la riforma Fornero del 2012 e il recente Jobs Act) al principio democratico (l’ultima volta che gli italiani hanno scelto democraticamente chi doveva ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei ministri è stato l’aprile 2008); dalla libertà nelle piccole attività quotidiane (vedesi la dittatura fiscale introdotta da Monti e proseguita con Renzi, quindi ad esempio il divieto di utilizzo del denaro contante dai 1.000 euro in su per qualsiasi tipo di transazione, e poi spesometro, redditometro, controlli sui c/c dei cittadini etc…) alla sospensione de iure (dico bene, de iure) del principio keynesiano della piena occupazione di cui agli artt. 1 co. I e 4 della Costituzione (vedesi, a tal proposito, la vile costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio di cui all’art. 81 Cost. che un Parlamento sordo e schiavo ha modificato nel 2012, il tutto sotto il ricatto dei mercati e dei diktat imposti da Bruxelles, da Francoforte e dal Governo di casa nostra).

E non voglio entrare troppo nel merito né fare polemiche inutili, ma si rende necessario un ultimo appunto: lo spread BTP/BUND, benché in lieve ma costante calo dal dicembre 2011 al luglio 2012, tornò a salire vertiginosamente il 20 luglio 2012 quando superò nuovamente quota 500 punti base. Chi c’era al Governo il 20 luglio 2012? Proprio lui, il prof. Mario Monti, l’uomo della Troika accolto da tutti (anche dal popolo) come l’unico in grado di poter salvare il Paese. Vi ricordo che sarà proprio il Governo Monti a sottoscrivere il Fiscal Compact (2 marzo 2012), e sarà proprio quella medesima maggioranza parlamentare che lo sosteneva (maggioranza bulgara tipica dei colpi di Stato) ad inserire in Costituzione (modificando l’art. 81 Cost.) il vincolo del pareggio di bilancio (a tal proposito, leggete il mio articolo sulla vile costituzionalizzazione del predetto vincolo: https://scenarieconomici.it/incompatibilita-art-1-costituzione-pareggio-bilancio-giuseppe-palma/).

 

Tutto ciò la dice lunga sui crimini commessi in quel periodo ai danni dei principi supremi della Costituzione e della sovranità popolare, e che oggi si portano a compimento. Siamo giunti – utilizzando una terminologia infelice – alla “soluzione finale”!

 

Ciò premesso, in nome dei mercati sovrani, degli spread e della dittatura europea, dal 2011 in avanti in Italia si sono sacrificati e si stanno tutt’oggi smantellando:

1) il diritto al lavorointeso come diritto sul quale si fonda la Repubblica (non esiste la Repubblica italiana se essa non può fondarsi sul lavoro) – sancito dagli artt. 1 co. I, 4 (inseriti, non a caso, nei Principi Fondamentali), 35 e segg. della Costituzione (inseriti nella Parte I). In pratica, per dirla con parole semplici, da Monti in avanti l’obiettivo è il seguente: non potendo sfruttare la leva della svalutazione monetaria, per essere competitivi si sta cercando di svalutare il lavoro sia attraverso la riduzione dei salari che tramite la totale libertà di licenziamento (la Riforma Fornero e il Jobs Act vanno entrambi in questa direzione);

2) il principio democratico (siamo giunti ormai al terzo Presidente del Consiglio consecutivo non eletto dal popolo: Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi);

3) la sovranità popolare di cui all’art. 1 co. II della Costituzione (esercitata, dal 2006 ad oggi, da un Parlamento di nominati i cui componenti – quanto meno quelli eletti con il premio di maggioranza previsto dal Porcellum – siedono illegittimamente in entrambe le Camere nonostante la dichiarata incostituzionalità dello strumento che ha consentito la loro elezione);

4) la struttura istituzionale dello Stato disegnata dall’Assemblea Costituente (benché io stesso ritenga necessaria una revisione della Parte II della Costituzione, tant’è che ne ho liberamente elaborato un progetto di riforma, penso che questa non possa avvenire per mano di un Parlamento di nominati che siedono in entrambe le Camere per effetto di una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Consulta).

 

Tutto è avvenuto – ed avviene – nell’apparente rispetto della Costituzione formale, ma nel palese soffocamento e nel totale svuotamento della Costituzione materiale.

 

L’Ancien Régime – spazzato via dalla Rivoluzione francese – è rientrato prepotentemente dalla finestra, e in questi ultimi 200 anni ha rinnovato le sue vesti ed affinato i suoi strumenti, adeguandoli ai tempi.

 

Venerdì 27 febbraio 2015: lo spread BTP/BUND è finalmente sceso sotto i 100 punti base.

Esulta popolo. Esulta!

 

 

Giuseppe PALMA


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