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Mentre quelli del Pd accusavano Salvini di razzismo, a lanciare le uova erano proprio i loro figli (di Giuseppe PALMA)

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Pier Paolo Pasolini, in una lettera ad Alberto Moravia, si diceva preoccupato di come qualcuno paventasse un pericolo fascista in assenza di fascismo. Pasolini era preoccupato soprattutto perché quel tipo di pericolo (inesistente) serviva unicamente per distrarre le masse dai veri problemi del Paese.

Oggi come ieri. Di fronte agli indiscutibili successi del ministro dell’interno Matteo Salvini nel campo della lotta al business dell’immigrazione, la sinistra radical-chic, ormai distante anni luce dai lavoratori e dai diritti sociali, s’è inventata un inesistente pericolo di razzismo. Sit-in davanti a Montecitorio e annuncio di una manifestazione a settembre. Nel mentre Salvini veniva strumentalmente additato come responsabile di alcuni fatti sporadici ma ben gonfiati dai media. Qualcuno si è anche spinto ad accusare di neo-nazismo il ministro dell’interno.

Uno dei fatti più eclatanti è quanto accaduto a Daisy Osakue, l’atleta ferita gravemente ad un occhio dal lancio di un uovo. Presto Pd e LeU hanno denunciato questo fatto come conseguenza delle politiche anti-immigrazione di Salvini, gridando ad un fantomatico pericolo razzista.

Ma oggi si scopre, grazie all’intervento dei carabinieri, che a lanciare le uova non sono stati tre neo-nazisti, bensì tre cretini che hanno pure dichiarato di aver “agito per goliardia“. E uno di loro, scherzo del destino, è addirittura figlio di un consigliere comunale di Vinovo, capogruppo del Partito democratico.

Insomma, le menzogne del Pd sono miseramente cadute al palesarsi della verità. Le menzogne di quello stesso Pd che fino a pochi minuti fa accusava Marcello Foa di fakenews.

I nostri lettori sapranno giudicare.

Giuseppe PALMA

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