Politica
Meloni non è diventata improvvisamente democristiana

Ma davvero Giorgia Meloni ha “svoltato” al centro? Possibile che la stessa donna che arringava le folle in Piazza San Giovanni con il suo ormai celebre slogan “Io sono Giorgia” si sia in un certo modo istituzionalizzata e come dicono in molti si sia fatta fagocitare dal potere, dimenticando i suoi trascorsi da “sangue ed arena”? Qualcuno (Antonio Polito sul Corriere della Sera) ha addirittura parlato di “democristianizzazione “della sua linea politica. Molti analisti, infatti, vedono in questa sua nuova postura, certamente più composta ed istituzionale, soprattutto a livello internazionale, non una ovvia conseguenza del ruolo che ricopre, ma una sorta di cambio di linea politica. Un giudizio che agli occhi di Palazzo Chigi rischia di peccare a dir poco di superficialità.
Ma secondo i più agguerriti consiglieri della Meloni, si potrebbe anche intravedere in ciò, il tentativo di sminuire il successo della premier, raffigurando in lei una piccola emula di quel mondo cattolico che ha governato per cinquant’anni il nostro paese. “I commentatori politici non sanno più cosa inventarsi per cercare di ridurre la portata di quello che è un successo straordinario di una premier, che dopo tre anni, caso unico nella storia dei governi italiani del dopoguerra, ha maggior consenso di quando è entrato in carica. Non si danno pace. Ma Giorgia è stata, è, e sarà sempre una donna di destra fiera ed orgogliosa di esserlo.” Dice un fedelissimo della premier.
Il discorso di Rimini
Il discorso di Rimini che avrebbe generato il falso retropensiero che si trattasse di un discorso un po’ ruffiano e che guardava al centro e al mondo cattolico, non è altro che una sintesi perfetta del pensiero conservatore, e il fatto che questo abbia comportato un’autentica ovazione da parte della platea vorrebbe potere dire che a lei sia riuscita in pieno a far capire come la destra non sia per forza di cose brutta sporca e cattiva. “Essere di destra- racconta un politico di vecchio corso di Alleanza nazionale- come insegna la storia vuol anche dire avere a cuore le sorti della nazione e delle persone che più hanno bisogno, nel pieno spirito cristiano che da sempre ci contraddistingue.
Giorgia Meloni la governa sta declinando in maniera perfetta quello che era il vecchio ideale della destra sociale. Non si tratta di fare e ragionare di massimi sistemi, ma solo di avere il pragmatismo e la concretezza per sapere parlare a quei mondi, con cui la sinistra e il centro hanno perso il contatto, preferendo invece inseguire battaglie ideologiche ma che concrete come quelle dell’ambientalismo di maniera o ancora quelle dell’accoglienza tout court. Altro che sanità pubblica, come vaneggia Elly Schlein da mesi. La sanità pubblica così come l’industria pubblica è stata distrutta negli anni dai suoi epigoni, a cominciare dal sig. Romano Prodi, Se questo vuol dire essere democristiani allora va bene dicano pure che Giorgia Meloni è diventata di centro”.
Atlantismo ed europeismo
Un tema quello di una premier folgorato sulla via di Damasco del centrismo che sembra avere davvero poco fondamento nella realtà dei fatti. Basti pensare che per qualcuno questo sarebbe dimostrato dalla evidente politica atlantista ed europeista del governo. Un paradosso quasi sempre ad analizzare la storia perché la destra, fin dai tempi del movimento sociale, è sempre stata filo atlantista e legato al mondo occidentale (mentre altri guardavano con grande speranza al blocco sovietico). Mentre sull’Europa, occorre anche qui ricordare le parole del celebre discorso di Giorgia Almirante, dal palco del comizio di Roma, a Piazza del Popolo, per le prime elezioni europee del giugno 1979. “La destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è Nazione o non è, così vi dico adesso, la destra o è Europa o non è. E vi dico qualcosa di più: l’Europa o va a destra o non si fa”. Ecco forse Giorgia Meloni sta riuscendo in quello che era un meraviglioso sogno ad occhi aperti di chi l’ha preceduta.
Le sue critiche all’Unione burocratica e invadente che faceva qualche anni fa, sono le stesse (anzi le forse usava termini meno duri) che ora sta facendo un signore chiamato Mario Draghi, che di quell’Europa è stato uno degli esponenti di spicco. “Occorre fare mente locale e ricordare come qualche anno fa, in occasione della formazione del governo draghi, molti accusavano la stessa Giorgia Meloni di essere una irresponsabile e che questa scelta sarebbe stata la sua fine politica.
Quello che poi è realmente accaduto, è adesso sotto gli occhi di tutti. Come giustamente ha spiegato Antonio Rapisarda direttore de Il Secolo d’Italia, in un recente editoriale, la realtà è ben differente da quella dipinta da alcuni opinionisti “La verità è che la realtà- –scrive appunto Rapisarda- per molti commentatori, è difficile da accettare: leggevano Meloni con le lenti distorte prima – disegnando come la punta più pericolosa del nazional-populismo europeo – continuano ad indossarle storte adesso, dato che scambiano la responsabilità, la cultura di governo, il riformismo nazionale, con il freno motore del «centrismo”. Insomma, sembra quasi stia passando il messaggio che il potere possa avere influenzato la premier, e l’abbia resa molto più mite ed “addomesticabile”.
La ricerca di un nuovo portavoce, secondo alcune fonti riservate di Palazzo Chigi, sarebbe anche motivata da questa esigenza di partire invece con una nuova comunicazione molto più aggressiva e pungente. “La Meloni è un fuoriclasse assoluto e come tutti i fuoriclasse va fuori gli schemi. Non puoi catalogarla con un’etichetta politica, è un istrione e segue molto il suo istinto che fino ad ora si è dimostrato quasi infallibile. Lei è rimasta quella che noi tutti abbiamo conosciuto e solo che da persona di un’intelligenza politica fuori dalla norma, è entrata a pieno regime nel suo ruolo di presidente di tutti, E non solo a parole, come spesso si sente dire dai presidenti del consiglio non appena eletti.” dice un deputato di vecchio corso di Fratelli d’Italia.
Non è per ruffianeria o per creare nuovo consenso che Meloni sembra guardare a mondi come quello dei sindacati (come la Cisl) e quello dell’associazionismo che certo non si può definire proprio di destra. La realtà è che sono questi mondi che guardano con rinnovata interesse, perché il governo li ascolta ed agisce di conseguenza, al contrario della sinistra. E questa è forse un’altra delle grandi rivoluzioni culturali che ha fatto Giorgia Meloni, cosa che certo non piace ad una sinistra sempre più intrisa di ideologia e rancore. “sarebbe più corretto dire forse che non è lei che si è avvicinata al centro, ma paradossalmente è il centro che si sta spostando alla sua idea di destra.
I rapporti con i popolari europei
Ed è qui la vera svolta, perché è ormai evidente come il baricentro dell’Europa si stia spostando sempre più a destra, e il motore di questo processo non può che essere la leadership autorevole proprio di Giorgia Meloni” diceva, qualche settimana fa una fonte diplomatica di Chigi, prima della riunione a Washington con Trump e gli altri leader europei. Ed è per questo che immaginare una fusione con i popolari europei appare assai improbabile. Per chi conosce bene Bruxelles e la testa della Meloni sa bene che non è assolutamente all’ordine del giorno una fusione che avrebbe il solo scopo di agevolare ancora di più i popolari. Domani (certamente dopo il 2027) chissà, ma ora il discorso appare certamente prematuro.
La nomina di Raffaele Fitto (che ha lavorato molto, nella sua lunga esperienza al parlamento europeo, per creare un asse tra i conservatori europei e i popolari di Weber) alla commissione, servirebbe anche per rinsaldare il rapporto con il partito di Manfred Weber, per spezzare quella anomala maggioranza del PPE con le sinistre, che avevano fatto il bello e il cattivo tempo nella passata legislatura. Un discorso ben diverso da quello che prevede un ingresso di Fratelli d’Italia nei popolari europei. L’irrompere sulla scena internazionale di Meloni ha certamente agevolato quello che appare come un deciso spostamento del baricentro del potere europeo verso destra. Sarebbe quantomeno stravagante se proprio lei ora si spostasse al centro.

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