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“Mele con le mele e pere con le pere.” di R. SALOMONE-MEGNA

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E’ di assoluta evidenza che non si possono sommare le mele alle pere per cui, mentre una mela più una mela fanno due mele, una mela più una pera non fanno due mele e men che meno due pere semplicemente non possono essere sommate o sottratte.

E questo è anche un concetto fondamentale della fisica, secondo il quale solo le grandezze omogenee possono essere sommate, sottratte, divise, moltiplicate, etc.

Tale impostazione dovrebbe valere anche per valutare le consultazioni elettorali.

Si dovrebbero confrontare i risultati di elezioni omogenee tra esse e quindi le politiche con le politiche, le amministrative con le amministrative, le europee con le europee.

Ma non è così. Almeno in Italia.

I grandi commentatori televisivi, a prescindere dalla rete per cui lavorano, cercano di dare una valenza politica alle europee da poco concluse e finiscono per smarrirsi nel gran mar dell’essere.

Fanno previsioni sul Governo italiano, su quanto succederà tra Salvini e Di Maio, eppure nessuno di essi coglie la sesquipedale evidenza del risultato: in Italia c’è una maggioranza di euroscettici!

Infatti, finito lo scrutinio dei dati pubblicati dal Viminale, si evince quanto segue:

la Lega di Matteo Salvini supera il 34%, Fratelli d’Italia ottiene il 6,5%, il Movimento Cinque Stelle invece il 17,03%.

Poiché la matematica non è una opinione, è facile verificare che la somma di dette percentuali ammonta al 57,53%.

L’Italia è diventata la nazione più euroscettica dell’Unione Europea, non considerando gli inglesi, ovviamente, che sono di fatto già fuori dalla stessa Unione.

Se poi ci limitiamo ai soli sovranisti, la percentuale è del 40,5%, inferiore solamente al risultato ottenuto da Orban in Ungheria.

Ma di questo nessuno parla.

La trasformazione degli italiani   da eurofili ad euroscettici è ancora più evidente se consideriamo le elezioni del 2014 e le percentuali che conseguirono i partiti sostenitori di questa U.E.: P.D. 40,81%, Forza Italia 16,81%, per una percentuale complessiva del 57,62%.

E’ questo il dato fondamentale che emerge dalla recente consultazione elettorale: dal 57,62% di italiani favorevoli all’Unione Europea nel 2014 siamo passati al 57,53% di italiani euroscettici nel 2019.

Il dissenso, dunque è cresciuto in Italia ed è pure forte.

Tutto ciò effetto della crisi, dell’austerità, dei sacrifici che sicuramente non portano mai a nulla.

Pertanto, dovrebbe parlarsi di questo e non del Governo Movimento Cinque Stelle-Lega.

Si continua a parlare, invece, di politica interna ed il PD esulta, anche se avrebbe a dolersi, avendo quasi dimezzato in un quinquennio i propri voti così come è avvenuto anche a Forza Italia .

Tuttavia, se i nostri commentatori televisivi, tutti allineati al pensiero mainstream, continuano a parlare di politica interna e non di temi europei , forse ci danno inconsapevolmente un’altra risposta: che questa Europa è irriformabile e che il Parlamento Europeo ha la stessa importanza nella gestione dell’U.E. come il due di coppe quando la briscola è a bastoni.


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