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@meb Maria Elena Boschi: il padre “destituente” della democrazia italiana.

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Il padre destituente della nostra democrazia, la “giurista” Maria Elena Boschi, è arrivata al dunque del suo scandaloso progetto di riforma costituzionale.

Dopo che il Senato approverà questo disegno di legge, la democrazia in Italia potrà dirsi definitivamente superata. Erano settant’anni che aspettavamo questo momento: ovvero da prima della nascita della Costituzione! Questa non è mia! Ovviamente… Ma del compagno di merende della Boschi, il leader maximo Matteo Renzi (leader teleguidato dalla troika), il quale evidentemente non rammenta che la Costituzione non ha ancora settant’anni e che, anche grazie a lui, mai li avrà.

Cronaca odierna, in questa commedia del ridicolo, è la rabbia di Calderoli che, durante le votazioni a Palazzo Madama, ha tuonato contro la presenza in aula del segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti: “Neanche durante il fascismo si vedeva un commissario del governo aggirarsi nelle Aule parlamentari”.

Cazzo! Ops… scusatemi, questa volta mi è scappata… Rammentiamo al buon Calderoli che, il colpo di stato che si sta consumando, è possibile perché lui concepì, dieci anni or sono, una “porcata” di legge elettorale, grazie alla quale abbiamo riempito il Parlamento di nominati (“yes man” del partito) e concesso un premio di maggioranza che oggi determina lo scempio della Carta Costituzionale. In ogni caso, lacrime di coccodrillo a parte, è verissimo quanto afferma il leghista: l’ultimo tentativo di cancellare il Senato fu del fascismo, che peraltro operò in un contesto di legalità complessiva superiore a quella che vediamo oggi in Parlamento. Allora infatti la Costituzione non esisteva, ed il principio che il fulcro della democrazia fosse il Parlamento, e che il governo non potesse conseguentemente legiferare, ancora era da venire.

Ma dopo lo sfogo veniamo al merito. La fine giurista Boschi cosa sta causando? Molti brindano pensando ad un governo forte che prenderà decisioni rapide e sicure. Tuttavia, fermo restando che condivido appieno il diverso pensiero dei Costituenti (il pensiero che metteva il Parlamento al centro del sistema, in quanto solo gli eletti dovevano legiferare), se si vuole svoltare verso un nuovo assetto istituzionale bisogna ricordarsi che la democrazia non è acquisita perché siamo belli o simpatici. La democrazia si mantiene perché ci sono degli equilibri tecnici precisi che ne garantiscono la sopravvivenza: se si crea un esecutivo forte servono contrappesi che impediscano la svolta autoritaria. 

Invece come siamo messi oggi?

  1. La lista che vincerà le elezioni avrà la maggioranza assoluta nell’unica Camera sopravvissuta alla scure boschiana;
  2. Sempre nell’unica Camera almeno il 50% (anzi ben di più) dei deputati sarà un nominato, ergo sarà una persona eletta per volontà del partito e non per quella del popolo sovrano. “Yes man” dotati di vincolo implicito di mandato. L’art. 1 Cost.? E’ desueto! Esiste da settant’anni… La sovranità popolare è una noia, infastidisce i mercati. Vero Mr. Renzi?
  3. La lista vincitrice nominerà da sola il Presidente della Repubblica e, sempre da sola, eleggerà due terzi dei Giudici della Corte Costituzionale;
  4. Tornare al voto un domani dipenderà solo dal buon cuore della lista vincitrice. Controllando la Repubblica, chi comanda potrà svoltare verso la dittatura secondo il proprio arbitrio.

Complimenti Maria Elena Boschi, hai scritto un opera d’arte! L’esame di diritto costituzionale lo hai superato per grazia ricevuta, oppure sei semplicemente una molto brava a seguire ed eseguire gli ordini di quella simpatica letterina che BCE ci inviò nell’agosto 2011. Letterina in cui, nero su bianco, si ritrovano tutte le riforme messe in atto da questo governo frutto di dieci anni di assenza di rappresentatività democratica.

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