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Matteo Renzi: dagli 80 ai 500 euro di Bonus per gli insegnanti. (di Davide Amerio)

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Pare che non molti ci credessero. Eppure sono arrivati e stanno arrivando agli insegnanti i bonus del governo di 500 euro che i docenti dovranno obbligatoriamente spendere nel corso dell’anno scolastico. Dai tempi del bonus bebè, agli 80 euro, ora siamo arrivati a quota 500. Chi offre di più?

Non che ci sia da dispiacersi per gli insegnanti. Lavorano all’interno di strutture inadeguate, con disposizioni da parte di ministri che della scuola sanno poco o nulla; costretti ad affrontare genitori imbizzarriti ogni qual volta assegnano una nota a qualche alunno male-educato; obbligati  a subire studenti irriverenti, saccenti e strafottenti cui verrebbe davvero voglia di menare un sonoro calcio nel sedere; non da ultimo costretti a subire una “riforma” che lascia molto a desiderare. Quindi questo “aiutino” è in fondo meritato (perlomeno dai più essendoci ovviamente anche docenti che meriterebbero ben altro trattamento per la poca voglia di lavorare).

Riconosciuti questi meriti, si osserva che nessuno pare avere ancora le idee chiare su come questi soldi vadano effettivamente spesi. Le disposizioni paiono ancora lacunose. L’unica certezza è il dovere di rendicontare le spese sostenute e che gli istituti dovranno farsi carico di raccogliere questa documentazione (quindi con un aggravio di lavoro per l’ambito amministrativo).

I soldi dovranno essere impiegati in ambito “culturale” (teatri, cinema, musei, abbonamenti a riviste) o per il miglioramento professionale (corsi di formazione, università) o per procurarsi strumenti di lavoro moderni (Pc, Tablet, software). Bene, anzi maluccio. Chi controllerà questa mole di documenti che saranno prodotti dal corpo docente per verificare se le spese sono di competenza? E quali sono queste competenze? Il ministero ha emanato delle norme guida ma molte sono le possibili interpretazioni.

Parlare di cultura è estremamente generico. Vado al cinema a vedere un film di Silvester Stallone e lo detraggo? Sono un docente di lettere ma ho la passione per la fisica quantistica e mi è permesso comprare manuali e riviste di fisica? Compro un PC per mio figlio e poi dichiaro che l’utilizzo per me? Vado a fare un fine settimana a Parigi per visitare il Louvre e mi gioco tutta la somma in una volta sola?

Qual’è la “ratio” dietro questa iniziativa? Quale lo scopo logico e strutturale?

A pensare male si fa peccato… ma sovente ci si azzecca, diceva Andreotti. Avendo già molti peccati sulle spalle non ho quindi remore nel pensar male. Questa iniziativa ha un retrogusto di compravendita di consensi, dopo aver fatto digerire una riforma (La Buona Scuola) che il settore scolastico ha fortemente osteggiato. E non sarebbe certo il primo caso nella storia recente della nostra – sempre più – disgraziata Repubblica.

Il governo alza la posta e sono gli stessi insegnanti a domandarsi come, in un epoca di restrizione e austerity, vengano trovati dei soldi così facilmente.

Gli 80 euro sono serviti a puro fine elettorale per le elezioni europee. Con la scusa dello “stimolo ai consumi” si è attuata una strategia elettorale di pura propaganda. Difatti lo “stimolo” non è servito alcunché e chi ha incassato quella somma la vista poi praticamente stornare con maggiori imposizioni fiscali. Questa volta la cifrà sarà gestita attraverso una “card” che verrà consegnata ai docenti dal prossimo anno. La cifra dovrebbe essere esente dal calcolo dell’imponibile quindi si parla di 500 euro “netti”.

L’ultima riflessione da fare è domandarsi se tutto questo denaro non poteva – o doveva – essere gestito diversamente preoccupandosi di migliorare le strutture fatiscenti, la formazione professionale (ma in modo stabilito e programmato), dotare le strutture scolastiche di strumenti informatici funzionanti e utili ai fini didattici da mettere a disposizione dei docenti e degli allievi.

Soprattutto assicurarsi che l’uso della somma fosse realmente finalizzato alla preparazione professionale dei docenti nel loro rispettivo ambito di competenza e non lasciato alla fantasia italica.

Un buon impiego del denaro prevede l’assegnazione di finanziamenti su progetti fattibili, strutturati e documentati con il relativo preventivo dei costi da sostenere.

Nelle scuole si chiedono i soldi ai genitori per portare gli allievi a fare gite didattiche, oppure si “consiglia” l’acquisto della carta igenica perché l’istituto non ha i soldi per comperarla, però il governo di Matteo Renzi trova 500 euro da consegnare a ogni docente che ne può disporre con ampi margini di libertà e discrezione.

Con buona pace del debito pubblico.

Davide Amerio (Tgvallesusa.it)


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