Cina
Marte, la Cina riporterà i campioni con le prove di vita trovati dalla NASA?
La NASA trova possibili tracce di vita su Marte, ma la missione per recuperarle è in crisi per i tagli ai fondi. La Cina si prepara a lanciare la sua missione di recupero: potrebbe arrivare prima e prendersi la gloria? Ecco perché, tecnicamente, non è così semplice.
La NASA scopre una potenziale “pistola fumante” su Marte, ma potrebbe essere la Cina a riportare a casa il premio. Sembra la trama di un film di fantapolitica, invece è la cronaca della nuova corsa allo spazio, dove la tecnologia si intreccia con budget zoppicanti e ambizioni nazionali.
Il rover Perseverance dell’agenzia spaziale americana ha individuato in una roccia, battezzata “Cheyava Falls“, quelle che potrebbero essere delle “bio-signature” “tracce biologiche”, ovvero tracce fossili di antica vita microbica. Una scoperta potenzialmente epocale, che però ha un enorme “ma”.
Per avere la certezza che quei minerali siano il prodotto di un metabolismo biologico e non di un semplice processo abiotico, i campioni raccolti da Perseverance devono essere analizzati qui, sulla Terra, con strumenti che non potrebbero mai essere installati su un rover. E qui sorge il problema, un problema molto terrestre: il denaro.
La missione designata per questo compito, la Mars Sample Return (MSR) della NASA, è impantanata in ritardi colossali e costi fuori controllo. Come se non bastasse, la proposta di bilancio federale per il 2026 dell’amministrazione Trump minaccia di cancellarla del tutto, tagliando drasticamente i fondi alla NASA. Un capolavoro di programmazione che lascia nel limbo la più grande scoperta potenziale del decennio.
E mentre a Washington si discute, a Pechino si agisce. La Cina ha già in programma la sua missione di recupero campioni, la Tianwen 3, con un calendario preciso:
- Lancio previsto: Fine 2028
- Ritorno sulla Terra: 2031
Questo significa che la Cina potrebbe diventare la prima nazione nella storia a riportare sulla Terra campioni di suolo marziano. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: potrebbe la missione Tianwen 3 atterrare nel cratere Jezero, dove si trova Perseverance, e raccogliere campioni simili, soffiando di fatto la scoperta agli americani? Se lo è chiesto anche Space.com.
I limiti tecnici della “Beffa” spaziale
La risposta, per fortuna della NASA, è quasi certamente “no”. E non per mancanza di ambizione, ma per precisi vincoli ingegneristici che evidenziano il diverso livello di maturità tecnologica raggiunto dalle due agenzie negli atterraggi marziani.
Ecco i due ostacoli principali per la missione cinese:
- L’Altitudine di Atterraggio: Il cratere Jezero si trova a circa 2.600 metri sotto il “livello del mare” marziano (un dato convenzionale usato per le altitudini). La missione Tianwen 3, per poter frenare in sicurezza la sua discesa sfruttando la rarefatta atmosfera marziana, ha bisogno di atterrare in un luogo ancora più basso, ad almeno 3.000 metri sotto questo livello. Jezero è, semplicemente, troppo “in alto” per la tecnologia di atterraggio cinese.
- La Precisione di Atterraggio: Decenni di missioni hanno permesso alla NASA di sviluppare una tecnologia di atterraggio estremamente precisa. L’area di incertezza (la cosiddetta “ellisse di atterraggio”) per rover come Curiosity e Perseverance era di circa 7×6 chilometri. La Cina, che ha compiuto con successo il suo primo e unico atterraggio su Marte nel 2021 con la missione Tianwen 1 (che trasportava il rover Zhurong), utilizzerà una tecnologia simile, ma con un’ellisse di atterraggio molto più ampia: circa 50×20 chilometri. È impossibile, con questa precisione, mirare a una piccola area specifica di poche decine di metri dove Perseverance ha prelevato i suoi campioni.
Insomma, Tianwen 3 non potrà “rubare” il campione “Sapphire Canyon” raccolto da Perseverance. Tuttavia, la scoperta della NASA potrebbe influenzare la scelta del sito di atterraggio cinese. Pechino potrebbe decidere di puntare su aree geologicamente simili a Jezero, ricche di argilla e antichi letti di fiumi, aumentando le proprie chance di fare una scoperta analoga.
Nel frattempo, la palla torna nel campo della NASA e della politica americana. Senza una volontà politica chiara e un finanziamento adeguato, i preziosi campioni di Perseverance, che forse contengono la risposta a una delle domande più grandi dell’umanità, rischiano di rimanere per sempre a 200 milioni di chilometri di distanza.
Domande e Risposte per i Lettori
1) Perché non possiamo essere sicuri che si tratti di vita analizzando i dati direttamente dal rover Perseverance? R: Il rover Perseverance è un laboratorio geologico straordinario, ma i suoi strumenti hanno dei limiti. Può identificare la composizione chimica e minerale delle rocce, ma non può distinguere in modo definitivo tra minerali prodotti da processi biologici (vere biosignature) e quelli creati da reazioni geochimiche non biologiche che possono imitarli. Per questa certezza servono laboratori terrestri molto più grandi, complessi e potenti, in grado di analizzare i campioni a livello atomico e cercare strutture organiche complesse in modo inequivocabile.
2) Perché la missione cinese Tianwen 3 è meno precisa nell’atterraggio rispetto a quella della NASA? R: La precisione nell’atterraggio planetario è il risultato di decenni di esperienza, test e sviluppo tecnologico. La NASA ha affinato le sue tecniche attraverso numerose missioni marziane, sviluppando sistemi di navigazione, guida e controllo (come il “Terrain Relative Navigation”) che permettono al lander di riconoscere il terreno sottostante e correggere la traiettoria in tempo reale per evitare ostacoli e centrare un bersaglio piccolo. La Cina è più giovane nell’esplorazione di Marte; il suo primo successo risale al 2021. La sua tecnologia è robusta e funzionale, ma meno evoluta, e predilige la sicurezza di un’area di atterraggio ampia e priva di rischi.
3) Cosa succederebbe ai campioni raccolti da Perseverance se la missione NASA di recupero venisse cancellata? R: Se la missione Mars Sample Return (MSR) venisse cancellata, i campioni raccolti da Perseverance rimarrebbero sulla superficie di Marte. Il rover li ha sigillati in provette di titanio e li sta depositando in un’area specifica (“Three Forks”) per un futuro recupero. Questi campioni sono unici, prelevati da un sito di eccezionale interesse scientifico. La loro perdita rappresenterebbe un enorme spreco scientifico ed economico, vanificando uno degli obiettivi principali di una missione costata miliardi. La comunità scientifica perderebbe l’opportunità, forse per decenni, di studiare con la massima precisione il materiale marziano più promettente mai raccolto.
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