Attualità
Mario Monti- Il tecnico che non azzeccò nemmeno una previsione
(Sì l’Italia che sale, come no …)
Il governo Mario Monti è ricordato principalmente per due cose: le tasse sulla casa e la riforma Fornero. Meno clamore mediatico hanno avuto le cosiddette “liberalizzazioni” del gennaio 2012 che a dire del professore avrebbero portato una crescita del PIL del 10% “nei prossimi anni” (notare la vaghezza delle affermazioni del Monti, da vero pro-euro che fa leva su sentimenti ed emozioni piuttosto che su argomenti razionali). Forse pensava ai prossimi 100 anni, chi lo sa.
Si è persa poi del tutto la memoria delle maxi-topiche di Mario Monti e del suo governo in tema di previsioni macro-economiche: sul PIL, e non solo.
Attenzione, le previsioni macroeconomiche non sono neutre: sulla base delle previsioni si decidono le politiche nazionali e quindi il futuro dei cittadini. Più o meno tasse, più o meno lavoro, più o meno servizi etc. Chi ha altissime posizioni di responsabilità e sbaglia le previsioni in modo grossolano può essere un incapace in buonafede, nel qual caso lo si accompagna alla porta. Oppure un farabutto in malafede, e lo si accompagna al carcere. Decidano i lettori sui fatti qui sotto.
I fatti. Il 6 dicembre 2011 il governo Monti varava il famigerato Salva Italia, ovvero l’ennesima manovra correttiva del 2011, a valle delle due di Silvio-Tremonti.
In aggiunta ai provvedimenti di austerity del governo Silvio IV il professor Monti decideva infatti ulteriori tagli di spesa ed aumenti delle entrate. Ecco la sintesi:
Fonte: http://www.sbilanciamoci.org/wp-content/uploads/2011/12/manovra-monti-prima-analisi.pdf
I tagli di spesa erano pari 2.289 milioni nel 2012, 6.925 nel 2013 e 9.333 milioni nel 2014, mentre le maggiori entrate erano pari a 17.896 nel 2012, 27.504 milioni nel 2013 e 28.490 milioni nel 2014.
Il fatto grave che vogliamo qui ricordare è la clamorosa sottostima dell’impatto negativo della manovra sul PIL, e quindi sull’occupazione, sui redditi, sul benessere dei cittadini.
Monti & Co infatti stimavano nel dicembre 2011 un PIL 2012 in calo dello 0,4%:
Il dato reale della variazione PIL 2012 NON FU -0.4%, ma -2.6%, un “errorino” di 6.5 volte, ovvero del 550%. E a congiuntura internazionale invariata. Insomma, nel 2008 ci fu Lehman-Brothers e il crac dei subprime, nel 2009-10 la cosiddetta crisi dei debiti sovrani. Nel 2012 ci fu solo Monti. Errore in buonafede? Se cosi’ fosse dovremmo concludere che il governo Monti era composto da persone abissalmente incompetenti.
Oppure erano in malafede, per far passare presso l’opinione pubblica manovre lacrime e sangue minimizzandone gli effetti sull’occupazione e i redditi degli italiani? Peggio ancora, saremmo di fronte a dei criminali da arrestare e processare senza indugio, responsabili della perdita di migliaia di posti di lavoro, di migliaia di fallimenti e anche di centinaia di suicidi economici.
Sia come sia oggi Monti siede in Senato, e un suo ex ministro – Corrado Passera – ha addirittura fondato un nuovo partito. Dio non voglia che ce li ritroviamo ancora al governo, visti i risultati.
Ai nostri lettori, ancora una volta, il giudizio: Monti quando sbaglio’ del 550% le previsioni del PIL 2012 era in buonafede o in malafede?
Per finire ricordiamo che manovra “Salva Italia” di Monti fu denunciata per i suoi effetti recessivi sul PIL e quindi su entrate fiscali e occupazione da diversi economisti, tra i quali La Malfa e Gawronski che un anno dopo scrivevano:
“Già nell’ottobre 2011 un rapporto “strettamente confidenziale” dell’Ue prendeva atto del fallimento “imprevedibile” delle politiche della Troika in Grecia. La Bundesbank, nel bollettino in ottobre, addirittura, ha affermato le virtù della crisi: gli spread «non devono essere ridotti» altrimenti si rischia di «mitigare e ritardare il processo di aggiustamento» nella periferia d’Europa. Ha scritto Faared Zakaria, che “le élite europee, in particolare in Germania … capiscono bene che tagliare la spesa durante una recessione rallenta ulteriormente l’economia. Ma esse non credono che i Governi dei paesi in difficoltà metterebbero a posto i loro bilanci quando l’economia si fosse ripresa…La crisi serve a imporre una riforma complessiva del funzionamento di questi Paesi.” (…)
Il Fmi nota che molti Governi – Italia, Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, Regno Unito, ecc – hanno sbagliato radicalmente le previsioni. Per il Fondo le riforme strutturali unite all’austerità rischiano di aggravare la situazione. Forse è troppo dire che le riforme strutturali sono depressive ma sicuramente sono inefficaci nel rilanciare la domanda. Diventano un problema quando i Governi si affidano solo ad esse trascurando terapie efficaci. I guadagni di produttività ottenuti grazie alle cosiddette riforme rischiano solo di produrre aumenti della disoccupazione.”
NB: Trovate qui l’interessante articolo di la Malfa e Gawronski che illustra in dettaglio l’errore di Monti.
http://keynesblog.com/2012/12/05/per-una-terza-via-keynesiana-tra-austerita-e-populismo/
E qui il commento del Sole24Ore ai misfatti citati:
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