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Mario Draghi, abbiamo un nuovo salvatore della Patria?

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Mario Draghi è il nuovo salvatore della Patria in pectore, come vanno via via annotando i sondaggisti.
Così dopo Mario Monti, che veniva premiato dalla fiducia dell’ 83% degli italiani, Renzi (Mr. 42% alle europee del 2014), Prodi ecc. i sondaggi oggi danno, scontatamente, Draghi in rapida ascesa.
Ma la tradizione vuole che gli italiani non siano abili talent scout della politica.

Il senso degli italiani per il leader

Mario Monti premier? Sì per 8 italiani su 10
Mario Monti premier? Sì per 8 italiani su 10
Ebbe il massimo gradimento rispetto ai predecessori
Mario Monti anche dopo la crisi?
Mario Monti anche dopo la crisi? Gli italiani dicevano ancora sì

Insomma la tradizione non è favorevole agli italiani. Sempre pronti alle soluzioni facili e pronto uso e meno alla lettura del curriculum (o all’apertura degli armadi) dei pretendenti al trono di supereroe, anche stavolta ne siamo certi, abbiamo trovato l’uomo giusto!

E non importa se Mario Draghi sia un fan sfegatato dell’austerity che ha tagliato i posti letto negli ospedali, la qualità della scuola e i fondi alla manutenzione delle strade; tanto chi se lo ricorda?

 

Un salvatore della Patria fan dei tagli alla spesa pubblica

Giusto ieri ho avuto di che duellare con un lettore che contestava questo post promozionale del libro di economia spiegata facile:

Mario Draghi è il nuovo salvatore della Patria? Per molti, sì.

Ovviamente il post semplifica molto il messaggio perché l’obiettivo è fare uno spot pubblicitario. E vista la lunga serie di commenti, direi che ha raggiunto lo scopo prefissato di attirare l’attenzione.

Sulla domanda del lettore torneremo in seguito.

Il riferimento all’improvviso cambio di opinione su questioni come quella del debito pubblico, assunto da Mario Draghi è presto detto. Draghi proprio il giorno prima, dopo anni a dare contro alla spesa pubblica senza se e senza ma (a cominciare dalla famosa lettera al Governo italiano) se n’era usciro con questa dichiarazione…

Mario Draghi: i giocani meritano di più. Sarà lui il nuovo salvatore della Patria?

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A dire il vero Draghi si è spesso speso in favore dell’occupazione giovanile… a parole. Ma nei fati quali sono state le politiche della BCE sotto il mandato di Draghi?


Cos’ha fatto Draghi per consentire di creare lavoro?

Una carrellata di sue dichiarazioni:

Draghi, tagliare la spesa pubblica

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Draghi, tagliare i servizi

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Tagli alla spesa equivalgono aritmeticamente ad aumenti delle prestazioni sanitarie, alla riduzione dei posti letto negli ospedali, alla riduzione delle infrastrutture e i materiali didattici per la scuola, la privatizzazioni delle infrastrutture, ecc.

Tutta roba che poi ti devi pagare di tasca tua. Non esattamente un discorso da salvatore della Patria.

Quindi – nel sistema vigente – quello che, un ipotetico taglio delle tasse, rimanesse nelle tasche degli italiani, questi lo dovrebbero spendere nelle strutture private!

Se poi i tagli si rendono necessari perché lo Stesso Draghi ha fatto sottoscrivere dei derivati allo Stato per un ammontare di svariate decine di milioni di euro, la credibilità del pulpito che ci catechizza, viene un pochino meno… vero?


 

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Ora, sappiamo tutti che i tagli alla spesa pubblica acuiscono gli effetti delle crisi. Parola di statistiche, di storia e di premi Nobel. Lo abbiamo spiegato in questa serie di tre articoli sull’austerity.
Perché questo accade?
Accade perché con il pareggio di bilancio in Costituzione, lo Stato non può più spendere per le politiche sociali in genere, incluse quelle per il lavoro, a meno che non abbia un debito pubblico al di sotto del rapporto con il PIL del 60%.

Draghi, tagliare spesa e tasse
Ma allora che supercazzole sta facendo Draghi?

Se tagli la spesa e le tasse significa solo che devi privatizzare…

“Alcuni progressi sono stati fatti nel promuovere la vendita di alcune banche possedute dallo Stato ad altre istituzioni cripto-pubbliche” ma “per quanto riguarda le vendite reali delle maggiori aziende pubbliche al privato è stato fatto poco”.

“Non deve sorprendere, perché un’ampia privatizzazione è una grande – direi straordinaria – decisione politica, che scuote le fondamenta dell’ordine socio-economico, riscrive confini tra pubblico e privato che non sono stati messi in discussione per quasi cinquanta anni, induce un ampio processo di deregolamentazione, indebolisce un sistema economico in cui i sussidi alle famiglie e alle imprese hanno ancora un ruolo importante. In altre parole, la decisione sulla privatizzazione è un’importante decisione politica che va oltre le decisioni sui singoli enti da privatizzare. Pertanto, può essere presa solo da un esecutivo che ha ricevuto un mandato preciso e stabile”.

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Ah ecco, infatti… mi pareva…


Lavoro sì, ma i salari?

Ma noi sappiamo bene che se vuoi dare lavoro ai giovani, non basta tagliare le tasse e fare investimenti. Bisogna anche creare le condizioni perché tutti gi ostacoli che frenano la ripresa vengano rimossi.
Tra questi i principali sono i vincoli al bilancio pubblico e soprattutto il cambio fisso tra le economie europee.

Perché diciamo questo?

Perché se le economie sono in competizione tra di loro ma tutte incatenate allo stesso cambio, significa che esse devono competere sui prezzi delle merci, non tra i cambi tra le valute nazionali (che non ci sono più).
E per fare questo non c’è altra via che comprimere i salari. E su questo Draghi è perfettamente d’accordo…

Draghi, tagliare i salari

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Per poter comprimere i salari hai bisogno di creare le condizioni perché questa compressione venga accettata dai lavoratori. E come fai?

È semplice, rendi il lavoro sempre più precario e crei le condizioni per creare maggiore disoccupazione, in modo da addomesticare la domanda. Tutte cose già viste dall’introduzione della Legge Biagi in poi: abolizione dell’ art. 18, jobs act, ecc.

Non c’è nessun complotto nascosto in tutto questo. È la dimostrazione data dai fatti e dalle statistiche ufficiali, nonché dai nomi delle norme per la flessibilizzazione del lavoro.

Allo stesso tempo devi sostenere i consumi e per fare ciò occorre che l’inflazione resti bassa. E anche su questo Draghi è d’accordo.

“Il mandato affidato alla BCE prevede che essa sia preposta alla tutela della stabilità dei prezzi nell’area dell’euro, ovvero all’ integrità del suo valore nel tempo. In particolare, il nostro obiettivo è un tasso di inflazione inferiore ma non discosto dal 2% nel medio termine”

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Il mandato della BCE, non è di creare lavoro o benessere, ma di preservare l’euro. L’occupazione – che fino all’introduzione dell’euro era affare anche della banca centrale – oggi è un problema dei singoli Governi, non della BCE.
Lo abbiamo spiegato piuttosto bene nel libro di economia spiegata facile.

Solo con un’inflazione bassa i lavoratori precari, che accettano salari più bassi, saranno in grado di acquistare i prodotti del mercato.

Come dire, tutti più poveri ma per una buona causa…


Il QE equivale a fare austerity?

E veniamo alla domanda posta ironicamente dal lettore del nostro post su Facebook.

Il quantitative easing (QE) è politica monetaria (sui generis), non di bilancio.
Ciò che determina quanto e come spendere, lo stabilisce il bilancio dello Stato.

la politica di bilancio non è competenza delle banche centrali e dei loro governatori. E Draghi in effetti non ha mai mancato di sollecitare gli Stati con capacità di spesa a spendere in investimenti, e non da oggi.

Gli risponde un altro lettore, Stefano Zausa.

Cos’altro aggiungere.

Con il QE viene alleggerito il debito futuro dalle rendite dovute agli investitori alla scadenza dei Titoli di Stato, ma se non si può fare spesa prima di aver tagliato, significa che stai solo tenendo in piedi l’euro a spese dei cittadini.

Infatti con il vincolo di bilancio i tagli li devi farli pari pari, come dimostrano anche gli ultimi anni in regime di QE, fatti di tagli ai servizi, alla scuola, alla sanità, ecc.


Spiegato facile

Nel suo settennato Draghi ha svolto l’incarico di Governatore della banca centrale europea seguendo i principi dello statuto della BCE.
La buona o la mala fede, il tifo per l’Italia, ecc. non c’entrano.
Di più, è andato in deroga al medesimo dando il via al QE.

Ciò nondimeno, questa idea non discosta molto l’economia in difficoltà, se nel frattempo lo Stato è soggetto al pareggio di bilancio, verso un miglioramento.
Semplicemente alleggerisce il debito dagli interessi per gli anni successivi, proprio perché, casomai, le politiche di spesa le fai col bilancio, che non è di competenza della BCE.

E questo è servito a tenere in piedi l’euro. Non i salari, non l’economia, non le pensioni o la sanità. Solo l’euro.

Il QE è risultato essere vantaggioso per tutte le economie del sud Europa?
Certamente!
Infatti nel libro di economia spiegata facile ci si domanda perché il QE non diventi perpetuo; visto che si tratterebbe di far fare alla BCE la banca centrale a tutti gli effetti; ovvero il prestatore di ultima istanza.

Poi che Draghi sia favorevole all’austerity lo dice lui stesso.
E il pareggio di bilancio infatti non lo mette in discussione.

Taglio delle tasse, certo, ma a chi?
Perché dogmaticamente ci si riferisce alle imprese con lo scopo di aumentare la competitività delle produzioni; non l’aumento degli stipendi.

A questo punto con il taglio delle tasse mantieni saldi i profitti ma i tagli alla sanità (per dirne una) ricadono anche sui salariati con il reddito uguale a prima.

Vogliamo parlare di investimenti produttivi e di debito “buono”? Già fatto nel nostro libro per spiegare ai lettori che il debito non è sempre un fattore negativo. Dipende dalle finalità a cui viene indirizzato.

 


Draghi dunque è il prossimo salvatore della Patria?

E secondo voi in tutto questo casino, tra covid, crisi, disoccupazione, Autostrade ai Benetton sì/no, contratti capestro, strade/ponti/scuole che crollano, UE e rigoristi vari (Olanda e soci), senzapalle che chinano la testa di fronte al rispetto vincolo del pareggio di bilancio, si andrà a votare (e per chi poi)?

E chi è il pazzo che vorrà restare col cerino in mano da una parte e senza poltrona dall’altra?

Ovvio che i partiti si accoderanno tutti o quasi a Mario Draghi (o simile) che fungerà da parafulmine e da prolunga fino al primo vitalizio utile.

APPARECCHIAMOCI!

Salvatore della patria cercasi, suonare in orari di crisi. È arrivato il turno di Mario Draghi. Gli italiani ci credono… di nuovo.

Noi sospendiamo il giudizio su Mario Draghi; idem sugli italiani che lo acclamano a gran voce. Del resto la degenerazione in corso della politica italiana giustifica sempre la disperata ricerca dell’ultima spiaggia.

Certo che nel dubbio, forse è meglio a Palazzo Chigi che al quirinale. Se non altro per una questione di influenza e di tempi.

 

 

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