Seguici su

Attualità

MARATTIN (PD) E IL MOLTIPLICATORE DELLA SPESA PUBBLICA ITALIANA

Pubblicato

il

Ieri, colui che è talmente sexy che avrebbe potuto avere una colossale carriera da pornoattore tanto è fico, amato da milioni di donne e venerato come un Dio dalle moltitudini di uomini….

….si è trovato a discutere di spesa pubblica e di moltiplicatori con il populista numero uno di Scenarieconomici: il prof. Rinaldi.

Bene, il nostro pornodivo mancato, a Skyeconomia, se ne esce, tomo tomo cacchio cacchio (per dirla alla Totò) con una infelice battuta sui moltiplicatori Keynesiani della spesa pubblica:

“i moltiplicatori non esistono, pertanto se spendo 1 euro di denaro pubblico non esiste un solo esempio in cui la crescita è stata di 4 o 5 euro……non esistono moltiplicatori di 4-5-6-7-8 volte il denaro speso, come sottinteso nei conti di questi signori”.

I signori, per inciso, sarebbero gli estensori del documento congiunto M5S-Lega.

Mi trovo, di tal guisa, costretto a chiarire bene, al mancato John Holmes de’ Ferrara, il concetto di moltiplicatore della spesa pubblica:

Partiamo da un assunto: SE MOLTIPLICO ZERO IL RISULTATO SARA’ SEMPRE ZERO.

Su questo penso che saremo d’accordo!

Ma se spendo qualcosa in più di quanto spendevo prima, cosa accade?

Bene, vi è chi sostiene che con i tassi a zero i moltiplicatori POSSONO ARRIVARE A 4 (come ci fa notare Claudio Borghi), e sono proprio quei leghisti del Fondo Monetario Internazionale:

Ma noi vogliamo andare in profondità e  spiegarvi cosa sia il moltiplicatore della spesa pubblica italiana, come nasca, come opera e quanto valga.

Consideriamo proprio il modello fiscale italiano, ovvero con:

  • imposta proporzionale al reddito
  • iva
  • contributi Inps a carico dei lavoratori
  • contributi Inps  carico dei dipendenti

Ognuna di queste componenti ha una sua equazione matematica e determina un suo gettito fiscale:

 

Andando a costruire il modello complessivo abbiamo:

 

Ora, andando sostituire i valori reali alle letterine, es:

  • il t di 1+t relativo all’iva va messo a 0,22
  • il t con w, dei contributi a carico del dipendente, è pari a 0,0919
  • ecc.

abbiamo che, all’incirca, il moltiplicatore fiscale oscilla tra il 1.14 e l’1.90%.

Da cosa dipende tale differenza?

Da “m” ossia da quanta parte della spesa pubblica si trasforma in importazioni dall’estero. Per tale motivo, prima della stretta bancaria monetaria sul settore delle costruzioni e della stretta Montiana con l’IMU, il PIL reggeva meglio del periodo 2009-2015. Ancora era possibile costruire case e capannoni, attività che era abbastanza al riparo dall’import (muratori italiani, finestre e porte italiane, ceramiche e bagni italiani) e il moltiplicatore era vicino al 2.

Capito amici?

Tutto dipende da “m” (ossia dalla propensione all’import) ed è per questo che agendo con miniBOT come fossero una valuta parallela (a rischio import zero) l’economia riprenderebbe alla grande.

Ad maiora.