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Mar Cinese Meridionale: la Cina fronteggia sul mare gli USA ed i loro alleati, ma gli Americani sono pronti al confronto ?

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Gli USA , affiancati dal Giappone e presto anche dall’Australia, hanno iniziato nel Mar Cinese Meridionale le operazioni denominate FON, Freedom of Navigation Operation, per affermare che le acque in questione , rivendicate dalla Cina , sono acque internazionali.

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L’area contestata di cui abbiamo parlato già precedentemente, occupa una grandissima area a U fra Cina, Taiwan, Malesia e Filippine. La Cina unilateralmente ha affermato che quest’area è di un’area di proprio esclusivo interesse, senza ben chiarire cosa questo voglia dire ,e per affermare questo suo diritto ha realizzato delle vere e proprie isole artificiali su alcuni bassifondi presso le isole Spratley. Per affermare l’internazionalità di queste acque gli USA ed i loro alleati hanno inviato delle navi militari che sono giunte a poche miglia dalle installazioni cinesi, portando la tensione ad un livello elevatissimo.

I Cinesi hanno protestato per quella che ritengono una violazione delle loro acque territoriali ed una minaccia alla propria integrità territoriale. La disputa comunque è rimasta, fortunatamente, a livello diplomatico, ma gli Stati Uniti avrebbero potuto essere una seria minaccia navale oppure hanno rischiato di trovarsi impicciati in un grosso problema tattico ?

I Cinesi sono stati i primi a sviluppare un missile balistico antinave, con una portata di oltre 1700 km (1000 miglia marittime), il DF 21A

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Questi missili costituiscono il nerbo della difesa antinave cinese. In questo momento il fulcro della forza navale americana, le enormi e costosissime portaerei, sono drammaticamente esposte nei confronti di queste armi, ed il tutto a causa di una scelta deliberata degli USA: infatti negli ultimi 40 anni la marina USA ha scelto di ridurre il raggio di azione dei propri aerei imbarcati. Se una portaerei degli anni ’50 classe Forrestal  aveva a bordo aerei che, senza rifornimento in volo, avevano un raggio d’azione di oltre 1200 miglia, un modernissimo F/A 18 ha un raggio d’azione (senza rifornimento in volo) di sole 496 miglia nautiche.

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Perfino una portaerei della seconda guerra mondiale aveva a bordo aerei di raggio d’azione maggiore, 758 miglia nautiche. Si potrà pensare che un F/A 18 possa essere rifornito in volo e quindi estendere il proprio raggio d’azione, ma vi sembra una cosa facile da fare in territorio ostile contro una potenza militare localmente molto forte ? Tra l’altro questo problema non sarà neppure risolto con l’introduzione del contestato e costosissimo F 35 B, perchè quest’aereo ha un raggio d’azione di poco superiore a quello dell’F/A 18. questa situazione deriva da una scelta sbagliata degli strateghi navali USA, che si sono concentrati solo  su operazioni a corto raggio contro obiettivi poco protetti e non hanno mai pensato alla necessità di doversi opporre ad avversari più agguerriti.

Insomma  gli USA hanno rischiato un confronto militare che avrebbe potuto vederli in grosse difficoltà, nonostante gli enormi investimenti fatti per mantenere la superiorità navale. Le portaerei rischiano di divenire cimeli del passato come le corazzate di inizio secolo scorso.

 


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