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Manfred Weber del PPE contro legge sul bando ai motori termici in Europa

Secondo Manfred Weber, leader del gruppo di centro-destra al Parlamento europeo, il Partito Popolare Europeo presenterà presto una proposta per abrogare la legge che vieta la vendita di auto e furgoni con motore a combustione interna entro il 2035, per aiutare l’industria automobilistica locale. Si tratta di un cambio paradigmatico della politica europea, che rappresenta ancora una volta come al Parlamento stiano cambiando gli equilibri e le maggioranza che negli ultimi dieci anni hanno governato in Europa.
In un’intervista al quotidiano tedesco Welt, pubblicata sabato scorso, il presidente dei popolari europei, Weber ha affermato che la legge – un elemento chiave dell’agenda Green Deal della Commissione europea per affrontare il cambiamento climatico – necessita di una revisione urgente per garantire che le case automobilistiche dell’Unione non ne risentano. Si tratta della richiesta già fatta tre mesi fa dal ministro Adolfo Urso, che aveva presentato un non paper, in cui siva chiede tra le altre cose di anticipare l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, attualmente prevista per il 2026, al primo semestre del 2025. Una proposta che ha avuto l’adesione di altri nove paesi europei e che ha rappresentato il primo passo verso quel cambio di passo necessario per scongiurare che la crisi del settore auto i Europa potesse diventare sistemica.
“Prometto agli europei la fine dell’eliminazione graduale dei motori a combustione interna”, ha affermato Weber, riferendosi alla legge e promettendo una proposta per annullarla questo autunno. “Gli errori ideologici dell’ultima legislatura devono essere corretti”, ha affermato. “È importante garantire posti di lavoro nell’industria automobilistica e conquistare il sostegno dei lavoratori”. ha concluso Weber, dimostrando cosi di voler avvicinarsi decisamente alle posizioni dei conservatori dell’Ecr, con i quali alla fine della passata legislatura aveva già votato compatto per alcune modifiche sostanziali ad alcune misure inerenti il Green deal.
Non è chiaro se la Commissione europea accetterà di sostenere un piano per indebolire le norme sulle emissioni dei veicoli, ma quello che appare certo è che ben difficilmente una Von der Leyen assai indebolita, potrebbe pensare di andare contro il suo stesso gruppo, quello appunto guidato da Weber, che è di gram lunga il piu consistente all’interno dell’emiciclo di Strasburgo.
Il presidente del Partito Popolare Europeo (PPE), Manfred Weber, continua a fare notizia questa settimana. Invece di placare i timori che il suo partito voglia dare ancora più potere a Bruxelles, gli ultimi commenti di Weber mostrano come egli chieda una centralizzazione dell’UE in Parlamento, dichiarando ai media di sostenere un allentamento delle norme UE sul clima.
In una recente intervista, il politico bavarese si è vantato di aver convinto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a rivedere le norme UE sulle emissioni e a riconsiderare il divieto sui motori a combustione entro il 2035. “Il motore a combustione tornerà, e questo significa per i consumatori che tutte le opzioni in termini di motori continueranno a essere consentite in Europa”, ha dichiarato.
Weber ha affermato di essere pragmatico, a differenza dell'”approccio ideologico” della sinistra. Ha sottolineato la necessità di auto elettriche “più accessibili” per i cittadini europei. Il leader del PPE ha anche affermato che la Cina rappresenta la principale minaccia e ha sostenuto i dazi sui suoi produttori, chiedendo al contempo un allentamento delle normative per consentire alle aziende europee di produrre a costi inferiori. Si è trattato di un sorprendente cambio di rotta, dato che in precedenza aveva sostenuto l’esternalizzazione in Cina.
Tuttavia, ciò si scontrava con il suo discorso a Strasburgo, appena due giorni prima, durante il dibattito sullo stato dell’Unione. In quell’occasione, Weber si era apertamente opposto all’idea di sovranità nazionale, arrivando ad affermare che “la sovranità non esiste più” e che il futuro dell’Europa dipende dalla centralizzazione del potere a Bruxelles. Il suo messaggio era chiaro: solo un’Unione “irreversibile” in politica estera e di difesa potrà sopravvivere in un mondo ostile.
Il leader del PPE , e per qualcuno ancora possibile candidato a succedere a Von der Leyen nel 2029 ( e forse anche prima, considerando come la maggioranza che sostiene la presidente sembra sempre piu spaccata e divisa) sta ora celebrando l’inversione di rotta, rispetto alle politiche climatiche da lui precedentemente sostenute, sottolineando l’opportunismo politico alla base del suo cambiamento. Sa che l’industria automobilistica europea è in difficoltà: 90.000 posti di lavoro persi in un solo anno, un calo della competitività rispetto all’Asia, mentre la classe media è sempre più povera e non può permettersi un’auto elettrica.
Il divario tra ciò che Weber afferma a Bruxelles e ciò che dichiara ai media indica una strategia chiara: spingere per ottenere più potere a Bruxelles, facendo marcia indietro sulle questioni economiche per placare la rabbia pubblica. Potrebbe far guadagnare tempo al PPE, ma costringe anche il partito ad ammettere il fallimento della sua agenda verde – e a presentare questa ritirata come “pragmatismo” piuttosto che come una risposta alla crescente pressione sociale ed economica.
Una valutazione ad alto livello della revisione delle emissioni della flotta è prevista per metà dicembre, con la partecipazione di von der Leyen e di alti rappresentanti del settore automobilistico. Secondo quanto riportato dai media, le decisioni preliminari sono attese entro la fine dell’anno, con von der Leyen che ha confermato che i primi risultati saranno pubblicati a dicembre. Documenti interni della Commissione suggeriscono l’introduzione di esenzioni mirate per i motori alimentati con carburanti a impatto climatico zero e per i veicoli ibridi plug-in. Storicamente, il settore automobilistico ha fatto pressioni per condizioni normative più permissive.
Secondo le attuali norme UE sulle emissioni della flotta, i veicoli di nuova immatricolazione non devono superare in media i 93,6 grammi di CO₂ per chilometro. Entro il 2035, questa soglia sarà progressivamente ridotta a zero, vietando di fatto la vendita di nuovi veicoli dotati di motori a combustione. Queste misure fanno parte del pacchetto legislativo “Fit-for-55” dell’UE, che mira a limitare l’aumento della temperatura globale a poco più di due gradi Celsius. In particolare, la Corte internazionale di giustizia ha recentemente affermato che gli Stati che superano la soglia di riscaldamento di 1,5 gradi possono essere ritenuti legalmente responsabili.

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