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Attualità

Male la manifattura in Europa. Il mercantilismo sacrifica il suo stesso mercato.

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Con il principio che tutti devono essere competitivi per conquistare i mercati esteri, sacrificando spesso e volentieri la propria  domanda interna l’Europa ormai da tempo sta andando incontro ad un processo autodistruttivo del suo mercato interno. Sopratutto se vi è un calo della domanda extra europea, la progressiva fine del QE americano e gli ultimi dati sul pil giapponese, non fanno ben sperare per l’eurozona.
Ovvio che in questo quadro la deflazione la fa da padrona.
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I dati usciti in questo mese di novembre, conferma quanto detto:
L’indice composito delle attività manifatturiere (PMI) è in costante calo dall’inizio di quest’anno.
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Di conseguenza l’indice manifatturiero sempre da inizio di quest’anno ha seguito un declino inarrestabile, toccando quota 50, spartiacque da una fase di crescita ad una di contrazione dell’economia.
Nello specifico, Italia e Francia al di sotto della soglia 50, confermano la loro contrazione economica. Un risultato, per il nostro Paese che si va ad aggiungere al “glorioso” semestre europeo di presidenza italiana…
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Stessa situazione per la Germania, ormai immobile, dove il suo indice manifatturiero ha toccato in questo mese quota 50, quindi al confine con la contrazione economica.
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A conferma invece dell’inarrestabile declino italiano, vi è il dato di settembre inerente ai nuovi  ordinativi dell’industria, che segna un negativo di un 1.5% rispetto al mese precedente ed un suo fatturato che segna sempre a settembre un -2.2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (fonte istat).
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