Attualità
Magnate vietnamita condannata a morte per una frode da 12 miliardi di dollari
In Vietnam se si organizza una grande frode del risparmio attraverso una banca rischia la pena di morte, come accaduto a Truong My Lan e alla SBC bank.
La magnate vietnamita del settore immobiliare Truong My Lan è stata condannata a morte giovedì, dopo che un tribunale l’ha dichiarata colpevole di appropriazione indebita, corruzione e violazione delle norme bancarie in un processo per frode che l’ha vista accusata di essersi impossessata oltre 12,5 miliardi di dollari da una banca utilizzando centinaia di società fantasma. La cifra è colossale, pari al 3% del PIL vietnamita.
Nel corso di un processo di cinque settimane a Ho Chi Minh City che ha sconvolto il Vietnam, Lan, 67 anni, insieme a decine di altre persone, è stata accusata di aver orchestrato una massiccia frode presso la Saigon Commercial Joint Stock Bank (SCB), che ha prosciugato i risparmi e gli investimenti di decine di migliaia di persone.
I procuratori hanno chiesto la condanna a morte per Lan – che è sposata con l’investitore di Hong Kong Eric Chu Nap-kee, anch’egli sotto processo – a causa della gravità del crimine, che ha colpito il cuore dell’industria finanziaria e immobiliare del Vietnam. Se lo stesso criterio fosse seguito in Italia avremmo dimezzato avuto un taglio nel numero complessivo di manager in diversi settori.
“Le azioni dell’imputato non solo hanno violato i diritti di gestione patrimoniale di individui e organizzazioni, ma hanno anche spinto la SCB in uno stato di controllo speciale; erodendo la fiducia del pubblico nella leadership del Partito e dello Stato”, si legge nel verdetto, secondo i media statali.
Il marito di Lan, Eric Chu, è stato condannato giovedì a nove anni di reclusione per violazione dei regolamenti bancari, secondo i media statali, mentre altri imputati sono in attesa di sentenza. Il Vietnam, controllato dai comunisti, è uno degli ultimi Paesi asiatici a praticare la pena di morte. Ma Lan ha il diritto di appellarsi contro la sentenza.
La sentenza arriva mentre la leadership comunista del Paese guida un giro di vite sulla corruzione che sta falcidiando l’élite politica e imprenditoriale del Vietnam.
Lan ha guidato la fusione della SCB, in difficoltà, con altre due banche nel 2011 e poi ha usato la nuova banca per prelevare contanti, sottrarre fondi, finanziare i suoi affari personali e la società immobiliare Van Thinh Phat attraverso società di comodo, ha detto un giudice secondo i media statali.
La frode è stata condotta attraverso oltre 1.000 società fantasma che hanno nascosto la destinazione del denaro e la sua reale partecipazione in SCB, che secondo i procuratori ammontava a oltre il 90 percento.
“Lan è essenzialmente il proprietario della SCB, dirigendo non solo le attività di credito ma anche le questioni del personale, nominando posizioni chiave e offrendo stipendi e bonus generosi per facilitare il suo controllo”, si legge nel verdetto.
Il tribunale ha anche accusato Lan di aver commesso crimini ripetuti per un lungo periodo con “metodi sofisticati” in “modo organizzato”, causando “gravi conseguenze senza possibilità di recupero”, secondo i media statali. Circa 1,2 miliardi di dollari sono stati persi dai titolari di obbligazioni emesse da Van Thinh Phat, la società immobiliare di Lan, secondo gli investigatori.
Al momento del suo arresto nell’ottobre 2022, l’indice di riferimento del Vietnam e i titoli bancari sono crollati, riflettendo la sua importanza per il settore finanziario. Nella sua ultima dichiarazione all’inizio di aprile, Lan ha espresso rimorso, dicendo: “Sono stata sciocca ad avventurarmi nel duro mondo degli affari, nel settore bancario in cui non ero esperta”, secondo i media statali.
Una retata anti corruzione
Il processo fa parte della campagna anti-corruzione ‘Fornaci ardenti’ guidata dal Segretario Generale del Partito Comunista Nguyen Phu Trong. La campagna ha portato alle dimissioni di due presidenti e due vice primi ministri, oltre a centinaia di arresti di alto profilo.
Inizia il più grande caso di frode del Vietnam
Le rivelazioni del processo Lan possono danneggiare la fiducia degli investitori, hanno detto gli esperti, in quanto espongono anni di attività illegali e non scoperte all’interno del più grande istituto di credito del Paese e del settore immobiliare.
Anche tre società di revisione indipendenti delle ‘Big 4’ sono state accusate di aver commesso violazioni nel caso SCB, secondo i pubblici ministeri, senza però identificarle. i documenti pubblici dimostrano che le aziende leader a livello mondiale Ernst & Young, KPMG e Deloitte non hanno segnalato preoccupazioni sulla banca nei loro audit di SCB, la più grande banca commerciale del Vietnam per patrimonio.
Tutto questo però non garantirà i 42 mila risparmiatori che hanno perso i propri risparmi, per 1,25 miliardi di dollari investiti, tramite la SBC, nelle obbligazioni emesse dalle società immobiliari della signora Lan che venivano vendute dalla banca ma sono separate dalla banca e quindi non salvate dallo stato. La stessa banca è stata salvata dallo stato dopo una corsa agli sportelli e Nguyen Thi Hong, governatore della Banca di Stato del Vietnam, è dovuto intervenire dichiarando al pubblico che tutti i conti di risparmio, compresi i certificati di deposito, sono garantiti dalla banca centrale, indipendentemente dalle circostanze.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
Pingback: Il Vietnam deve iniettare 24 miliardi nella propria banca fallita, il 6% del PIL