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Energia

Maersk sta studiando la fattibilità delle propulsione nucleare nella propria flotta mercantile

Lloyd e Maersk lavoreranno sulla possibilità economica e autorizzativa di operare una flotta di navi mercantili a energia nucleare, per ottenere la completa decarbonizzazione

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Il gigante del trasporto marittimo e della logistica A.P Moller – Maersk si è unito a uno studio sulla fattibilità del trasporto marittimo di container a propulsione nucleare.

La ricerca è condotta dalla società di classificazione e conformità marittima Lloyd’s Register e dalla società di ingegneria nucleare Core Power e si occuperà della fattibilità normativa e delle strutture necessarie per il trasporto marittimo di container a propulsione nucleare.

L’industria ha da tempo preso in considerazione il combustibile nucleare per il trasporto marittimo commerciale come una via per ridurre le emissioni di carbonio, ma è stata un’area contestata a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza e sulla gestione dei rifiuti.

Valutare la praticabilità dell’energia nucleare

Per accertare la praticabilità del trasporto merci a propulsione nucleare, lo studio valuterà le strutture necessarie per una nave portacontainer che utilizzerebbe un reattore nucleare di quarta generazione in Europa.

Il Lloyd’s Register ha spiegato che lo studio congiunto cercherà di capire quali requisiti di sicurezza dovrebbero essere previsti per il combustibile nucleare e di comprendere le operazioni.

Lo studio spera anche di fornire informazioni ad altre aziende della catena di valore marittima interessate ad esplorare i casi commerciali per l’energia nucleare come via per raggiungere lo zero netto.

Il trasporto navale nucleare per il net zero Essendo un’industria ad alto contenuto di carbonio, con il trasporto navale che rappresenta circa il 3% delle emissioni globali, il settore è sotto pressione per trovare soluzioni a basso contenuto di carbonio.

Nonostante le preoccupazioni sulla sicurezza e sulla logistica del combustibile nucleare per il trasporto merci, Mikal Bøe, amministratore delegato di Core Power, ha dichiarato che è improbabile che le ambizioni di zero netto per il settore possano essere raggiunte senza l’uso dell’energia nucleare.

“Non c’è zero netto senza nucleare”, ha dichiarato.

“Una chiave cruciale per sbloccare il vasto potenziale dell’energia nucleare di trasformare il modo in cui il settore marittimo è alimentato è il quadro normativo per l’assicurabilità commerciale delle centrali nucleari galleggianti e delle navi a propulsione nucleare che opererebbero in ambienti vicini alla costa, nei porti e nelle vie d’acqua”.

Anche Ole Graa Jakobsen, responsabile della tecnologia della flotta di Maersk, ha sottolineato l’importanza di questo studio che valuta la validità di questa strada per la decarbonizzazione.

Osservando le sfide legate alla sicurezza, alla gestione delle scorie e all’accettazione delle normative, ha spiegato che se questi ostacoli potessero essere affrontati attraverso lo sviluppo di nuovi reattori di quarta generazione, “l’energia nucleare potrebbe potenzialmente diventare un’altra possibile via di decarbonizzazione per l’industria logistica da qui a 10-15 anni”.

Un problema non tecnico, ma di regolamentazione ed economico

Il problema dell’uso dell’energia nucleare nel settore marittimo non è tecnica: sono esistiti ed esistono diversi esempi di navi mercantili o civili in generale. I problemi sono autorizzativi ed economici.

In promo luogo ci sono problemi di carattere autorizzativo per la realizzazione della nave a propulsione nucleare e, talvolta, anche per la sua operatività in determinati porti. Questo primo problema è poi collegato al secondo, cioè quello economico: l’operatività di una nave a propulsione nucleare deve essere economicamente conveniente, quindi il costo degli impianti di propulsione deve presentare un’economicità coerente con il settore privato.

 

 


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