Attualità
Made in Italy: Promuovere l’Eccellenza e la Sostenibilità nel Settore Moda e Tessile
Il settore tessile e della moda è da lungo tempo un pilastro dell’economia italiana. Il Paese ha una lunga tradizione nella produzione di tessuti pregiati, abbigliamento, calzature e accessori, ed è conosciuto in tutto il mondo per il suo stile e design distintivi. Il settore svolge un ruolo significativo nell’economia italiana, contribuendo in modo significativo al PIL nazionale, ma…
Ma il Made in Italy del tessile e della moda sta conoscendo un progressivo declino. Ecco l’analisi e le proposte per rilanciarlo:
Prima del 2000, il settore tessile e della moda italiano occupava un gran numero di persone. Le fabbriche tessili, le aziende di abbigliamento e gli atelier sartoriali rappresentavano una fonte importante di lavoro per la popolazione italiana. Molte famiglie dipendevano da questa industria e il lavoro nel settore era considerato un’occupazione stabile e tradizionale. Negli anni precedenti al 2000, l’Italia era una delle principali potenze manifatturiere nel settore tessile e della moda.
Il settore faceva parte integrante dell’economia italiana e contribuiva in modo significativo alla creazione di valore e alla ricchezza nazionale. Secondo le stime disponibili, il PIL del settore tessile e della moda italiano prima del 2000 poteva essere compreso tra i 150 e i 200 miliardi di lire, a fronte di un PIL medio dal 1980 al 2000 di 1550 miliardi. Quindi più incisivo rispetto ad oggi; assestandosi intorno all’8% del PIL nazionale.
Il parziale declino post globalizzazione
In un articolo che spiega l’importanza della produzione locale viene fatta una analisi di come le micro imprese operano nel settore italiano della moda e del tessile per creare valore. Alle piccolissime imprese non resta che scegliere la via della qualità, anche se è la strada più complicata e più dispendiosa.
Per questo molte aziende chiudono e molti capannoni restano vuoti.
Secondo i dati recenti, il settore tessile e della moda rappresenta circa il 5% del PIL italiano. Nel 2022, il PIL dell’Italia è stato di circa 1900 miliardi di euro, e il settore tessile e della moda ha contribuito con circa 95 miliardi di euro. Questo indica l’importanza economica del settore nel contesto italiano.
Le esportazioni italiane di prodotti tessili e di abbigliamento sono state consistenti negli ultimi anni. Nel 2021, le esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento sono state pari a circa 33 miliardi di euro. I principali mercati di destinazione per le esportazioni italiane nel settore sono stati l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Cina.
Da un punto di vista occupazionale, il settore tessile e della moda offre una significativa quantità di posti di lavoro in Italia. Si stima che il settore impieghi direttamente circa 600.000 persone, con ulteriori opportunità di lavoro generate anche nell’indotto. Le regioni italiane con una forte presenza manifatturiera, come la Lombardia, la Toscana e la Campania, sono tra le principali aree in cui il settore opera e genera occupazione.
L’industria tessile italiana è anche caratterizzata dalla presenza di numerose nano e PMI che contribuiscono in modo significativo alla produzione nazionale. Queste aziende spesso si specializzano in prodotti di alta qualità e artigianali, che hanno una forte domanda sia sul mercato interno che su quello estero.
Negli ultimi anni, il settore tessile e della moda italiano si è anche impegnato nella sostenibilità ambientale e sociale. Molte aziende stanno adottando pratiche produttive ecosostenibili, utilizzando materiali riciclati e riducendo l’impatto ambientale della produzione. Questa transizione verso la sostenibilità è stata un fattore importante per mantenere la competitività nel mercato globale.
Il settore tessile e della moda italiano affronta diverse sfide e difficoltà a causa della concorrenza sia a livello nazionale che internazionale. Ecco alcuni punti chiave:
- Globalizzazione e concorrenza internazionale: Il settore tessile e della moda è altamente competitivo a livello globale. Paesi come la Cina, l’India e altri paesi asiatici offrono costi di produzione inferiori e hanno una grande capacità di produzione. Questa concorrenza internazionale può mettere a rischio la competitività delle imprese italiane, specialmente nelle fasce di mercato meno lussuose.
- Fast fashion: L’avvento del concetto di “fast fashion” ha cambiato radicalmente il panorama del settore tessile e della moda. I marchi che adottano questo modello producono abbigliamento economico e di tendenza a ritmi molto rapidi. Questo ha creato un ciclo di consumo veloce e una maggiore pressione sui produttori italiani per ridurre i tempi di produzione e abbassare i prezzi, compromettendo talvolta la qualità e la sostenibilità.
- Replica e contraffazione: Il settore tessile e della moda italiano è particolarmente colpito dalla replica e dalla contraffazione di prodotti. La produzione e la distribuzione di prodotti contraffatti causano danni significativi all’industria italiana, sia in termini di perdite finanziarie che di immagine del marchio. La lotta alla contraffazione è una sfida costante per le aziende italiane.
Non solo grandi brand. Nel settore della moda e del tessile esiste un tessuto di micro e nano imprese che può creare valore.
I piccoli brand e i laboratori artigianali svolgono un ruolo significativo nel settore tessile e della moda italiano. Queste realtà spesso si distinguono per la loro attenzione alla qualità, all’artigianalità e all’innovazione, offrendo prodotti unici e distintivi. Essi rappresentano una componente preziosa dell’industria italiana, contribuendo al panorama della moda e mantenendo vive tradizioni e tecniche artigianali.
Dal punto di vista occupazionale, i piccoli brand e i laboratori artigianali offrono una fonte di occupazione per un numero significativo di persone. Anche se non è possibile fornire una stima precisa, si stima che tali realtà occupino un numero considerevole di lavoratori nell’industria tessile e della moda italiana.
Inoltre, i piccoli brand e i laboratori artigianali spesso lavorano in sinergia con altre aziende e attori del settore, sia a livello nazionale che internazionale. Possono collaborare con grandi marchi per la produzione di componenti o prodotti specifici e possono partecipare a eventi di moda e fiere commerciali, contribuendo così a stimolare l’economia del settore e l’export.
È importante sottolineare che l’importanza dei piccoli brand e dei laboratori artigianali va oltre il semplice impatto economico. Essi rappresentano una parte integrante della cultura italiana, preservando tradizioni e artigianato unici nel panorama globale della moda. Il loro contributo alla valorizzazione del “Made in Italy” è di fondamentale importanza per la reputazione del settore a livello internazionale.
È innegabile che la competitività dei prezzi e la rapida produzione offerte dalla manifattura cinese abbiano avuto un impatto sull’industria della moda italiana. Alcuni brand italiani possono essere tentati di esternalizzare la produzione o l’approvvigionamento di materiali verso la Cina al fine di ridurre i costi.
Questo fenomeno può comportare alcune implicazioni negative per l’occupazione nel settore italiano.
Inoltre, è fondamentale ricordare che la qualità, l’artigianalità e il design distintivo associati al “Made in Italy” rimangono punti di forza del settore della moda italiano. Questi fattori continuano a contribuire alla reputazione e al valore dei prodotti italiani nel mercato internazionale.
Quindi occorre sostenere chi produce 100% italiano, ma per fare questo occorre un drastico e repentino cambiamento culturale che ci riporti al passato, quando era uso comune acquistare in modo accurato scegliendo la qualità.
Cosa fare per sostenere il Made in Italy del settore?
Sul fronte interno si può fare molto abbiamo per riattivare laboratori e lavoratori rimasti disoccupati. Una proposta concreta contenuta nell’articolo sul supporto alle micro attività.
Il supporto dell’azione politica può andare molto oltre in doversi modi. Ecco quali sono le attività che sarebbe necessario realizzare sin da oggi e che non viene mai fatto abbastanza:
- Promozione del design e del marchio “Made in Italy”: l’Italia è rinomata per il suo design distintivo e l’artigianalità nel settore moda e tessile. Promuovere il design italiano e il marchio “Made in Italy” a livello nazionale e internazionale può aumentare il valore e la reputazione dei prodotti italiani. Questo potrebbe essere fatto attraverso campagne di marketing mirate, partecipazione a fiere e eventi di settore, nonché collaborazioni con designer e artisti di fama.
- Sostenere la formazione e l’istruzione: investire nella formazione e nell’istruzione nel settore moda e tessile potrebbe garantire la disponibilità di competenze tecniche e creative di alta qualità. Ciò contribuirebbe a mantenere e sviluppare le competenze artigianali tradizionali, nonché a formare nuove generazioni di designer, sarti, tecnici e esperti nel settore.
- Supporto alle esportazioni e al commercio internazionale: promuovere le esportazioni e facilitare l’accesso ai mercati internazionali può favorire la crescita del settore moda e tessile in Italia. Questo potrebbe essere fatto attraverso politiche di sostegno alle esportazioni, accordi commerciali vantaggiosi e il supporto alle imprese per l’accesso a nuovi mercati.
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