EnergiaEsteri
Madagascar: La crisi energetica accende la rivolta. Antananarivo a ferro e fuoco
a capitale del Madagascar in fiamme per i continui blackout: una crisi energetica si trasforma in una violenta rivolta politica contro il governo. Ecco le cause profonde degli scontri.

Sembra una scena vista e rivista in diverse parti del mondo, eppure ogni volta colpisce per la sua cruda realtà. In Madagascar, la pazienza dei cittadini è ufficialmente esaurita. La capitale, Antananarivo, è stata teatro di violenti scontri che hanno trasformato le proteste per le croniche interruzioni di corrente e la scarsità d’acqua in una vera e propria guerriglia urbana. Nonostante il coprifuoco imposto dalle autorità dalle 19:00 alle 5:00, i manifestanti hanno eretto barricate con pneumatici in fiamme e saccheggiato negozi, con attacchi persino alle stazioni della funivia.
Madagascar 🇲🇬 PROTESTAS EN MADAGASCAR
El malestar en #Madagascar escala: protestas en Antananarivo provocan incendios en casas de políticos, en respuesta a cortes de servicios públicos que afectan a varias zonas de la capital. @MundoEConflicto pic.twitter.com/AUQuYVzFbn
— Periodistassinfronteras (@periodistassin2) September 25, 2025
Quelle che giovedì erano iniziate come marce pacifiche contro i disservizi si sono rapidamente trasformate in una delle sfide più serie per il presidente Andry Rajoelina. Centinaia di persone hanno tentato di raggiungere la piazza centrale Ambohijatovo, nonostante il divieto di assembramento imposto dal governo. La risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere: un massiccio dispiegamento di polizia ha bloccato gli accessi, utilizzando gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la folla.
La protesta non è rimasta confinata alle piazze. Grazie a una massiccia mobilitazione online, la rabbia si è diretta anche verso figure vicine al governo. Sui social media sono stati condivisi gli indirizzi di politici pro-Rajoelina, con inviti a “prenderli di mira”. Almeno due parlamentari, tra cui la senatrice ed ex ministra Lalatiana Rakotondrazafy, hanno subito atti di vandalismo alle proprie abitazioni.
Il governo, dal canto suo, tenta di dipingere la situazione come un complotto orchestrato. Tredici senatori hanno denunciato quello che definiscono un “tentativo di colpo di Stato” da parte dell’opposizione. Una narrazione comoda, che però non cancella le ragioni profonde della rabbia popolare, radicate in una crisi energetica ed economica devastante.
Il disastro della Jirama: il buco nero dell’economia malgascia
Come fa un paese ricco di risorse naturali, tra cui l’abbondante cacao, ad andare in crisi? Il vero cuore del problema ha un nome: Jirama, la compagnia statale di acqua ed elettricità. La sua gestione è il perfetto esempio di come l’inefficienza e la corruzione possano mettere in ginocchio un’intera nazione. Analizziamo qualche dato:
- Accesso all’elettricità: Secondo il Fondo Monetario Internazionale, solo un terzo dei 30 milioni di abitanti del Madagascar ha accesso alla rete elettrica.
- Durata dei blackout: Le interruzioni di corrente superano spesso le otto ore al giorno, paralizzando attività economiche e vita quotidiana.
- Costo per lo Stato: La Jirama, pur fornendo un servizio pessimo, assorbe il 10% delle entrate statali. Una cifra spropositata per uno dei Paesi più poveri del mondo, dove il 75% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
La mala gestione e la corruzione endemica all’interno dell’azienda sono state più volte denunciate, ma senza risultati concreti. Il tutto mentre il presidente Rajoelina, reduce da un intervento all’Assemblea Generale dell’ONU a New York, non ha ancora rilasciato dichiarazioni. Intanto, per adesso, cerca di risolvere il problema come fanno tutti i politici: dando la colpa ai sottoposti e licenziandoli. In questo caso la testa che è caduta è quella del ministro dell’energia, licenziato senza troppe remore perché “Non avrebbe fatto il suo dovere“:
Curiosamente, proprio lui salì al potere la prima volta nel 2009 con un colpo di Stato, prima di vincere le elezioni nel 2018 e nel 2023. A volte, la storia presenta conti con una certa ironia.
‼️🆘Madagascar is crying for help. Citizens are shot, silenced, abandoned. Families can’t sleep at night. #SOSMadagascar pic.twitter.com/j7kQdEmp6V
— J. Michel Andriafetiarison (@fetiarison_) September 26, 2025
Domande e Risposte
1) Perché le proteste in Madagascar sono diventate così violente?
Le proteste sono nate da un’esasperazione profonda e prolungata della popolazione per i continui blackout elettrici e la carenza d’acqua. Questi disservizi, che possono durare oltre otto ore al giorno, paralizzano la vita e l’economia. La manifestazione, inizialmente pacifica, è degenerata a causa della dura repressione poliziesca (gas lacrimogeni, proiettili di gomma) e del divieto di assembramento. La rabbia accumulata per anni contro la corruzione e l’incapacità del governo di garantire servizi essenziali si è quindi trasformata in una rivolta urbana violenta, con barricate e saccheggi.
2) Qual è il ruolo della compagnia statale Jirama in questa crisi?
La Jirama, l’azienda statale per l’energia e l’acqua, è il fulcro della crisi. È considerata inefficiente, corrotta e mal gestita. Nonostante fornisca un servizio estremamente scadente a solo un terzo della popolazione, assorbe una quota enorme delle finanze pubbliche: circa il 10% delle entrate dello Stato. Questo drena risorse vitali da altri settori in un paese dove il 75% della popolazione è povera. La Jirama è quindi vista come il simbolo del fallimento e della corruzione del sistema, catalizzando la rabbia dei cittadini.
3) Come sta reagendo il governo del presidente Rajoelina?
La reazione del governo è duplice. Da un lato, ha adottato misure repressive: ha imposto il coprifuoco nella capitale, chiuso le scuole e schierato ingenti forze di polizia per disperdere i manifestanti con la forza. Dall’altro, sta cercando di delegittimare la protesta sul piano politico. Alcuni senatori vicini al presidente hanno definito i disordini un “tentativo di colpo di Stato” da parte dell’opposizione. Il presidente Andry Rajoelina, tuttavia, è rimasto finora in silenzio, e non è chiaro se sia già rientrato dal suo viaggio a New York.

You must be logged in to post a comment Login