Difesa
Macron: Europei, comprate armi francesi. Questo è possibile e conveniente?
Macron vorrebbe che le nazioni europee comprassero solo armi francesi, ma non è possibile

Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato le nazioni europee a ripensare la loro dipendenza dall’hardware militare di produzione americana, invitandole a sostituire i caccia F-35 di Lockheed Martin con i Rafale francesi e ad abbandonare gli Stati Uniti.
Questo è avvenuto in un’intervista al quotidiano francese Le Parisien, nel quale ha chiaramento affermato:
Ho chiesto ai produttori che, sui sistemi dove abbiamo i prodotti migliori, possiamo avvicinarci agli Stati europei che hanno preso l’abitudine di comprare americano”, ha confidato il Capo dello Stato. A chi compra il Patriot, dobbiamo offrire il SAMP/T di nuova generazione, franco-italiano. A chi compra l’F35, dobbiamo offrire il Rafale”. Così siamo sicuri di aumentare il tasso di produzione”.
Parlando da Parigi, Macron ha fatto il suo discorso in un momento di cambiamento delle dinamiche transatlantiche, in quanto i Paesi europei si trovano ad affrontare una crescente pressione per rafforzare le proprie industrie della difesa tra le incertezze della politica estera statunitense dopo il ritorno alla carica di Donald Trump a gennaio.
Le sue osservazioni mirano a convincere gli alleati della NATO e gli altri partner europei ad acquistare prodotti europei, incrementando i posti di lavoro e l’autonomia e contrastando quella che egli considera un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia americana, che per decenni è stata una pietra miliare della sicurezza del continente.
La tempistica della dichiarazione di Macron si collega direttamente ai recenti cambiamenti geopolitici. Con l’amministrazione Trump che segnala un possibile ritiro dagli impegni della NATO – riecheggiando lo scetticismo del suo primo mandato nei confronti dell’alleanza – i leader europei hanno discusso su come rafforzare le proprie difese.
Belle Parole, ma estremamente nazionalistiche e poco reali
Macron, da tempo sostenitore dell’autonomia strategica europea, ha colto il momento per far valere le sue ragioni. “Dobbiamo offrire alternative europee ai Paesi abituati alle attrezzature americane “, ha dichiarato ai giornali francesi, indicando il Rafale, costruito da Dassault Aviation, e il SAMP/T, sviluppato da Eurosam, una joint venture tra la francese Thales e l’italiana MBDA.
Ha sostenuto che l’aumento della produzione di questi sistemi potrebbe ridurre i costi e creare una rete di difesa autonoma in Europa, meno legata alle priorità di Washington.
Il Rafale, un caccia multiruolo bimotore, è l’aereo da guerra di punta della Francia da quando è entrato in servizio nel 2001. A differenza dell’F-35, incentrato sullo stealth, che si basa molto sul suo basso profilo radar, il Rafale enfatizza la versatilità: è in grado di combattere aria-aria, di attaccare a terra e di fare ricognizione, con una velocità massima di 1,8 Mach e un raggio di combattimento di circa 1.000 miglia.
La proposta di Macron arriva mentre diverse nazioni europee, tra cui Polonia e Finlandia, hanno optato per l’F-35 negli ultimi anni, attratte dai suoi sensori avanzati e dall’interoperabilità della NATO. La Polonia, ad esempio, ha firmato un accordo da 4,6 miliardi di dollari nel 2020 per 32 F-35, mentre la Finlandia ne ha ordinati 64 nel 2021, secondo i dati del Dipartimento di Stato americano.
Le affermazioni di Macron presentano però degli aspetti fortemente nazionalistici, a protezione della principale industria francese attuale, insieme a quella energetica,, cioè quella militare. Però ci sono dei tratti di profonda irrealtà.
Prima di tutto il sistema SAMPT/T , per quanto ottimo, si appoggiasu una base industriale sottilissima. Non è un mistero che la fornitura di pochi sistemi all’Ucraina ha messo in crisi la difesa aerea dell’Italia, ridotta all’osso, al minimo strategico. La fornitura di missili Aster 30 all’Ucraina non è mai stata adeguata, come affermato dallo stesso Zelensky.
La capacità produttiva franco italiana appare inadeguata per un impoego limitato in Ucraina, come si può pensare, anche lontanamente, che possa sostituire le decine di batterie Patriot diffuse in Europa?
Inoltre gli Aster 30 non hanno la flessibilità e le prestazioni di Standard 6 del sistema Aegis o di THAAD. C’è ancora un buco, e non piccolo, da riempire.
Ancora più complessa è la situazione del Rafale. Possiamo muovere tre semplici osservazioni alle affermazioni di Macron:
- prima di tutto perché Rafale e non la sua controparte europea Eurofighter. Alla fine le prestazioni sono simili;
- quindi il Rafale non è all’altezza dell’F.-35, in un campo di battaglia sempre più comandato da radar e missili e in cui la segnatura è spesso indispensabile, come mostrato dagli attacchi israeliani. Il Rafale è lontano da questi risultati.
- infine , passando all’Italia, perché dovremmo comprare un caccia francese, quando Leonardo è fornitoere, assemblatore e centro di manutenzione dell’F35, che, fra l’altro, è l’unico caccia che opera dalle portaerei Trieste e Cavour?
La visione di Macron è quella di espandere il suo utilizzo in tutto il continente, sostituendo le decine di batterie di Patriot gestite da nazioni come Germania e Paesi Bassi e le decine di f-35 ordinati da paesi come Belgio, Finlandia e Polonia. Ma i polacchi hanno già affermato che non rinunceranno agli F-35 che costano si più dei Rafale, ma sono anche molto più avanzati dei Rafale.
L’appello di Macron sembra la chiamata di un uomo in grande difficoltà. Le armi sono probabilmente l’unica via per la Francia per risollevare la propria economia. Macron, in questo, si presenta come un buon venditore, ma il prodotto è fallace.
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