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MACRON: ANCHE LE ELEZIONI SENATORIALI SONO UNA MEZZA DELUSIONE, MA LUI VA AVANTI

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Cari amici

domenica non si sono tenute solo le elezioni in Germania, anche la Francia ha votato per il rinnovo del 50% del Senato, 171 seggi. Si tratta di un’elezione indiretta, in cui votano i grandi elettori nominati da consigli comunali, dipartimentali e regionali. Quindi sono elezioni in cui la politica ha già determinato gran parte del risultato, frutto di mediazioni ed accordi.

In questa situazione il presidente Macron ed il suo neonato LREM, La Republique En Marche, avrebbero dovuto ottenere un ottimo risultato, figlio sia della sua posizione centrista, sia della concentrazione di potere già accumulata nelle sue mani. In estate il responsabile marconista del senato, François Patriat, si aspettava dai 50 ai 60 seggi, in linea con i risultati alla Camera. Però non è andata così…

LREM ha ottenuto solo 24 seggi, pari al 14% dei seggi messi in palio. Les Republicains, la destra tradizionale ex gaullista, ha guadagnato 5 seggi, I socialisti, che temevano di scomparire , ne perdono solo 14 e rimangono a 72 , ma non scompaiono.

Insomma l’allure di Macron sembra in calo verticale, e difficilmente riuscirà a ripetere l’exploit delle politiche, oltre che mettre in discussione la sua capacità di cambiare la costituzione senza bisogno di un referendum popolare. Il suo gradimento cala, i camionisti hanno dichiarato uno sciopero generale, e perfino il suo discorso alla Sorbona, che doveva segnare la nuova era per l’Europa, appare superato nelle sue parti economiche, in cui prevede un budget europeo finanziato da tasse europee per pagare investimenti ed una convergenza dei servizi sociali e dei sistemi fiscali, perchè non tiene conto delle evoluzioni tedesche ostili sul tema. Macron, con questo budget comune, voleva dare la spinta soprattutto alla Francia, molto meglio attrezzata all’utilizzo di questa forma di fondi, come dimostra la destinazione dei Fondi per l’acquisto dei titoli privati della BCE. Però se la Germnaia , già scettica, si tira indietro, gli rimane il cerino della mancata crescita e delle proteste sociali in mano.

Nel frattempo Philippot, l’anima politica del FN, fonda Les Patriotes, una formazione di centro destra scetica, ma che vuole distaccarsi dai ruderi del Lepenismo più vecchio e più becero e dalle cause giudiziarie che lo colpiscono. Un movimento nuovo, ma che sta attirando molti dalla destra. Che non sia lui il prossimo Macron?

 


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