Francia
Macron, altro giro altra crisi: Lecornu dà le dimissioni. Alla fine è durato meno di un mese
Francia nel caos: il premier Lecornu si dimette dopo 27 giorni. Macron sempre più solo, l’estrema destra ora chiede le elezioni anticipate.
A questo punto siamo al quarto Primo Ministro bruciato da Macron. Il Primo Ministro Sébastien Lecornu, nominato meno di un mese fa, ha rassegnato le dimissioni stamattina, prontamente accettate da un Emmanuel Macron sempre più simile a un re a cui crolla il castello di carte. Un governo lampo, durato lo spazio di un sospiro, che getta la Francia in una nuova, prevedibile, crisi politica.
Nominato il 9 settembre, Lecornu ha gettato la spugna dopo neanche trenta giorni. Un record che la dice lunga sulla stabilità politica transalpina. Il motivo? La presentazione della sua squadra di governo, un capolavoro di equilibrismo politico talmente mal riuscito da far infuriare quasi tutti, a partire dai teorici alleati. Le sue possibilità di formare un governo sono andate a zero.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la proposta di un nome in particolare: Bruno Le Maire. Il suo ritorno sulla scena, evidentemente, non è stato gradito a destra, nel partito dei Républicains (LR), il cui leader Bruno Retailleau ha parlato senza mezzi termini di “rottura promessa non mantenuta”. Un affronto che ha portato alla convocazione d’urgenza di un consiglio strategico del partito, segnale che l’aria a Parigi si era fatta pesante.
La situazione, già caotica, è stata subito cavalcata da chi attende il momento propizio per dare la spallata finale al macronismo.
- Il Rassemblement National all’attacco: Jordan Bardella, leader del RN, non ha perso tempo e ha chiesto a gran voce una nuova dissoluzione dell’Assemblea Nazionale. Tradotto: elezioni anticipate.
- Un Parlamento ingovernabile: L’attuale emiciclo è frammentato in tre blocchi (sinistra, centro macronista e destra) senza una maggioranza chiara, rendendo ogni mossa del governo un percorso a ostacoli.
- La scommessa persa di Macron: Il Presidente sperava che una figura come Lecornu potesse ricucire gli strappi. Ha ottenuto l’esatto contrario, mostrando una debolezza politica che ora i suoi avversari non esiteranno a sfruttare.
La Francia si trova di nuovo al punto di partenza, con un Presidente indebolito e un quadro politico che assomiglia sempre più a un vicolo cieco. La domanda ora non è “chi sarà il prossimo Primo Ministro?”, ma “per quanto tempo riuscirà a durare?”. E, soprattutto, quanto reggerà ancora l’intero impianto politico di Macron prima del crollo definitivo.
Intanto salgono i rendimenti del titolo di stato francesi. Ecco il decennale:
Si avvicina sempre più il Redde Rationem per Macron, che continua a governare come se fosse il Re Sole, ma ormai non ha nessun controllo sul parlamento, che appare in grado di accordarsi solo contro di lui e i suoi primi ministri. Cosà faràè ora? Avrà il coraggio di dimettersi o di chiamare nuove elezioni?
Domande e Risposte sull’articolo
1) Perché le dimissioni di Lecornu rappresentano un problema così serio per Macron?
Le dimissioni evidenziano la crescente incapacità di Emmanuel Macron di costruire una maggioranza stabile e governare efficacemente. Dopo aver indetto elezioni anticipate che hanno frammentato ulteriormente il Parlamento, la caduta di un governo in meno di un mese espone la sua fragilità politica. Questo fallimento non solo danneggia la sua immagine di leader capace, ma offre anche un’enorme opportunità ai suoi oppositori, come il Rassemblement National, per chiedere nuove elezioni e capitalizzare sul caos, mettendo a rischio l’intero programma di riforme del Presidente.
2) Chi è Bruno Le Maire e perché la sua nomina è stata così controversa?
Bruno Le Maire è una figura politica di lungo corso in Francia, noto per essere stato Ministro dell’Economia per molti anni sotto la stessa presidenza Macron. La sua figura è associata alle politiche economiche macroniane, spesso percepite come liberali e distanti dalle posizioni della destra gollista più tradizionale (Les Républicains). Il suo reinserimento nel governo è stato visto da quest’ultimi non come un segno di apertura o cambiamento, ma come una semplice continuazione delle stesse politiche. Per un partito a cui si chiedeva sostegno, è suonato come un affronto e una mancanza di reale volontà di “rottura”.
3) Cosa significa “dissoluzione dell’Assemblea Nazionale” e perché la chiede l’opposizione?
La dissoluzione dell’Assemblea Nazionale è un potere concesso al Presidente della Repubblica francese dalla Costituzione. In pratica, significa sciogliere la camera bassa del Parlamento e indire nuove elezioni legislative per eleggerne una nuova. L’opposizione, in particolare il Rassemblement National di Jordan Bardella, la chiede perché ritiene che l’attuale Parlamento sia ingovernabile e che il governo non abbia più la legittimità per andare avanti. È una mossa strategica: sperano che il voto anticipato, cavalcando l’onda della crisi, possa premiarli e dare loro i numeri per governare.
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