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M1E3 Abrams: L’Esercito USA accelera sul carro armato del futuro. E vuole un prototipo entro Natale

L’esercito USA abbandona i lenti aggiornamenti e punta tutto su un Abrams più leggero, ibrido e letale, con un prototipo richiesto a tempo di record. Una rivoluzione forzata dalle nuove minacce sul campo di battaglia.

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L’Esercito degli Stati Uniti ha deciso di dare una brusca accelerata al programma per il carro armato del futuro, l’M1E3 Abrams. L’obiettivo, quasi una sfida alle pachidermiche tempistiche della burocrazia militare, è avere un primo prototipo dimostrativo entro la fine di quest’anno. Una richiesta che suona quasi rivoluzionaria se si pensa che, solo 18 mesi fa, i piani prevedevano di non vedere nulla di concreto prima del 2032.

A rivelarlo è stato il Dr. Alex Miller, Chief Technology Officer dell’Esercito, durante la conferenza annuale dell’AUSA (Association of the U.S. Army). “Quando siamo andati a Detroit 18 mesi fa, il team del programma ci disse che non avremmo visto l’M1E3 fino al 2032”, ha dichiarato Miller. “E noi abbiamo risposto di no”.

La frustrazione per un processo di sviluppo ritenuto eccessivamente lento e bizantino è palpabile. Miller ha definito l’idea di “rimanere a fissare il problema per tre o quattro anni” come “insensata e non più accettabile”. La nuova parola d’ordine è concretezza: un prototipo entro dicembre, un intero plotone di pre-prototipi entro la fine del prossimo anno. L’idea è semplice quanto efficace: mettere i nuovi mezzi nelle mani dei carristi il prima possibile per ricevere feedback reali, invece di attendere anni per un prodotto finito che potrebbe già essere obsoleto.

Cosa renderà l’M1E3 diverso?

L’M1E3 non sarà un semplice aggiornamento incrementale, ma un ripensamento profondo della piattaforma Abrams, spinto dalle dure lezioni provenienti da conflitti recenti come quello in Ucraina. L’esperienza, non particolarmente positiva, sul campo di battaglia ha messo in evidenza le sfide e le fragilità del collaudato carro armato USA.

Le minacce risultanti dall’esperienza sul campo, secondo il Pentagono

Droni, nuove mine intelligenti, missili anticarro ipersonici, nuove cariche cave multistabio, attacchi in saturazione stanno mettendo in crisi

Le principali aree di innovazione sono:

  • Peso e Propulsione: L’obiettivo è scendere a un peso di circa 60 tonnellate, un alleggerimento notevole rispetto alle quasi 78 tonnellate dell’ultima versione M1A2 SEPv3. Troppo, anche per molte strutture stradali in Europa e non solo. Questo migliorerà la mobilità strategica e la logistica. Il cuore del nuovo carro sarà un sistema di propulsione ibrido, sviluppato con partner commerciali come Caterpillar e SAPA. Non un carro completamente elettrico (“dove lo ricarichi sul campo di battaglia?”, sembra essere il pragmatico pensiero dei vertici), ma un ibrido capace di garantire, secondo le stime, un’efficienza nei consumi superiore del 40%. Un dettaglio non da poco, per una piattaforma notoriamente assetata di carburante che pone un problema logistico non semplice da risolvere.
  • Potenza di Fuoco e Automazione: Si sta valutando l’integrazione di un cannone di calibro superiore o comunque più avanzato rispetto all’attuale 120mm. La vera novità, però, sarebbe l’introduzione di un caricatore automatico. Questa soluzione, a lungo scartata dai progettisti occidentali (USA in primis), permetterebbe di ridurre l’equipaggio da quattro a tre membri, con la possibilità di progettare una torretta più piccola, più leggera e dal profilo più basso, risparmiando peso senza ridurre la protezione per l’equipaggio.
  • Protezione e Letalità Aumentata: Il carro integrerà nativamente un sistema di protezione attiva (APS) come l’israeliano Trophy, già in uso su alcuni Abrams, per intercettare missili e razzi anticarro. L’esperienza ucraina, con la minaccia costante dei droni, ha inoltre reso indispensabili protezioni aggiuntive contro gli attacchi dall’alto. In questo senso, si esplorano anche nuove capacità offensive, come il sistema PERCH di General Dynamics, un lanciatore per loitering munitions (droni kamikaze) come lo Switchblade.

Molte di queste innovazioni sono già state presentate sul prototipo dimostrativo Abrams X , che vuole essere una proposta di discussione per il futuro della carristica USA.

Un cambio di filosofia

La spinta per l’M1E3 non è solo una questione tecnologica, ma rappresenta un cambiamento nella filosofia di acquisizione del Pentagono. L’enfasi è sulla modularità, sulle architetture aperte e sulla commercializzazione di componenti già esistenti per accelerare i tempi e ridurre i rischi.

Tuttavia, aleggia una domanda più grande: qual è il ruolo di un carro armato pesante sui campi di battaglia del 2040? Uno studio dello stesso Army Science Board nel 2023 ha concluso che l’Abrams potrebbe non essere più la forza dominante in un conflitto ad alta intensità a causa dell’evoluzione delle minacce. I Marines hanno già rinunciato ai loro M1, e il recente programma del “light tank” M10 Booker è stato cancellato perché, alla fine, non era non era più un carro leggero, ma un costoso ibrido.

M-10 Bookers. fermata la sua produzione

Nascono sempre più soluzioni autonome, o semi autonome, che richiedono un ripensamento del mezzo generale. Il M1A3 sarà anche opzionabile come guida autonoma?

La consegna del prototipo “con la vernice ancora fresca” a dicembre sarà quindi il primo passo per capire se l’M1E3 sarà la risposta giusta per garantire la sopravvivenza e la supremazia del carro armato nell’era dei droni e della guerra ibrida.

Come sarà il nuovo carro? L’idea della IA

Domande e Risposte

1) Perché l’Esercito USA ha così tanta fretta di sviluppare il nuovo Abrams? La fretta nasce dalla presa di coscienza che i tradizionali cicli di sviluppo, lunghi anche un decennio, sono inadeguati a rispondere alla rapida evoluzione delle minacce militari. Conflitti come quello in Ucraina hanno mostrato come droni a basso costo e missili anticarro avanzati possano mettere in seria difficoltà anche i mezzi corazzati più moderni. L’accelerazione sull’M1E3 è un tentativo di superare una burocrazia lenta e di portare innovazioni cruciali (leggerezza, protezione attiva, efficienza) sul campo di battaglia prima che diventino obsolete.

2) Qual è la novità tecnologica più significativa dell’M1E3? Sebbene la propulsione ibrida e la riduzione di peso siano cruciali, la vera svolta filosofica potrebbe essere l’adozione di un caricatore automatico. Questa tecnologia, standard sui carri armati di concezione sovietico/russa, è stata storicamente evitata in Occidente. La sua introduzione sull’M1E3 permetterebbe di ridurre l’equipaggio, ridisegnare la torretta rendendola più compatta e meno vulnerabile, e potenzialmente aumentare la cadenza di tiro. Segnerebbe un cambiamento radicale nella progettazione dei carri armati americani.

3) Il carro armato è destinato a diventare obsoleto a causa dei droni? Il dibattito è aperto. La proliferazione di droni FPV e munizioni circuitanti (loitering munitions) ha indubbiamente aumentato la vulnerabilità dei carri armati, specialmente contro attacchi dall’alto. Tuttavia, l’M1E3 è concepito proprio come una risposta a queste minacce. Con sistemi di protezione attiva (APS) integrati, armature aggiuntive e persino la capacità di lanciare a sua volta droni, il nuovo Abrams cerca di adattarsi per sopravvivere e mantenere il suo ruolo di piattaforma di fuoco mobile e protetta, indispensabile nelle operazioni offensive. Più che obsoleto, il carro armato deve evolversi.

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