Attualità
LuxLeaks – Il Mercato Comune dei Fessi
Chissà cosa pensa Jean-Claude Juncker, ex premier nonché ministro delle finanze lussemburghese, dello scoop dell’International Consortium of Investigative Journalists sugli accordi segreti del fisco lussemburghese. Chissà. l’ICIJ ha analizzato 28 mila documenti riservati, e ha iniziato a pubblicarli. Si tratta di accordi riservati che permettono di eludere il fisco nei paesi d’origine e pagare tasse irrisorie nel Granducato, eletto a sede operativa – fittizia – da centinaia di aziende.
In effetti il nostro Juncker ha molto insistito sulla “trasparenza” in tutte sue mission letters ai nuovi commissari:
Lettere di mandato da Juncker ai commissari europei
Ad esempio ecco cosa il nostro ineffabile presidente Juncker raccomandava il 1 novembre scorso (Halloween … scherzetto o dolcetto?) al neo-commissario Pierre Moscovici, con parole sincere e piene di pathos sgorgate dal profondo del suo euro-cuore :
“Our principles: ethics and transparency
We must abide by the highest possible professional and ethical standards at all times. I want the European Commission to lead the way as a modern, efficient and transparent public administration, open to all input that helps us deliver work of a consistently high quality, in full independence and impartiality.
Our conduct must be unimpeachable. You have received the Code of Conduct of the Members of the European Commission. I expect all of us to honour both the word and the spirit of the Code.“
Bello, eh? I nostri principi: etica e trasparenza … Eppure Juncker, ministro delle Finanze dal 1989 e poi primo ministro E ministro delle Finanze del Lussemburgo per altri 18 anni (gennaio 1995 – dicembre 2013) non poteva essere all’oscuro di questi accordi vergognosi. Che credibilità ha uno Juncker quando parla di trasparenza?
Secondo i giornalisti autori di LuxLeaks gli accordi conclusi dal Fisco del Granducato hanno permesso ad aziende e grandi patrimoni di eludere legalmente miliardi di imposte in tutta Europa e nel mondo. Stabilendo la residenza fiscale in Lussemburgo e sfruttando i trattati di esclusione della doppia imposizione aziende e privati sottaggono risorse enormi all’erario dei paesi in cui il reddito viene effettivamente generato.
Come? Con accordi riservati l’aliquota pagata in Lussemburgo viene abbassata dal 20% circa ufficiale a tassi molto inferiori: 2%, 1% e talvolta anche ZERO. DUE PER CENTO DI ALIQUOTA … Bella la vita eh?
Dunque ecco il mercato comune europeo attuale: tasse inflessibili e oppressive per lavoratori, commercianti artigiani e professionisti. Caccia spietata agli evasori e lettere minacciose di Equitalia anche per errori di 6 euro.
E per le ricche corporate e i grandi patrimoni? Aliquote del 2% in Lussemburgo. E’ questo il mercato comune che vogliono Jean-Claude Juncker e l’establishment europeo? Paradiso per le grandi aziende e i mega-patrimoni e inferno fiscale per professionisti, lavoratori pensionati e piccoli imprenditori? Il bello è che tutti i suddetti votano convinti come pecore per questi qui. E’ il mercato comune dei fessi.
Per i più curiosi, qui trovate l’elenco delle aziende italiane o operanti in Italia e i relativi accordi (rulings):
Tra i beneficiari dei rulings (accordi legali, ovviamente) trovate molte banche, come Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Sella, Intesa San Paolo, Ubi Banca etc. O gruppi internazionali come IKEA, Procter & Gamble, Finmeccanica.
Piccola nota a margine: non sarebbe il caso che il nostro Renzi piuttosto che alzare polveroni inutili sui tecnocrati di Bruxelles chiedesse due semplici cose a Juncker:
1. E’ tollerabile che ad alcuni paesi europei vengano imposti sacrifici pesantissimi in nome del pareggio di bilancio, con politiche di austerità che producono milioni di disoccupati, mentre in altri paesi già oltremodo ricchi si permetta – legalmente – di sottrarre all’erario di questi paesi somme enormi ?
2. Visto che l’unione fiscale in Europa è IMPOSSIBILE per l’opposizione della Germania e dei suoi sodali, non sarebbe il caso almeno di mettere ordine nei paradisi fiscali europei vietando ovunque gli accordi segreti, e rispettando i principi di base della libera concorrenza e della trasparenza?
Un caro saluto,
Ulrich A.
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