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Euro crisis

E. Luttwak: “Per salvarsi l’Italia deve uscire dall’Euro”

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Il politologo americano torna a parlare con lucidita’ della questione Euro. 18 mesi fa ci disse che non avremo avuto alcuna ripresa ed ha avuto ragione. Oggi ripete che per l’Italia, l’uscita dall’euro e’ qualcosa di inevitabile, se non si vuole continuare ad avvitarsi in una crisi eterna ed in un impoverimento epocale, che fatalmente sfociera’ in un default.

Edward-Luttwak

Da Libero

“Se l’Italia vuole una speranza per il futuro, deve uscire dall’Euro”. Edward Luttwak, politologo ed esperto di scienze strategiche, non usa mezzi termini in un’intervista a Italia Oggi, per indicare quale possa essere la via di salvezza per l’Italia stretta nella morsa della crisi del debito pubblico. “Se l’Italia non lo farà, crescerà la sofferenza sociale e la situazione si farà estrema. Anzi mi meraviglio che il collasso politico non sia già avvenuto”, afferma Luttwak. Poi aggiunge: “È stato un errore enorme per l’Italia. Voluto dai politici per sentirsi più europei e, qualcuno l’ha persino detto, per guardare in faccia in Tedeschi: una cosa ridicola, come quando Benito Mussolini voleva cercare di essere all’altezza di Adolph Hitler. Gli Italiani non sono i tedeschi”. A questo punto punta il dito contro chi ci ha portato a tutti costi sul carrozzone dell’Euro: “Uno degli uomini che disse di sì all’euro, Romano Prodi, torna in questi giorni come possibile candidato al Colle. Prodi è un ecomista provato e una persona onesta. E di onestà, nella politica italiana, non c’è un’offerte illimitata, però lui dovrebbe dire: «Sono onesto e competente ma ho fatto un grave errore: l’euro”.

L’uscita dall’euro – Secondo Luttwak l’errore dell’euro ha radici lontane: “Fu un gruppo di politici che vedevano alcuni vantaggi. Il primo era quello di realizzare una disciplina monetaria sul sistema politico italiano: in questo modo, si pensò, quelli del Nord Europa ci controlleranno e ci imporranno dei limiti, ci renderanno fiscalmente responsabili. La seconda ragione, però, è tutta psicologica: quei politici erano piccoli, bassi e scuri e pensavano, con l’euro, di diventare alti, biondi e con gli occhi blu”. Luttwak poi afferma: “Con l’euro non c’è e non ci sarà crescita. E ci sarà maggiore disoccupazione. Ma guardi che è una questione aritmetica. Faccio due conti…Il debito italiano è oltre 2mila miliardi ma l’Italia ha dovuto aderire al fiscal compact per cui, ogni anno, deve ridurre di 100 milardi circa. Significa che, oltre a non fare deficit, come ora stabilisce anche la Costituzione, ogni anno si debbono trovare risorse pari a 20 Imu. Ora, chi voglia rimanere seriamente nell’eurozona, ragiona di patrimoniale”. Insomma a quanto pare secondo il politologo il destino dell’Italia è segnato.

Il nodo Renzi – Ma per quanto riguarda la politica italiana, Luttwak guarda con fiducia a Matteo Renzi: “Il premier vuol ridurre il peso dello Stato parassitario. L’Italia è un asino che sulla schiena un peso enorme, tanto che ormai cammina a stento. Quel peso, quella soma insostenibile, è questa macchina pubblica che, alla fine, farà piegare le gambe alla povera bestia. Renzi è l’unico che ha un piano per ridurre quel peso e rendere il Paese più competitivo”. Infine dà un consiglio a Matteo: “Non può continuare a circondarsi di ministri così inadeguati, per sentirsi bello e saggio. È un lusso che non si può permettere, né lui né l’Italia. Un’altra critica che ha un fondamento è stilistica ma non è così ridicola come potrebbe sembrare”.

 

Luttwak aveva gia’ nel 2013 scritto a riguardo.

Da Riviera Oggi

Luttwak nel 1996: “L’Euro, un disastro. Ma in Italia c’è istinto del gregge verso la Germania. Come con Mussolini”

Profetiche le parole del politologo americano: “Perché invece di fare come la Grecia non fate come la Svizzera. A voi non conviene una moneta forte. Se negli Usa la Fed si comportasse come la Bundesbank tutti ne chiederebbero l’abolizione”. E ancora: “Si chiama istinto del gregge, paura di essere considerati di Serie B. Come quando Mussolini vi portò in guerra sapendo cosa lo aspettava”

Magari l’uomo a molti non è simpatico, ma l’intervista di Orazio Riccardo, a pagina 20 del Corriere della Sera del 14 ottobre 1996, in questo momento è di una attualità incredibile: tutto si è verificato nell’esatto modo in cui è stato previsto da Edward Luttwak. E tutto sembra che possa finire (quando?) sempre con la profezia del politologo americano, scritta al termine dell’articolo: “Voi italiani ce la farete, perché verrete espulsi dall’euro, e tornerete competitivi”.

Qual è il problema? Il problema è che non abbiamo uomini come Edward Luttwak (qualunque siano le convinzioni politiche di ognuno: qui parliamo di spine dorsali, che vengono prima del resto) nei nostri governi fantoccio. Mentre Luttwak, infatti, descriveva il futuro che stiamo vivendo con precisione profetica, ecco cosa facevano i nostri uomini di riferimento attuali:

Enrico Letta, attuale presidente del Consiglio dei Ministri d’Abbazia, scriveva un altro libro profetico, “Euro sì. Morire per Maastricht“. Grazie alla serie infinita di errori nelle sue 92 pagine, a 32 divenne ministro e a 46 Presidente del Consiglio;

– Su Mario Monti, dopo aver ammesso l’errore di previsione del 1992, e dopo che nel 1994 chiedeva ulteriori massacri di tassi e tagli al ministro Spaventa, Luttwak diceva di lui: “Le sue prediche piacciono molto perché sembrano dare una base logica a quello che è un istinto solo irrazionale”. Per premio è diventato in 4 giorni senatore a vita e presidente del Consiglio del peggiore governo (dati economici e sociali, non stime) della storia Repubblicana;

Romano Prodi, l’uomo autore di cotanto “disastro”, affermava: “Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile. Ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti“. Nel giorno in cui la crisi è arrivata l’architettura da lui pensata era così fragile che la casa è crollata, e a lui è rimasto da dire solo: “Sono sconvolto“. Per premio hanno provato a farlo Presidente della Repubblica;

Silvio Berlusconi invece inveiva contro qualche giudice comunista. Abbiamo perso il conto e non riusciamo a verificare chi. 

 “L’ Italia? Starà meglio senza Euro”

“Finirà come nel 1940. Allora l’ Italia non aveva alcuna convenienza ad entrare in guerra, ma l’ istinto del gregge fece sì che Mussolini . che pure l’ aveva intuito, facesse questo errore. Si diceva: tutte le potenze mondiali entrano nel conflitto, perché noi dobbiamo starne fuori? Siamo forse di serie B? E così l’ Italia commise un grande errore. Maastricht è paragonabile a quel momento storico: sarà un massacro e l’ Italia, per paura di finire come la Grecia e perdere la faccia, andrà al massacro economico programmato dagli estremisti ai quali avete affidato l’ unificazione monetaria. D’altra parte, nella loro storia gli europei si sono sempre fatti travolgere da tragiche passioni concettuali“.

Edward Luttwak, il politologo e superconsulente americano che da alcuni anni si è assunto il ruolo di “Grillo parlante” straniero della realtà italiana, è convinto di “parlare al vento”. “Tanto, queste sono profezie che non vengono mai ascoltate dai diretti interessati”. E aggiunge: “Ma perché voi italiani continuate a lamentarvi della possibilità di restare fuori dalla moneta unica come la Grecia e invece non dite “come la Svizzera“?”.

Luttwak ha un’ idea precisa: la moneta unica europea va bene, purché sia gestita come il dollaro. Cioè da una banca centrale indipendente, ma non ossessionata dal pericolo inflazione (in realtà l’ossessione deriva non dal timore di nuove Weimar ma dalla consapevolezza che in questo modo si vince la battaglia dell’export, ndr) come la Bundesbank. “L’ Unione europea fa un ottimo lavoro quando si esercita in negativo, cioè quando elimina dazi, differenze legislative o dogane. Ma nell’azione in positivo la Ue è un disastro. Basta pensare agli aiuti all’agricoltura. Lo stesso vale per la moneta unica”.

Il dilemma che sta alla base di questo dibattito è quello tra un’ economia dominata da una moneta forte, anzi fortissima, blindata anche a costo di avere una disoccupazione alta e una produzione industriale congelata, e un’economia dove un po’ di inflazione è tollerata in nome della necessità di posti di lavoro. Luttwak, che oggi è consulente del ministero del Tesoro giapponese oltre che di molte grandi corporation nipponiche, ricorda che “da noi, negli Stati Uniti, quando arriva la notizia che il dollaro va male i businessmen festeggiano. E se la Federal Reserve si comportasse come la Bundesbank, governo e business community ne chiederebbero l’abolizione. In Europa rischiate di farvi governare da estremisti monetari. L’economia globale è già in tempi di deflazione e loro non sono ancora contenti. E’ come se qualcuno, mentre la temperatura scende e si avvicina l’inverno, inserisse l’aria condizionata al massimo in nome dei benefici dell’aria fresca“.

Consulente a più riprese della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato, considerato vicino alla destra americana, uomo poliglotta (è un ebreo della Transilvania la cui famiglia ha vissuto molti anni a Milano) e poliedrico, Luttwak ama provocare. E oggi parla di “cretino orgoglio monetario“. “Ma cosa avete voi italiani da guadagnarci ad entrare nell’Europa monetaria tra i primi? Non vi serve una moneta fortissima unita a una disoccupazione alta, perché i vostri investimenti all’estero non sono una cosa rilevante. Voi dovete esportare e produrre. Il 30 per cento del vostro export va fuori dall’Unione europea. Invece vi fate condizionare dai banchieri centrali, che sono come gli esorcisti: vedono il diavolo, in questo caso l’ inflazione, dappertutto. Le prediche di Mario Monti piacciono molto perché sembrano dare una base logica a quello che è un istinto solo irrazionale”.

In Italia per una serie di conferenze, Luttwak fa una previsione catastrofica: “L’ Italia riuscirà ad entrare nell’ Euro perché Francia e Germania sono pronte ad accettare anche i trucchi statistici pur di aprirvi la porta. Vi accetteranno turandosi il naso e imponendo un rapporto lira-euro molto svantaggioso. E basta vedere cosa sta già succedendo in Francia per capire quale prezzo vi faranno pagare: anche i panettieri sono in crisi, l’ economia più che rallentare è nel rigor mortis. L’ Euro sarà come il franco svizzero: tutti lo vorranno comprare, tutti vi vorranno investire e tutti vorranno depositare nelle banche legate all’Euro. Seguirete tutti l’esempio dell’ Olanda, che è al servizio della Bundesbank e del sistema Germania“.

A dir la verità, anche in Germania l’opinione pubblica non è tenera nei confronti della moneta unica e dell’ Europa. Anzi, c’è la sensazione che più si avvicina il momento della verità e più gli elettori di Helmut Kohl siano impauriti dal progetto del loro cancelliere. “Sì”, risponde Luttwak, ma per la Germania ha senso presidiare un’ Europa a moneta forte. La Bmw viene a produrre in America dove il costo del lavoro è infinitamente più basso di quello tedesco (poi abbassato con le riforme Hartz e i minijobs, ndr) e poi riesporta in Europa le sue automobili. Anche alla Spagna conviene l’Euro, nonostante la disoccupazione. Ma l’ Italia è un caso diverso“.

Quindi lo scenario è senza speranze? Luttwak sorride e risponde: “No, ce la farete. Perché verrete espulsi dall’Euro. E allora tornerete competitivi”.

 

 

 

GPG


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