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Euro crisis

L’URLO! (di Borghi e Rinaldi)

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L'URLO

Il Movimento 5 Stelle lunedì scorso ha organizzato un convegno a Montecitorio intitolato “Europa e Euro: Opportunità o schiavitù?”, dedicato alle problematiche connesse all’unione monetaria e al recupero della sovranità finanziaria nazionale.
Ecco quello che io ho recepito dagli interventi dei due economisti molto vicini al M5S ma, soprattutto, ad Economia 5 Stelle.

Il Prof. Rinaldi …..

Rinaldi
………urla tutto il suo disappunto per l’Eurofollia che sta uccidendo il popolo italiano.
“Un conto è l’Unione Europea e un’altra l’Unione monetaria”
E’ implicito quindi il messaggio: per salvare l’Europa urge disciogliere nell’acido più potente l’euro!

E questo è un passo necessario altrimenti con il collasso della moneta unica (e del suo maggior sostenitore, il PD e i suoi dirigenti) crollerà anche l’intera architettura dell’Europa.

Con l’assioma “one market, one money” si è di fatto instaurato un “subdolo sistema superiore di governo”, sottraendo il potere alla vera democrazia. Euroburocrati non eletti hanno affidato le leve di comando ai mercati al fine di far sopravvivere l’euro.

Perché questo accada, la realtà economica deve adeguarsi alla rigidità della moneta. Ed allora, ecco che il Prof. incarica il movimento attribuendo ai loro eletti la massima importanza per le vite di tutti gli italiani: “il M5S deve prendere prima una netta e precisa decisione, sostenere, senza se e senza ma, il ritorno alla piena Sovranità, non solo monetaria, per riguadagnare la dignità di Nazione svenduta in nome del liberismo finanziario senza tener conto degli interessi della cittadinanza e della maggior parte delle imprese”.

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, questo dice la Costituzione, un documentino scritto al termine della più grande guerra che mai prima di allora il mondo vide realizzarsi. L’Italia non è una Repubblica fondata sul pareggio di bilancio. Il pareggio di bilancio va contro la logica di crescita, sviluppo, occupazione e mantenimento dello Stato sociale, in pratica contro il concetto di comunità stessa. “Questo folle dogma è perseguito solo da 17 paesi dei 204 che compongono il Pianeta Terra!!!”

Ed infine ecco l’attacco al Fiscal Compact: “Questa è dittatura economica! Nell’audizione dello scorso 5 dicembre alla Commissione Finanze della Camera ho ribadito che il Fiscal Compact dall’1.1.2015, ci costringerebbe al reperimento aggiuntivo annuo di 53/55Mld per la riduzione pianificata di un ventesimo dell’eccedenza del debito e di 39/40Mld per comprimere allo 0,5% tollerato il rapporto deficit/PIL”.

Ed infine l’attacco al Referndum di Grilliana memoria: “un referendum sull’euro non mi trova d’accordo, saremmo investiti dalla speculazione internazionale e sarebbero annullati i vantaggi che si potrebbero ottenere in prospettiva dal ritorno alla propria Sovranità” Chiedo chiaramente pertanto, e senza possibilità di equivoci, di attivarci concretamente per riprenderci le chiavi di casa rivendicando a gran voce che preferiamo sbagliare con la nostra testa e non quella degli altri che continuano comunque in ogni caso a fare i loro interessi”.

Ed ecco il crescendo Rossiniano. Rinaldi termina l’esposizione con il fervore tipico del giovane patriota che si immola per il superiore ideale del bene comune. Il suo ardore ricorda tanto la descrizione dell’immenso Enrico Toti nella descrizione dell’amico Ulderico Piferi:

“Aveva percorso 50 metri quando una prima pallottola lo raggiunse. M’avvicinai mentre eravamo entrambi allo scoperto. Non ne volle sapere di ripararsi. Continuava a gettare bombe, e per far questo si doveva alzare da terra. Fu così che si prese una seconda pallottola al petto. Pensai che fosse morto. Mi feci sotto tirandolo per una gamba ma questi scalciò. Improvvisamente si risollevò sul busto e afferrata la gruccia la scagliò verso il nemico. Una pallottola, questa volta l’ultima, lo colpì in fronte”. Si portò l’elmetto verso le labbra, baciò il piumetto da bersagliere e si lasciò morire”.

toti enrico

Cari Pentastellati, attivisti e Parlamentari, Rinaldi si è dichiaratamente schierato per la Patria e per la sua gente, decisamente contro il sistema, ”Ora sta a voi decidere da quale parte stare!”

Claudio Borghi,
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esperto d’arte e docente di Mercati finanziari all’Università Cattolica di Milano, gela immediatamente, per la gioia di noi intervenuti all’incontro, i Parlamentari M5S presenti: “sarò brutale!”

Ed ha ragione da vendere il nostro caro Professore, anzi, il nostro espertone d’arte. La gravità della situazione, a suo ed a nostro avviso, richiede l’adozione di ben determinati comportamenti e di decisioni tipiche delle situazioni di estrema crisi. Egli usa parole molto dure, verso chiunque, trovandosi nei posti di responsabilità (governo o opposizione) della nazione, attua comportamenti difformi da quanto lo stato di guerra attuale richieda: “chi non assume certi comportamenti, di fatto, è un criminale! Dobbiamo togliere tanta polvere da intorno per potersi dedicare alle cose importanti”.

Quindi:
1) Il debito non è un problema: non lo è per l’UK potrebbe non esserlo neanche per l’Italia.
2) Corruzione e Casta: non sono il problema principale in questo momento.
3) Spesa Improduttiva: come sopra!
4) Riduzione della disuguaglianza nella distribuzione del reddito: occuparsene in questo momento sarebbe (testuali parole del Borghi) “come mischiare le cabine tra prima e seconda classe mentre si è in crociera sul Titanic”

Come tale, sostiene il buon Borghi, terminato di parlare per ora di queste “scemenze” è ora di occuparsi della madre di tutti i problemi: l’euro!

Il Prof. cita il caso dell’UK per cui il debito non ha rappresentato un problema nella fase di esplosione degli spread. Memori dei problemi del 1992, questi signori non hanno adottato l’euro e le tensioni relative al calo del PIL non si sono scaricate sui tassi bensì sul cambio. L’UK ha evitato di saltare grazie alla moneta sovrana, ha sostenuto l’economia garantendo il comburente al sistema (il denaro per l mix di compratori e venditori che rappresentano il carburante), “stampando moneta e svalutando la sterlina!”.

Grazie al Fondo Monetario Internazionale, riusciamo a capire meglio questo fenomeno. Guardate bene, tra UK e Spagna qual è la nazione più indebitata?

paese più indebitato

Ed ancora, quale delle due nazioni, non avendo il cambio flessibile, ha visto scaricare la crisi sui rendimenti dei bond sovrani?

bond yields
Infatti, prosegue il Prof. “gli squilibri fra le economie si riallineano col cambio che è il listino prezzi del paese. Se per un qualche motivo perdiamo competitività e i costi aumentano, se non si aggiustano i prezzi (col cambio) si perdono quote di mercato e piano piano ci si deindustrializza! Si diventa un paese più rischioso a cui prestare e, quindi, le tensioni si scaricano sui tassi del debito sovrano”

Ovviamente, il pensiero principale è lo shock fiscale mentre sappiamo benissimo che se tagliamo le tasse, la ripresa dei consumi poi peggiorerà la bilancia commerciale e lo stato sarà comunque costretto a rialzare le tasse per fare fiscal detrenchment (che raffredda l’economia pareggiando la bilancia commerciale).

L’euro è il vero problema, abbiamo adottato una moneta per noi errata e “la percentuale di svalutazione necessaria misura proprio l’errore della nostra moneta che poi non ci consente più di avere lavoro nella nazione”.

Ed infatti, disoccupazione e suicidi sono all’ordine del giorno.

L’esortazione finale del Prof. è quindi quella di abbandonare battaglie legittime ma di secondaria importanza rispetto alla madre di tutte le battaglie, l’abbandono dell’euro, altrimenti chiunque continua imperterrito tralasciando simili problemi si macchia di complicità con questa eurofollia che spinge intere masse dell’europa del sud verso la povertà, l’emarginazione, la disperazione e la privazione della vita.

Questo perché la gente comune, oggi, vive uno stato psicologico equiparabile a quello che Ungaretti intende trasmettere con la sua poesia ermetica: Soldati. L’incertezza e la precarietà della vita dei soldati al fronte, che possono morire da un momento all’altro, come le foglie, in autunno, che possono staccarsi improvvisamente dai rami, esprime esattamente il vissuto odierno della più parte delle persone del sud europa. E non è affatto un bel vivere!

“Soldati. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”
(Soldati – Ungaretti)
Maurizio Gustinicchi
Economia 5 Stelle


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