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Esteri

L’ultimo giro di valzer della finanza internazionale: il QE è necessario in USA e fortemente voluto in Europa, il calo del petrolio non serve più e le borse stanno salendo. Per ora…

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Come detto in passato lo swap sino russo ha cambiato il panorama geo-economico globale: in breve, la Cina ha vinto economicamente e politicamente, la Russia solo politicamente [per ora] mentre l’Occidente è destinato a leccarsi le ferite per anni a partire dall’Europa; dall’altra parte dell’oceano gli USA stanno combattendo la battaglia finale per mantenere il dollaro come valuta di riferimento globale, la sconfitta attuale e momentanea con Putin in Ucraina resta solo un dettaglio nel grande gioco del potere globale.

Come indicato in precedenti interventi, lo swap sino-russo dete0rminerà ed anzi sta determinando una forte domanda di dollari contro yuan, fatto che farà apprezzare il dollaro ed abbasserà lo yuan rendendo relativamente ed oppostamente competitive le merci dei due paesi. Parimenti lo strumento di oppressione contro la Russia, il crollo del petrolio, con lo swap valutario sino-russo operativo diventa perfettamente inutile, di fatto la settimana scorsa Putin ha abbassato impunemente il tasso di sconto senza effetti deleteri, se ci fosse stata una guerra valutaria persa le cose sarebbero andate molto diversamente. Finalmente, vera cartina di tornasole, l’oil sta decollando a far data dall’annuncio sull’operatività nei cambi di Putin la scorsa settimana…

In parallelo c’è la Grecia, in cerca della flessibilità necessaria per sopravvivere, la stessa flessibilità oggi benedetta da Washington (!) anche e soprattutto in chiave anti tedesca, fatto che rischia di minare la supremazia germanica in Europa (dobbiamo ricordare che secondo Limes fu la Germania a bloccare l’annessione dell’Ucraina alla Nato nel 2008/09).

Tutto questo comporta che il QE 4 americano è oggi assolutamente necessario, soprattutto per creare quella base di dollari necessaria se non per sterilizzare quanto meno per controllare la salita del dollaro a fronte degli effetti dello swap sino-russo [1,1 EUR/USA resta l’obiettivo, oltre sarà frenato]. Parimenti il QE europeo resta fortemente voluto da Washington e dagli anglosassoni, più per indebolire prospetticamente la struttura europea e la valuta forte basata sul nuovo marco chiamato euro e sulla Germania– e forse anche per creare le basi necessarie per spingere in futuro la Germania a fare harakiri uscendo dall’euro, vedremo… *-. Un bel mix che spingerà nei prossimi mesi (prima del macro evento del conflitto ucraino, che rischia di azzerare le cose) i listini azionari verso l’alto, a partire dalle azioni petrolifere che tanto hanno sofferto negli ultimi 9 mesi per soddisfare le ambizioni globali americane, non c’è che dire, gli alleati USA hanno accettato e si sono diligentemente allineati, chapeu (pur perdendo un sacco di soldi facendo crollare il petrolio, ndr). Ben inteso, gli USA ne usciranno comunque in modo economicamente sostenibile se non dignitoso da questa situazione, sono ricchissimi. L’Europa ne uscirà invece con le ossa rotte, le materie prime di Mosca si sono indirizzate verso est, verso Pechino, e farle cambiare verso sarà impresa titanica….

In questo contesto l’Italia ridiventerà strategica: se l’energia russa guarderà ad est l’Italia con i suoi tentacoli (gasdotti) verso il nordafrica rischia di dover soddisfare le future esigenze dei paesi del nord…** Parimenti occhio al panorama interno agli USA, difficilmente l’agricoltore del Minnesota è pronto ad sobbarcarsi gli oneri di una guerra nucleare con la Russia solo per salvare gli “amici” ucraini… (e chi li conosce?). Ossia, non sono sicuro che Obama sia supportato internamente, certamente se ha in programma di andare nella petrolifera Dallas (oggi in forte crisi a causa del prezzo basso dell’oil, crollo dallo stesso Presidente USA “auspicato”) è meglio che ci ripensi…. Leggasi, se la tensione continuerà a salire ne vedremo delle belle anche in seno alla società americana che comanda.

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Questo sarà comunque l’ultimo giro di valzer: il mercato è in overdose di liquidità, denaro facile per altro inutile se non negli USA dove con il trucco della valuta di scambio globale si possono scambiare enormi ammontare di carta di dubbio valore per preziose merci fisiche importate, ossia drogando i consumi di una società prona ad indebitarsi privatamente (sapendo che tanto si paga con carta…). In Europa invece la situazione è disastrosa, praticamente si è in deflazione e la liquidità oggi è perfettamente inutile, cittadini ed imprese non chiedono soldi alle banche perché mancano opportunità e prospettive.

Parimenti, uno dei principali effetti collaterali del nuovo QE USA+EU sarà quello di rendere più ricchi i già ricchissimi a livello globale, ossia far sparire la classe media soprattutto in Europa e rendere i poveri i nuovi schiavi del debito soprattutto se l’austerità non mollerà la presa. Il nuovo fascismo è alle porte, basta aspettare un paio d’anni.-

A livello finanziario il sistema globale è in equilibrio precario: ad esempio un conflitto bellico oggi rischierebbe di causare, combinandone gli effetti con l’enorme liquidità drogata nel sistema, un’esplosione dei prezzi delle materie prime che verrebbero inevitabilmente a rendersi indisponibili a seguito di un evento traumatico, parlo di una guerra indiretta per gli idrocarburi, parlo di uno scontro più aperto con la Russia (guarda caso i debitori privati ne trarrebbero giovamento, in primis i consumatori USA). Ossia, inflazione in vista, oro in strepitosa ascesa come hedging naturale e oil tanto necessario quanto indisponibile. D’altro canto, sotto molti punti di vista un conflitto bellico sarebbe una panacea per chi ha creato tale e tanta liquidità, nessun presidente può prendersi la responsabilità di drenarla dal sistema finanziario facendo crollare i mercati, una guerra invece sarebbe un ottimo e neutro artificio.-…

Vista così una guerra potrebbe anche sembrare decisamente voluta a Washington, una guerra che parta dall’Ucraina per estendersi in Crimea, una guerra che inevitabilmente bloccherà gli approvvigionamenti di gas all’Europa e che probabilmente tirerà per i capelli anche l’Arabia, bastano un paio di missili ben indirizzati contro i giacimenti e le raffinerie arabe non troppo lontane dalla Siria ed il gioco è fatto, come aveva per altro promesso di fare Putin (al capo dei servizi segreti sauditi, ndr) se Assad fosse stato attaccato dalla coalizione internazionale…

Ossia questo ultimo giro di valzer combacerebbe anche con un prossimo rimescolamento di carte, fatto che potrebbe cambiare anche i confini in Europa. Se io fossi la Finlandia o i paesi baltici non dormirei sonni tranquilli. E nemmeno la Germania, inerme per l’indisponibilità di materie necessarie per alimentare le proprio industrie. Oltre al fatto che un’eventuale esplosione nucleare nella Donetsk di turno inevitabilmente determinerebbe un fallout radioattivo anche in centro Europa… Siamo sicuri che sfidare la Russia dando armi sofisticate ai ribelli alla fine non danneggi soprattutto i nostri amati “amici” tedeschi?

Insomma il prossimo giro sarà di inflazione, oro in salita ed incertezza. Per intanto godiamoci l’ultimo giro di valzer, poi se guerra sarà ci nasconderemo nei seminterrati a ballare con quello che saremo stati in grado di mettere da parte

Mitt Dolcino

 

*La Germania, che ha capito il gioco globale, punta a mantenere una valuta sufficientemente forte [leggasi, senza QE] con il fine di poter sfidare la supremazia del dollaro nel momento in cui la bolla dei dollari immessi nel sistema globale con i QEs americani scoppierà, dopo l’ultimo giro di valzer

** I lavori per invertire il flusso di gas dall’Italia al Nord Europa sono già partiti


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