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Lula nomina il nuovo CEO e lo incarica di investire in raffinerie di petrolio e gas naturale

Lula cambia l’amministratore di Petrobras, il colosso petrolifero brasiliano. Il nuovo amministratore, Magda Chambriand, ha come obeittivo lavorare sulle raffinerie e sull’estrazione. Alla faccia degli obiettivi climatici e di emissioni di CO2

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Il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha nominato Magda Chambriard come nuovo CEO di Petroleo Brasileiro SA (Petrobras), spingendola ad accelerare gli investimenti nelle raffinerie e nell’espansione del gas naturale, secondo fonti anonime che hanno parlato a Bloomberg. L’ccupazione viene molto prima

Questo cambio di leadership segue il licenziamento da parte di Lula dell’ex CEO Jean Paul Prates, a causa dell’insoddisfazione per la sua gestione del piano strategico dell’azienda.

La nomina di Chambriard solleva le preoccupazioni degli investitori circa un maggiore intervento governativo in Petrobras, in quanto l’amministrazione di Lula cerca di sfruttare il gigante petrolifero statale per sostenere la fiacca economia brasiliana. Le aree chiave di interesse includono i 17 miliardi di dollari destinati agli investimenti nelle raffinerie e i 9 miliardi di dollari stanziati per il gas naturale e i progetti di energia alternativa nell’ambito del piano quinquennale da 102 miliardi di dollari di Petrobras.

Il Ministro dell’Energia Alexandre Silveira, critico di Prates, ha trasmesso le direttive di Lula a Chambriard, sottolineando la necessità di accelerare gli investimenti. Il Capo di Gabinetto Rui Costa ha fatto eco a questo sentimento, sottolineando il desiderio del Presidente di accelerare le attività di investimento di Petrobras.

La transizione include anche discussioni sulla politica dei prezzi del carburante di Petrobras e sui suoi piani di esplorazione nel Margine Equatoriale, sensibile dal punto di vista ambientale, vicino alla foce del Rio delle Amazzoni. L’allineamento del nuovo amministratore delegato con l’amministrazione Lula ha aumentato le preoccupazioni degli investitori, dato il suo precedente ruolo di capo dell’autorità di regolamentazione petrolifera del Brasile sotto l’ex Presidente Dilma Rousseff.

Nonostante i suoi stretti legami con il Governo, la Chambriard dovrà affrontare sfide significative per bilanciare gli interessi degli azionisti privati, le direttive del Governo e la sensibilità dei consumatori alle variazioni dei prezzi del carburante. Le espansioni delle raffinerie nella regione sono notoriamente soggette a ritardi e superamenti dei costi, complicando la spinta per una rapida esecuzione degli investimenti.

L’agenda di Chambriard include la gestione del ruolo di Petrobras nel produttore petrolchimico Braskem, di cui l’azienda è il secondo azionista. La potenziale acquisizione della quota di Novonor in Braskem rimane una questione controversa, con Lula che chiede a Petrobras di rafforzare le sue attività petrolchimiche.

Inoltre, Petrobras sta negoziando il suo ritorno alla gestione della raffineria Acelen a Bahia, venduta a Mubadala di Abu Dhabi nel 2021. Le discussioni mirano a stabilire un nuovo modello di business entro la metà del 2024.

Petrobras continua ad essere un punto focale di controversie all’interno del governo brasiliano, bilanciando le ambizioni di aumento della produzione di petrolio con gli obiettivi ambientali. I piani di esplorazione nel Margine Equatoriale hanno scatenato controversie interne, in particolare con il Ministro dell’Ambiente Marina Silva, una figura chiave nell’agenda climatica di Lula.

Chambriard, ingegnere con una rane esperienza in Petrobras dagli anni ’80, sostiene la prospettiva che l’aumento della produzione dai depositi equatoriali sia vitale per finanziare gli sforzi di transizione energetica del Brasile. Nell’assumere il suo nuovo ruolo, Chambriard dovrà navigare in queste sfide complesse, bilanciando le ambizioni del Governo con le realtà operative e finanziarie del più grande produttore di petrolio dell’America Latina.

Comunque è evidente che il Brasile di Lula, nonost ante le diciarazioni ufficiali, metta al vertice delle proprie priorità l’economicità di petrobras, molto al di sopra delle aspettative di tutela ambientale o la transiazione energetica. Al presidente brasiliano interessano molto di più i flussi finanziari generati dalla società e i posti di lavoro nelle raffinerie, se non altro per motivazioni politiche, piuttosto che a obiettivi ambientali.


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