Energia
L’Uganda finanzia una raffineria da 4 miliardi di dollari per lavorare il proprio petrolio
L’Uganda sceglie di investire ingenti somme di denaro per poter lavorare in loco il proprio petrolio. Investimenti che gli stati europei non fanno più
Il governo dell’Uganda intende finanziare interamente una raffineria di petrolio da 4 miliardi di dollari attraverso il capitale proprio, come riporta The EastAfrican.
Il governo e il suo partner nel progetto, Alpha MBM Investments, una società di investimento degli Emirati Arabi Uniti (EAU), hanno deciso di non continuare a cercare finanziamenti sui mercati finanziari internazionali, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Energia ugandese Ruth Nankabirwa.
L’Uganda Refinery Project è un piano del Paese dell’Africa orientale che prevede la costruzione di una raffineria da 60.000 barili di petrolio al giorno a Kabaale, nel distretto di Hoima, nell’Uganda occidentale.
Il progetto è in cantiere da molti anni e ha incontrato diversi ostacoli, tra cui i finanziamenti.
Alla fine del 2023, il governo ugandese ha firmato un memorandum d’intesa con la Alpha MBM Investments LLC degli Emirati Arabi Uniti, che definisce i termini di cooperazione e negoziazione per il progetto di raffineria.
Il progetto prevede un investimento di almeno 4 miliardi di dollari, una delle tre iniziative cruciali per il settore petrolifero e del gas, insieme all’East African Crude Oil Pipeline (EACOP) e ai progetti upstream Tilenga a Nwoya e Buliisa, e Kingfisher a Kikuube.
Il finanziamento del progetto di raffineria consisterà in debito e capitale proprio con un rapporto di 60:40, il che implica che il 60% del finanziamento sarà costituito da debito, mentre il 40% sarà costituito da capitale proprio, secondo le stime precedenti dell’Uganda.
Ora il governo afferma che l’intero progetto sarà finanziato dal governo attraverso il capitale.
Anche un altro progetto petrolifero chiave nella regione, l’East Africa Crude Oil Pipeline (EACOP), ha subito ritardi e battute d’arresto.
All’inizio di quest’anno, però, il principale finanziatore africano, la Standard Bank, ha dichiarato che prevede di contribuire a finanziare parte del controverso progetto da 5 miliardi di dollari, che ha spinto gli ambientalisti a chiedere alle banche di rinunciare al finanziamento dell’oleodotto.
Il progetto EACOP prevede la costruzione di un oleodotto lungo 1.443 chilometri (897 miglia) dall’Uganda, senza sbocco sul mare, al porto di Tanga in Tanzania. L’oleodotto dovrebbe portare il greggio del progetto Lake Albert in Uganda al mercato petrolifero internazionale. L’oleodotto è progettato per trasportare 216.000 barili di greggio al giorno, con un incremento fino a 246.000 bpd, secondo quanto dichiarato dall’Uganda.
Ora con la nuova raffineria la necessità di questo oleodotto passa in secondo piano perché il greggio potrà essere lavorato direttamente in loco.
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