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L’UE sanzionerà le raffinerie cinesi coinvolte nel commercio di petrolio russo. Ma sarà efficace?

L’UE vara il 19° pacchetto di sanzioni e colpisce le raffinerie cinesi. Ma il petrolio russo fluisce lo stesso, e la vera partita sul greggio si gioca tra Trump, Cina e India sui dazi commerciali.

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L’ultimo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia includerà quattro società, tra cui una società commerciale cinese e due raffinerie petrolifere indipendenti cinesi, coinvolte nel commercio di petrolio che hanno continuato ad aggirare le restrizioni occidentali.

Secondo l’inviato dell’UE per le sanzioni David O’Sullivan, la Cina continua a sostenere di intrattenere “normali relazioni commerciali” con la Russia, contrariamente all’opinione dell’Occidente secondo cui essa svolge un ruolo centrale nell’aiutare la Russia ad aggirare le sanzioni.

Il 19° pacchetto di sanzioni dell’UE dovrebbe essere il più significativo dal punto di vista economico. I pacchetti precedenti includevano entità cinesi coinvolte nella produzione di droni, nonché quelle coinvolte nel flusso di beni a duplice uso verso la Russia. A luglio, Bruxelles ha sanzionato due piccole banche cinesi, spingendo la Cina a reagire con il divieto di accesso a due banche lituane.

Detto questo, il petrolio russo ha continuato a fluire nei mercati globali nonostante le numerose sanzioni imposte al Paese dagli Stati Uniti e dall’Europa, come se nulla fosse. La Cina rimane il più grande acquirente di petrolio greggio russo, anche se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua a minacciare la Cina e l’India di gravi conseguenze per l’acquisto di grandi quantità di petrolio russo.

Secondo i dati doganali pubblicati da SCMP, le importazioni cinesi di petrolio dalla Russia sono perfino aumentate del 4,3% su base mensile a settembre, raggiungendo gli 8,29 milioni di tonnellate, pari al 17,5% delle importazioni totali di petrolio del Paese. Tuttavia, le importazioni cinesi dalla Russia sono diminuite di un margine simile rispetto a un anno fa.

“L’aumento degli acquisti di petrolio russo potrebbe essere un atto di sfida della Cina in vista di ulteriori colloqui con gli Stati Uniti”, ha dichiarato Xu Tianchen, economista senior dell’Economist Intelligence Unit, al SCMP. “Non vedo perché la Cina dovrebbe rinunciare al petrolio russo, a meno che, ad esempio, Trump non sia disposto a rimuovere tutte le tariffe doganali sulla Cina e a revocare le sanzioni alle aziende cinesi”.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di aver discusso di commercio con il primo ministro indiano Narendra Modi all’inizio di questa settimana, durante la quale Modi avrebbe assicurato che l’India ridurrà i suoi acquisti di petrolio greggio russo, secondo quanto riportato da Reuters.

Allo stesso tempo, l’India e gli Stati Uniti sarebbero vicini a un accordo commerciale che ridurrebbe i dazi statunitensi sulle esportazioni indiane a circa il 15-16% in cambio di una graduale riduzione delle importazioni di petrolio russo, secondo quanto riportato da Reuters.

Per la CIna la situazione è molto più complessa, visti i dazi già in atto. In questo caso la UE potrebbe essere più efficace, dato il potente, e crescende, deficit commerciale, ma Bruxelles, coraggiosissima quando si tratta di tosare i cittadini europei con norme assurde, diventa incredibilmente timida nei confronti della Cina, soprattutto a causa della Germania.

Il 19imo turno di sanzioni servirà come gli altri 18.

Petroliera russa

Petroliera russa

Domande e Risposte (FAQ)

1) Perché l’Unione Europea sta sanzionando aziende cinesi se la guerra è in Ucraina?

L’UE sta sanzionando quattro specifiche società cinesi (due raffinerie e una società commerciale) perché ritiene che stiano attivamente aiutando la Russia ad aggirare le sanzioni occidentali. Queste aziende continuano a comprare, raffinare e commerciare petrolio russo oltre i limiti imposti (come il price cap), fornendo così a Mosca i fondi necessari per finanziare il suo sforzo bellico. L’obiettivo dell’UE è “chiudere le falle” del sistema sanzionatorio.

2) Le sanzioni sul petrolio russo stanno funzionando?

L’articolo suggerisce un’efficacia limitata. Nonostante questo sia il 19° pacchetto, il petrolio russo continua a fluire verso i mercati globali. La Russia ha semplicemente reindirizzato le sue esportazioni dall’Europa verso nuovi grandi clienti, principalmente Cina e India. La Cina rimane il maggior acquirente di greggio russo. Le sanzioni costringono la Russia a vendere a prezzi scontati, ma non hanno fermato il flusso di entrate, rendendo necessari continui aggiustamenti da parte dell’UE.

3) Qual è la differenza tra l’approccio dell’UE e quello degli Stati Uniti (Trump)?

L’UE sta usando un approccio “punitivo” e burocratico: aggiunge entità a una lista nera per impedire loro di operare con l’Europa. Gli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, usano un approccio “transazionale”. Invece di sanzionare semplicemente l’India (altro grande acquirente di petrolio russo), Trump sta negoziando un accordo commerciale: l’India ridurrà gli acquisti di petrolio russo in cambio di una riduzione dei dazi doganali statunitensi sulle proprie esportazioni. È un negoziato basato sulla leva commerciale, non sulla punizione.

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