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L’UE punta il mattone: nuove tasse su successioni, plusvalenze e affitti brevi per finanziare le “case popolari”. Il piano che ignora la realtà

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La Commissione Europea si prepara a mettere le mani nelle tasche dei proprietari immobiliari? Un nuovo rapporto degli “esperti” di Bruxelles traccia la rotta per il 2026: più tasse su eredità e case sfitte per finanziare l’edilizia sociale. Ma i conti con la demografia non tornano.

Se pensavate che la casa fosse il vostro rifugio sicuro, il Comitato consultivo per l’edilizia abitativa della Commissione Europea ha in serbo delle novità che potrebbero farvi cambiare idea. In un rapporto che farà da base al prossimo Piano europeo per l’edilizia abitativa (atteso per l’inizio del 2026), il gruppo di 15 saggi scelti da Bruxelles ha emesso la sua sentenza: per costruire case a prezzi accessibili servono soldi, e quei soldi devono venire dalle tasse sulla “ricchezza immobiliare”.

In parole povere? Bisogna tassare di più il mattone.

La ricetta degli esperti: “Riconsiderare” le tasse (al rialzo)

Il documento, redatto con quel linguaggio burocratico che tanto piace a Bruxelles, parte da una premessa: le risorse di bilancio attuali “non sono sufficienti”. Di fronte a prezzi delle case che corrono più dei salari, la soluzione proposta non è liberare il mercato o incentivare l’offerta privata, ma prelevare ricchezza.

Ecco i punti salienti del piano lacrime e sangue suggerito alla Commissione:

  • Tassa di successione più pesante: Gli esperti invitano gli Stati membri a “riconsiderare” le imposte sulle eredità immobiliari. Nel mirino ci sono le fasce di reddito più alte e le seconde o terze case che si sono rivalutate nel tempo. La giustificazione? Se la vostra casa vale di più, è merito dei servizi pubblici e dello sviluppo urbano pagato dallo Stato. Quindi, dovete restituire il favore.
  • Colpire le plusvalenze e i terreni: Si propone di tassare i guadagni derivanti dalla vendita di immobili e terreni, specialmente quelli che beneficiano di decisioni pubbliche (come un cambio di destinazione d’uso). L’idea è che una parte dell’aumento di valore debba finire automaticamente nelle casse pubbliche per finanziare “infrastrutture urbane”.
  • Guerra al sfitto e alla speculazione: Tasse più alte per chi lascia terreni edificabili inutilizzati o edifici fatiscenti in aree ad alta domanda. L’obiettivo dichiarato è forzare la mano ai proprietari: o costruite/ristrutturate, o pagate.

La sede della Commissione, dove si generano tutte queste idee brillanti…

Tabella: Le proposte fiscali in sintesi

Misura PropostaObiettivo DichiaratoChi Colpisce
Aumento Tassa di SuccessioneFinanziare nuovi alloggi socialiEredi di seconde/terze case e immobili di pregio
Prelievo sulle PlusvalenzeRecuperare valore generato da opere pubblicheProprietari che vendono immobili rivalutati
Tassazione Terreni/Immobili vuotiIncentivare lo sviluppo e la rigenerazioneProprietari di terreni o edifici inutilizzati
Contributo di SolidarietàFondo contro la senzatettoPiattaforme (Airbnb, Booking) e proprietari affitti brevi

Nel mirino gli affitti brevi (e il turismo)

Non poteva mancare l’attacco frontale agli affitti turistici. Secondo il rapporto, piattaforme come Airbnb e Booking hanno sottratto alloggi ai residenti, facendo schizzare i canoni. La soluzione?

  • Regolamentazione ferrea: Sistemi di permessi, zonizzazione e limiti alle registrazioni. Una bella burocrazia parasovietica salverà tutto.
  • Contributo di solidarietà: Un fondo specifico finanziato tassando le piattaforme e i proprietari che affittano ai turisti.

L’illusione dell’affitto “a costo limitato”

Tra le proposte spicca l’idea di creare una classe di investimenti a “costo limitato”. In pratica, gli affitti non dovrebbero seguire il mercato, ma coprire solo i costi (costruzione, manutenzione, finanziamento) più un margine “ragionevole”. L’obiettivo è trasformare la casa in una “infrastruttura sociale” a basso rendimento per investitori istituzionali. Resta da capire quale investitore privato sceglierebbe di impiegare capitali enormi per rendimenti calmierati dallo Stato, quando il mercato libero offre ben altro. Anche in questo caso abbiamo una visione socialista, dirigista e assolutamente lontana dalla realtà dei fatti.

La cecità demografica e il rischio “Slums” di Stato

C’è un gigantesco elefante nella stanza che gli esperti di Bruxelles sembrano ignorare: la demografia.

Come noto, e come confermano le proiezioni, la popolazione europea raggiungerà un picco nel 2026 per poi iniziare un inesorabile declino.

Stiamo pianificando una massiccia campagna di costruzione di edilizia popolare statale per una popolazione che, tra pochi anni, inizierà a diminuire? A meno che l’UE non preveda di importare milioni di nuovi abitanti per riempire questi nuovi quartieri, il rischio è evidente. Invece di liberalizzare il mercato, snellire la burocrazia e permettere ai privati di costruire dove serve, si punta al dirigismo centralizzato. Il pericolo è creare cattedrali nel deserto o, peggio, nuovi ghetti urbani (slums) gestiti dal pubblico, costosi da mantenere e destinati al degrado, mentre si tartassano i risparmi delle famiglie investiti nel mattone. Tra l’altro l’idea di rendere la casa conveniente riempiendola di tasse e tarpandone la redditività è, francamente, poco lucida. 

Un approccio classicamente “socialista” e iper-regolatore che guarda al passato, ignorando i dati del futuro. Il riksultato sarà, come ovvio, una distruzione di ricchezza senza risoluzione dei problemi: Volete più case? Convertite più terreni in abitabili, semplificate le norma a tutela dei proprietari e migliorate i trasporti locali, ed vitate i quartieri ghetto. Vedrete il mercato immobiliare rinascere.

La Commissione Von Der Leyen ha voluto fortmente il CSDDD, sbagliando

Domande e Risposte

Queste tasse verranno applicate subito in Italia?

Non immediatamente. Si tratta per ora di raccomandazioni contenute in un rapporto di esperti che consigliano la Commissione Europea. Tuttavia, queste linee guida serviranno a scrivere il “Piano europeo per l’edilizia abitativa” del 2026. La Commissione potrebbe poi spingere gli Stati membri ad adottare queste misure tramite le solite “raccomandazioni” semestrali o legandole all’erogazione di fondi europei, facendo pressione sui governi nazionali affinché adeguino i loro sistemi fiscali.

Chi verrebbe colpito maggiormente da queste proposte?

Il target principale è la classe media proprietaria e i piccoli investitori. In particolare, chi eredita immobili diversi dalla prima casa, chi possiede terreni edificabili non ancora sviluppati e chi integra il proprio reddito con gli affitti turistici (affitti brevi). L’idea è spostare il carico fiscale dal lavoro alla “rendita” immobiliare, un concetto molto caro ai tecnocrati del Nord Europa, ma politicamente esplosivo in Paesi ad alta proprietà diffusa come l’Italia.

Perché si parla di costruire case se la popolazione europea calerà?

È il paradosso del piano. Gli esperti si concentrano sulla “accessibilità” attuale dei prezzi nelle grandi città, ignorando il trend a lungo termine. La popolazione europea inizierà a decrescere dopo il 2026. Costruire massicciamente ora, con soldi pubblici, rischia di creare un eccesso di offerta futura o di dover riempire questi alloggi con flussi migratori artificiali. Sarebbe economicamente più saggio deregolamentare per abbassare i costi di costruzione privati, anziché creare enormi stock di edilizia pubblica.

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