Euro crisis
Lo stucchevole antiamericanismo di Bersani ed i catastrofici errori di Obama
Abbiamo letto negli scorsi giorni le stizzite dichiarazioni di Bersani relativamente all’intervento “a gamba tesa” dell’ambasciatore USA Phillips a supporto del SI referendario di fine anno, non sappiamo ancora la data ma riteniamo si terrà dopo le elezioni USA.
Le considerazioni che possiamo fare sono due: la sinistra italiana è prima di tutto anti-americana, chissenefrega che sia stato proprio l’avallo USA nel 2011 a far cadere il miglior alleato non anglosassone in Europa, Silvio Berlusconi [l’assonanza al mondo anglosassone del nobiluomo Giorgio Napolitano dipende dal fatto che egli non nacque a sinistra ma fascista, pasando poi per rapporti di vicinanza a quella che sarebbe diventata l’Alleanza Atlantica, ndr]. Avallo che, si noti, avvenne per il tramite di un’abile manovra di manipolazione di Francia e Germania atta a depotenziare un avversario – Roma – ben più in forma di loro nel post crisi subprime, or dunque l’Italia andava neutralizzata ed Obama ci è cascato.
Oggi che l’EU franco-tedesca punta al riarmo e dunque a spodestare gli USA dallo scettro di dominus europeo, a Washington ci si sta accorgendo dell’errore madornale compiuto dando spazio a certe sinistre italiane di cui Bersani fa parte. Ripeto, la storia ci insegna che la sinistra italiana è prima di tutto anti americana, poi ideologica, per quello che può valere un’ideologia post comunista (che per altro sta tornando sotto mentite spoglie per via capitalistica [con Obama], se le banche centrali continueranno a comprare azioni per sostenere il mercati e dunque lo status quo si finirà precisamente ad una proprietà statale e dunque centralizzata dei fattori produttivi, ndr). Damanda: oggi più che mai essere antiamericani corrisponde ad essere filo EU franco-tedesca? Fate voi…
La seconda considerazione è più storico-strategica: ancora una volta la sinistra italiana con le elites locali al seguito si sta allineando al dominus europeo, la Germania. Successe la stessa cosa con il nazionalsocialismo che agli albori era di sinistra, come il fascismo. La storia insegna che i movimenti dittatoriali di stampo fascista nascono sempre dalla sinistra con humus liberale per poi evolvere – soprattutto in presenza di crisi sistemiche – verso movimenti totalitari, sempre però con l’apparenza dei nobili fini, della giustizia globale, sociale, universale. Appunto, totalitarismo imposto dal basso, anzi da sinistra, R. O. Paxton insegna.
Il problema è che così facendo l’Italia ancora una volta compie lo stesso errore di sempre, allearsi con il nostro nemico storico fin dai tempi dei Lanzichenecchi. Anche perché, si noti bene, l’Italia senza una sconfitta tedesca della seconda guerra mondiale, con vicini tanto ingombranti, invidiosi, colonialisti e relativamente poveri (rispetto agli USA) mai sarebbe diventata la settima potenza mondiale, parlo di Germania e Francia post Vichy, l’antico asse franco-tedesco. Né avrebbe avuto campioni nazionali da difendere, semplicemente non sarebbero mai nate aziende come ENI, ENEL, Finmeccanica ecc. a sud del Gottardo. Ben inteso, oggi la Germania cresce grazie ad austerità euroimposta ed euro a salvagurdia della competitività delle imprese germaniche che possono esportare hrazie ad un euro molto più svalutato di quello che sarebbe il marco tedesco.
Ciò non è negli interessi dell’Italia che, come detto prima, finirebbe nella brace di un’EU costruita per fare gli interessi dell’asse Berlino-Parigi. I nostri padri costituenti lo sapevano bene e quindi non a caso andarono nella direzione atlantica, De Gasperi docet. Solo grazie al cordone ombelicale atlantico noi siamo cosa siamo, sebbene oggi – prospetticamente – minacciati mortalmente nel nostro benessere e nella nostra indipendenza da un’Europa in forte crisi [e quindi pronta ad impossessarsi di qualsiasi bene altrui utile alla causa della propria sopravvivenza], all’alba di un riarmo strategico europeo che le permetta di emanciparsi dalla NATO.
L’Italia non ha scelta: ripudiare l’alleato USA significherebbe diventare schiavi dei tedeschi, memento quanto accaduto con la Grecia in forza della stupida – ma non per Berlino – inflessibilità germanica nell’imporre l’austerità [l’attuale ricchezza tedesca si basa sull’austerità imposta a caro prezzo ai periferici che parallelamente si stanno impoverendo, ndr]. Anche gli USA hanno – anzi dovrei dire “dovrebbero [avere]” dopo quanto abbiamo visto con la presidenza Obama – interesse a mantenere viva la solida alleanza di intenti con Roma. L’Italia è il paese più filo americano d’Europa dopo gli UK, non a caso il revanscismo germanico prende corpo dopo la morte dei nostri nonni cha han fatto l’ultima guerra ossia di coloro che non possono più spiegarci la vera essenza (pericolosa) dell’avversario tedesco. Di più, l’Italia può essere lo strumento per rompere l’Europa austera su cui si basa la ricchezza Germanica. Ossia di chi vuole ripudiare 75 anni storia occidentale.
Appunto….
Fantomas per Mitt Dolcino