Attualità
Lo «sporco gioco» dei Servizi: come Conte ed il PD han ridotto l’Italia ad un luogo di intrighi di palazzo. Una vergogna millenaria
Finalmente Dagospia, con la sua solita intelligenza, ci presenta una spiegazione dei retroscena dietro il pasticcio che ha obbligato Conte a porre la fiducia contro un emendamento presentato dalla sua stessa maggioranza.
Facciamo degli estratti di un lungo pezzo di Dagospia, che potete leggere per intero a questo link, e commentiamo.
Nel decreto Covid, che allunga lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre, Conte ha infilato di nottetempo (all’aula dei parlamentari si è ben guardato di riferirlo, né l’ha comunicato a fine Cdm con la consueta nota di Palazzo Chigi) la famigerata norma che prolunga il suo fedelissimo capo del dis, Gennaro Vecchione, in scadenza il prossimo novembre, di ulteriori quattro anni. Anche con il beneplacito del Pd che vedeva così sanato un problema non da poco che si è formato all’Aisi guidato da Mario Parente, nominato il 29 aprile del 2016 ai tempi del governo Renzi.
Parente aveva avuto un primo mandato di due anni e poi un secondo sempre biennale, scaduto in piena pandemia, rinnovato con proroga tecnica il 15 giugno grazie a un Dpcm per un anno, e per la cui posizione o si sarebbe dovuto procedere a una sostituzione o a un rinnovo di 4 anni. Con la nuova norma potrà essere adesso confermato anche solo per un anno. Insomma, con una fava clandestina, Conte prendeva due piccioni: Parente per il Pd, Vecchione per se stesso.
Parente, anche se nominato da Renzi, ha ricevuto un apprezzamento anche dal CdX e, con metodi diversi, avrebbe avuto una conferma ad ampia votazione.
Bene, ieri sera abbiamo rivelato che dietro lo scandaloso blitz c’è la manina di Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del M5s…. E che Giggino, Crimi e co. della paraculata di Conte e Tofalo non ne sapessero un bel niente.
Ah, l’eminenza grigia di Conte, anzi l’eminenza gialla, perchè qui l’unica cose che sembra carente e la grigia, materia… Tra l’altro Tofalo organizza tutto all’insaputa del suo movimento e dei suoi dirigenti. Tutta bella gente nel Movimento 5 Stelle….
Oggi possiamo svelare che l’eminenza grigia dell’operazione è un personaggio ben noto alle cronache, anche giudiziarie: il vispissimo Marco Mancini. 60 anni, ex carabiniere, dal 1984 nel Sismi di Pollari, in passato coinvolto in inchieste importanti come quella per il rapimento di Abu Omar, la morte di Nicola Calipari e Tavaroli-Telecom-Sismi, si sta muovendo con insistenza (eufemismo) per assumere la poltrona ai vertici dell’Aise, come vice del nuovo direttore Giovanni Caravelli.
La sua candidatura, sostenuta da Gennaro Vecchione, capo del Dis (il Dipartimento che coordina i Servizi e al quale in questo momento Mancini è assegnato), è stata bocciata all’unanimità da tutti: dal Pd, da Di Maio, da Mattarella, dalla Cia, da Caravelli. Ma Vecchione punta i piedi: Mancini è l’unica spia di cui si fida veramente all’interno dei servizi, che lui considera un nido di serpi, l’unica che si vanta di risolvergli qualsiasi problema, di qualsiasi natura.
Ormai l’Italia è diventata la terra la terra delle “Persone capaci di nulla, ma disposte a tutto“, una specie di “Grande fratello” permanente di gente che si sputtana per fare cose male, e spesso al limite della legge.
Certo, il sogno di approdare alla vice direzione dell’Aise di Caravelli per Mancini è svanito ma c’è un ripiego: prendere il posto di vice direttore generale del Dis, attualmente occupato dal generale Carmine Masiello. Che potrebbe essere spedito alla Nato di Bruxelles. Ma il ciambellone di Mancini-Vecchione-Tofalo-Conte non è riuscito col buco. Cinquanta deputati pentastellati, capitanati da Federica Dieni, hanno sottoscritto un emendamento per sopprimere questo articolo, nella discussione del decreto alla Camera.
Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Questa volta proprio i Cinque Stelle vogliono una modifica di quella norma che permetterebbe tutte le nomine di questa bella gente ai vertici dei servizi che dovrebbero garantire la sicurezza degli italiani dalle minacce esterne, e che invece sembrano solo un califfato privato di prebende e nomine.
Andato a puttane il tentativo del ministro per i rapporti con il Parlamento, il grillino D’Incà, di trovare un accordo con la Dieni e gli altri 5stelle per far ritirare l’emendamento, preso dall’orgoglio di piccolo borghese qual è che non vuole accettare una sconfitta politica, Conte ha posto la fiducia sul decreto, scatenando le proteste non solo del centrodestra ma anche del Pd (Borghi, membro del Copasir era contrario) e dei dissidenti dei cinque stelle. Ovviamente anche Sergio Mattarella non ha gradito. Ma un incazzatissimo Conte ha ribadito al suo staff: se vengo ricattato una volta, sarò ricattato per sempre.
Ormai L’avvocato Conte sta diventando una specie di cattivo guappo foggiano: il potere è tutto suo, nessuno può contestarlo, nessuno può discutere democraticamente le sue decisioni, perchè, se questo avviene, allora viene “Ricattato”. La politica come arte della discussione, del confronto, della mediazione e dell’accettazione nobile del volere della maggioranza non c’è più., C’è solo la “Guapperia”, la volontà di puro esercizio di potere.
Ma stavolta, a dare il semaforo verde alla ribellione dei 50 deputati a 5 stelle alla norma sui servizi, occorre aggiungere l’Elevato. Essì, Grillo è sempre più “insofferente” nei confronti di Conte. Un’irritazione che ha origine dal ginepraio sulla rete unica che ha dato vita alla Fibercop di Gubitosi con Cdp.
Grillo voleva la “Rete Unica” solo pubblica, invece Conte da il via a Fibercoop con il fondo USA KKR. Anche qui, non ci sono interessi pubblici, ma solo interessi privati di quelli che ritengono la Repubblica “Cosa Propria”, anzi per essere più chiari “Cosa Loro”. Una situazione vergognosa, ma che prosegue per la totale ignavia del Movimento Cinque Stelle. perchè pensate che veramente qualcuno, fra quei tizi, abbia le PALLE, diciamolo chiaramente, per mandare a casa l’avvocato guappo? Fra Uomini, Mezzi uomini, Ominicchi e quaquaraquà le prime due categorie hanno lasciato già il movimento. Sono rimasti solo gli ultimi, mentre l’Italia è ridotta ad un campo di battaglia di consorterie corrotte.
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