Attualità
L’Italia che va a puttane
Guest Post di Paolo Cardena’ di Vincitori e Vinti
Da Ansa
Tutti i Paesi Ue, compresa l’Italia, inseriranno ”una stima nei conti (e quindi nel Pil)” delle attività illegali, come ‘‘traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)”. La novità sarà inserita a partire dal 2014 nei conti, in coerenza con le linee Eurostat. Lo rileva l’Istat.Il 2014 segna il passaggio ”ad una nuova versione delle regole di contabilità”, tanto in Italia come in gran parte dei paesi Ue. Il cambiamento interesserà anche il Pil. Lo comunica l’Istat, spiegando che le spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi, un cambiamento che ”determina un impatto positivo” anche ”sul Pil”. L’aggiornamento potrebbe portare per l’Italia, si stimava a gennaio a Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l’1% e il 2%.Si tratta di una novità che rientra nelle modifiche condivise a livello europeo e connesse, evidenzia l’Istat, al ”necessario superamento di riserve relative all’applicazione omogenea tra paesi Ue degli standard già esistenti”.
Nello specifico, tra le riserve trasversali avanzate ce ne è una, sottolinea l’Istituto, che ”ha una rilevanza maggiore”, in quanto, appunto, riguarda l’inserimento nei conti delle attività illegali, che già il precedente sistema dei conti nazionali, datato 1995, aveva previsto, ”in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico”.
L’Istat riconosce come la misurazione delle attività illegali sia ”molto difficile, per l’ovvia ragione – spiega – che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni”. Ecco che, aggiunge, ”allo scopo di garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)”.
Quindi viene almeno circoscritto il range per mettere a punto una stima del peso di quest’area. A riguardo può essere utile ricordare come l’Istat già inserisca nel Pil il sommerso economico, che deriva dall’attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all’osservazione diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva.
Questa è l’Europa che gli italiani hanno votato lo scorso 25 maggio e questa è l’Europa che avranno per i loro figli.
Il 18 Marzo del 1968 Robert Kennedy pronunciava, presso l’università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava -tra l’altro- l’inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. Ricordarlo, in un simile contesto, ne vale davvero la pena.
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