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L’ISTAT E L’USO DISTORTO DELLE INFORMAZIONI: TASSAZIONE RENZIANA ALLE AZIENDE RIDOTTA DEL 9,9%

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Oggi, ieri per chi legge, ho avuto il piacere di assistere ad un interessante duello, in cui l’eroe era questo signore:

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che mi ha spinto a scrivere questo pezzo.

Il tutto nasce dalla solita disinformazione che enti, sulla carta indipendenti dai governi, ogni tanto puntualmente sono disponibilissimi a fare onde sostenere il potente di turno.

A dire il vero il mitico Istat era da un po’ che si comportava abbastanza seriamente ma questa volta, forse dietro spinta di qualcuno o qualcosa, l’ha sparata veramente grossa:

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Ma dove si nasconde l’inganno? E parlo d’inganno poiché la realtà nel paese è questa:

ISTAT 2

Oggi avremo modo di capire quanta falsa sia l’informazione nel paese.

La verità diffusa è questa:

“Le tasse sulle imprese sono calate del 9,9% nel 2014 con un risparmio di 2,6 miliardi. E’ quanto calcola un working paper dell’Istat su “La tassazione effettiva della tassazione in Italia”. La riduzione è dovuta alle misure sull’Ace (Aiuto alla crescita economica) e l’Irap. Oltre metà delle aziende, più precisamente il 57,3%, ha avuto così una pressione fiscale più bassa”.

Ma la verità quella vera, in realtà, è completamente differente, lo studio di Antonella Caiumi e Lorenzo Di Biagio si basa su un modello di simulazione che analizza, a partire dalle dichiarazioni dei redditi, l’impatto delle riforme fiscali effettuate. Quello che esce è questo:

“la pressione fiscale rimane alta per le imprese del commercio e quelle piccole e medie”, mentre è più bassa per le aziende che fanno parte di gruppi”.

Quindi, come vediamo, in realtà l’informazione viene completamente distorta e si da al paese quella pillola comunicazionale che serve a Renzi per tentare di avere sostegno anche di fronte a decisioni che creano sofferenze immani al paese. Si sostengono le multinazionali a scapito del 95% delle aziende italiane che sono rappresentate da PMI!

E questo non rappresenta proprio una difesa degli interessi nazionali come da art. 139 della costituzione italiana!

Ma scendiamo nel dettaglio della vera informazione:

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In effetti, se ci fermiamo al primo livello dei dati, le diminuzioni ci sono (ma come detto sopra, solamente per le multinazionali), ed i dati sono:

– Ires meno 7,669 miliardi di euro;

– Irap meno 4,229 miliardi di euro.

Ora però, sostenere che la sommatoria di queste due diminuzioni corrisponda ad una riduzione del 9,9% delle tasse alle aziende è una grandissima imprecisione. Difatti, nel calcolo delle tasse pagate, andrebbe aggiunta anche l’IMU e la TASI pagata sui capannoni e i contributi ai fini inps (aumentati, questi, di circa 1 miliardo e mezzo di euro nel 2014 aul 2013):

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Quindi, il risparmio finale sarà:

– Ires + Irap = 11,898  a cui va sottratto per intero l’incremento della contribuzione INPS;

– 1,563 miliardi di euro, il valore dell’IMU e della TASI (che ad occhio e croce si rimangia tutto il valore di cui sopra), nonché tutte le addizionali regionali e comunali.

Il totale, quindi, diventa 10,335 miliardi di euro.

Ora, anche presupponendo che i quasi 12 miliardi di cui sopra rappresentino il 9,9% delle tasse pagate dalle aziende, vuol dire che in teoria le aziende pagano solamente 120 miliardi di euro.

Facendo finta che la base della tassazione totale delle aziende sia quella, ora noi dobbiamo aggiungere anche i 211,771 miliardi di euro di contributi INPS.

Ne deriva il seguente nuovo calcolo:

10,335 / (120+211,771) = 3,11%

Attenzione, questo dato comunque va a solo ed esclusivo vantaggio delle multinazionali, non del 95% delle aziende italiane che sono piccole e che non hanno goduto affatto di tale vantaggio.

In aggiunta a ciò, possiamo dire che se alle multinazionali è stato diminuito il carico fiscale, dato che le entrate sono aumentate, il resto degli attori economici ha invece visto incrementare notevolmente l’esborso verso lo stato.

Sempre per aggiungere danno al danno, questo è il tendenziale del primo trimestre 2015 verso analogo periodo del 2014:

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Le entrate totale sono aumentate (in particolar modo ancora una volta i contributi sociali) mentre le uscite si sono contenute.

Questa strategia di risanamento dei conti pubblici (che vi segnalo oramai da tempo) è giocoforza recessiva:

– alzo le tasse;

– taglio le uscite.

Si tratta della stessa tattica Montiana che ha distrutto il 25% della capacità produttiva del paese. E solo grazie a Marchionne che il tutto non crolla miseramente sotto i colpi di una carestia nutriente che di espansivo non ha nulla!

Quindi, per concludere, il progetto di:

– distruzione delle PMI italiane in ogni settore;

– per sostituirle con le fabbriche cacciavite alla messicana;

– e svendere terreni agricoli, industrie agroalimentari e stabilimenti balneari/alberghieri ad americani e tedeschi

sta procedendo alla grande, con la collaborazione della più grande delle disgrazie che mai il nostro paese ha visto crescere e moltiplicarsi a dismisura al proprio interno: il Partito Democratico !

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Maurizio Gustinicchi

A MAURI E IL PROF


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