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L’ISIS TORNA IN LIBIA CON LA TURCHIA. Il gentile regalo di Erdogan, Conte, Di Maio e co.

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Secondo il vice capo degli stati maggiori  congiunti USA Paul Selva  lo stallo fra Haftar e Sarraj in Libia sta permettendo a forze fondamentaliste islamiche legate all’ISIS di infiltrarsi e di assumere posizioni di forza, al livello di terzo incomodo, sul campo di battaglia. Questa situazione non è altro che la figlia della strategia quasi obbligata della Turchia dal momento in cui questa ha deciso, nel vuoto di potere a Tripoli, di assumere una posizione di forza. Nonostante quanto dica Erdogan la Turchia non aveva molte alternative di intervento:

  • impiegare una squadra navale sarebbe stato complesso con l’ostilità diretta di Egitto Cipro e Grecia e quella indiretta di Italia e Francia , oltre al fatto che l’unica portaeromobili della flotta turca è ancora in costruzione e che, comunque,come dimostrato dai ribelli Houthi in Yemen, anche le navi possono diventare vittime di attacchi da terra;
  • un ponte aereo per il trasporto massiccio di truppe di terra appare poco realistico oltre che una provocazione verso tutti gli altri paesi NATO.

Quindi quello che sta facendo ora Ankara era l’unica alternativa di intervento, consistente in:

  • trasferire combattenti mercenari o ideologicamente collegati dal fronte siriano a quello libico, e questo è avvenuto con un paio di migliaia di uomini;
  • fornire intelligence, coordinamento, ed appoggio logistico, paradossalmente con mezzi NATO;
  • fornire appoggio diplomatico a Sarraj.

Naturalmente se import migliaia di miliziani dalla Sitia import anche Al Nusra ed ISIS, e tutto questo sta avvenendo con mezzi, teoricamente, NATO, ed alle porte dell’Europa.La Libia è ora un gioco fra Russia e Turchia, con gli USa che, per ora , si accontentano di appoggiare l’egiziano Al Sisi,

Dov’è l’Europa? Berlino cerca di assicurarsi una via di approvvigionamento alternativa  algas, dopo aver rafforato la propria partnership con Mosca, ma non ha nè la volontà, nè l’indipendenza da Ankara nè la capacità di concludere qualcosa. A Roma invece regna il totale, assoluto, dilettantismo. Invece di affidarsi ad ENI e Servizi, che ben conoscono la situazione sul campo ed hanno i contatti giusti, continuano a giocare con la situazione come dei bambini viziati che si trovino davanti un nuovo gioco. Con questo vertice non si potrà mai concludere nulla di buono.

 

 

Vice Chairman of the Joint Chiefs of Staff Paul Selva


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