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L’Iran accelera sul nucleare: 8 nuove centrali con l’aiuto russo. “Solo energia pulita”, assicura Teheran
L’Iran accelera sul nucleare e lo fa con la Russia: 8 nuove centrali in costruzione. Teheran parla di energia pulita, ma Trump minaccia attacchi.

L’Iran ha annunciato un piano ambizioso, e con un partner d’eccezione: la Russia. Teheran intende costruire otto nuovi reattori nucleari per, ufficialmente, “espandere la produzione di energia pulita e sostenibile”. A confermarlo è stato il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana (AEOI), Mohammad Eslami.
Ovviamente, in un clima geopolitico che definire rovente è un eufemismo, l’annuncio non è passato inosservato.
Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, si è affrettato a mettere le mani avanti, ribadendo l’impegno del paese per un “programma nucleare pacifico”. L’obiettivo, ha sottolineato, non è lo sviluppo di armi. Anzi, ha aggiunto che “costruire una bomba è solo una parte minuscola, sproporzionata e disumana di questo campo, mentre il resto serve bisogni umani essenziali”. Una chiara frecciata alle potenze occidentali, accusate di voler privare le nazioni indipendenti della tecnologia avanzata per mantenerle “dipendenti dalle industrie di assemblaggio”.
Ma dove sorgeranno questi nuovi impianti? I dettagli forniti da Eslami parlano di un nuovo accordo strategico con la Russia per la costruzione congiunta. I siti designati sono:
- Bushehr: Dove verranno costruite quattro nuovi reattori (che si aggiungono a quella esistente, sempre di fabbricazione russa).
- Coste: Altre quattro centrali sorgeranno lungo le coste settentrionali e meridionali dell’Iran (secondo l’agenia TASS, una nella provincia settentrionale di Golestan sarebbe già in costruzione).
L’obiettivo dichiarato è puramente energetico: portare la generazione di elettricità da fonte nucleare a 20.000 megawatt, garantendo così al paese una fornitura “stabile e pulita” e, presumibilmente, liberando idrocarburi pregiati per l’esportazione.
L’annuncio, datato 3 novembre 2025, arriva in un momento tutt’altro che tranquillo. Segue, infatti, le ostilità dello scorso giugno che hanno preso di mira siti nucleari chiave come Natanz e Fordow, sfociate in una “guerra” di 12 giorni che ha visto il coinvolgimento anche degli Stati Uniti con attacchi diretti agli impianti di arricchimento.
E, come da copione, l’ex (e forse futuro) presidente Donald Trump non ha perso l’occasione per gettare benzina sul fuoco. Ha recentemente minacciato nuovi attacchi se l’Iran dovesse riavviare i suoi impianti. Il tutto condito da una dichiarazione che suona quasi comica, se non fosse tragica: Trump ha rivendicato che gli Stati Uniti possiedono “più armi nucleari di qualsiasi altro paese”, vantandosi di averne “abbastanza per far saltare in aria il mondo 150 volte”.
Un utile promemoria, forse, su chi definisce le regole del “nucleare pacifico” e chi si limita a subirle.
Domande e risposte
Perché la Russia sta aiutando l’Iran a costruire centrali nucleari?
La partnership tra Russia e Iran è strategica e pragmatica. Per Mosca, è un modo per rafforzare un alleato chiave in Medio Oriente, espandere la propria influenza geopolitica ed economica (esportando tecnologia nucleare, un settore in cui è leader), e cementare un asse “anti-occidentale”. Per Teheran, la Russia è l’unico partner con il know-how e la volontà politica di realizzare questi progetti, aggirando le sanzioni e garantendosi una copertura politica da parte di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
L’Iran ha davvero bisogno di 8 nuove centrali solo per l’energia?
Ufficialmente, sì. L’Iran giustifica il piano con la necessità di diversificare il proprio mix energetico, oggi pesantemente dipendente da petrolio e gas, e di soddisfare una domanda interna di elettricità in crescita. L’obiettivo di 20.000 MW è ambizioso e punta a ridurre il consumo interno di idrocarburi per massimizzarne l’esportazione. Tuttavia, i critici (soprattutto occidentali) sospettano che un programma così vasto serva anche a sviluppare competenze e infrastrutture “duali” (dual-use), potenzialmente utilizzabili anche per scopi militari, nonostante le smentite di Teheran.
Cosa c’entrano le minacce di Trump con un programma di energia civile?
Gli Stati Uniti, e in particolare l’ala repubblicana, vedono l’intero programma nucleare iraniano (civile o militare che sia) come la minaccia principale alla stabilità in Medio Oriente e alla sicurezza di Israele. La preoccupazione è che, sotto la copertura dell’energia, l’Iran stia segretamente cercando di ottenere la bomba atomica. L’accordo sul nucleare (JCPOA), da cui Trump ha ritirato gli USA, doveva impedirlo. Senza quell’accordo, ogni accelerazione di Teheran, anche se dichiarata “pacifica”, viene vista da Washington come una provocazione militare, a cui Trump risponde con la deterrenza.








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