Esteri
L’ipocrita Germania non guarda ai risparmi di bilancio dei greci pur di vendere (anche paganto mazzette…)
Come si sa , a far la morale in casa d’altri siamo tutti bravissimi, ma quando si tratta dei nostri interessi la morale di allenta e diventa più plastica. Questo pensiero non vale solo per le singole persone, ma anche per gli stati: la rigidissima Germania della Merkel si scopre una gelatina quando si tratta soldi da incassare.
Come si può leggere nel quotidiano greco online Khatimerini, documenti ufficiali giudiziari tedeschi riportano una transazione giudiziale con la procura di Dresda relativa ad una maxi tangente di ben 127 milioni di euro pagata dalla Rheinmetall a diversi funzionari greci per assicurarsi una commessa di 353 carri armati Leopard 2. Si tratta di una cifra enorme che l’azienda tedesca avrebbe pagato tramite intermediari greci, per la precisione la Tredeco di Panos Efstathiou, rappresentante in Grecia di diverse aziende militari tedeschee già in passato coinvolto in episodi di corruzione. La cifra sarebbe andata ad ufficiali dell’esercito ed a due stretti collaboratori di Giorgos Zorbas, responsabile generale per gli acquisti del ministero della difesa. Una parte dei soldi utilizzati nella corruzione sarebbe andata direttamente ai personaggi coinvolti, mentre un’altra parte sarebbe scivolata tramite società di comodo a Panama.
Lo scandalo viene a galla dopo due altri inquietanti episodi che coinvolgono aziende del settore difesa tedesche e il ministero della difesa greco: infatti il sospetto di tangenti cade anche sull’acquisto, senpre dalla Rheinmetall, del sistema di difesa antiaereo ASRAD, e dopo lo scandalo dell’acquisto dei costosissimi sottomarini Type 214, che portarono alle dimissioni dell’allora comandante in capo della marina.
La Grecia non ha un’industria militare propria ed è il quinto importatore mondiale di armi. Ancora del 2013 la Grecia ha speso il 2,5% del PIL nella difesa, contro lo 1,5 italiano e lo 1,3 tedesco. Una cifra non indifferente per un paese al suo settimo anno di crisi, soprattutto quando una parte non indifferente di questo denaro va in corruzione. Le Point International valutava il costo della corruzione negli acquisti per la difesa pari a ben 16 miliardi negli ultimi anni, pari ad un 5% del debito nazionale.
Una parte consistente delle commesse va a Francia e Germania, paesi sempre pronti a richiamare alla disciplina di bilancio, quando questa, naturalmente, non va a tagliare le proprie ricche commesse militari.
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