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L’introduzione delle auto elettriche sarà un cambiamento epocale che minaccia l’industria italiana

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La lotta per l’ambiente sta portando ad una spinta verso una sempre maggiore verso le auto non a combustione interna, cioè le auto elettriche. L’Italia, dal punto di vista delle vendite, si presenta in pole position per il settore dei veicoli ad alimentazione alternativa, ma si tratta nella maggior parte dei casi di auto comunque a combustione interna, come ad esempio auto a Metano o Gpl.

L’Italia nel settore delle vendite dell’Ibrido e dell’elettrico è ancora piuttosto indietro, ma l’evoluzione, spinta dai governi è in quella direzione Eppure nessuno ancora nota che porterà alla falcidia nel settore delle aziende di fornitura di componentistica. Come nota il Financial Times, l’introduzione delle auto elettriche porterà ad un forte calo della forza lavoro impiegata nel settore e non solo perché sarà l’occasione per un ulteriore introduzione della robotizzazione avanzata, che ovviamente avrà luogo con la costruzione di nuove linee di produzione, ma proprio per le profonde differenze strutturali fra i due tipi di auto. Per fare un esempio quando fu progettata l’elettrica GM Bolt, il prezzo di costruzione effettivo fu di 4600 dollari inferiore ai 37 mila preventivati. Questo risultato deriva dal fatto che le auto elettriche sono, strutturalmente, molto più semplici delle auto a combustione interna. Per fare un esempio pratico una Bolt ha solo 24 componenti in movimento contro le 149 della simile VolksWagen Golf. Pensiamo solo che un’auto elettrica è solo composta da due motori elettrici con, nel migliore del casi, 4 kers per il recupero energetico dalla frenata, batterie, sterzo. Tutti gli impianti idraulici, di raffreddamento, di iniezione, di scarico, di riscaldamento  verranno a sparire, non a modificarsi, ma letteralmente scomparire. Possiamo capire che la ricadute sul settore componentistica saranno enormi e devastanti.

Quanti lavorano nel settore auto in Italia, e che peso ha la componentistica?

In Italia nel 2015 erano 160 mila i lavoratori nel settore auto e componentistica, tanti, anche se pochi se confrontati con gli 850 mila della germania, e molto grande è il peso del settore componentistica:

Il saldo netto dell’interscambio di componentistica è a nostro favore per 5 miliardi, con un fatturato di 20 miliardi lordi nel 2017.  Gran parte di questo settore, quello in qualche modo collegato al motore termico, è in assoluto pericolo perchè come si può riconvertire, nell’elettrico, un’azienda che, ad esempio, produce marmitte catalitiche?

Abbiamo decine di migliaia di posti di lavoro ed una fetta importante del nostro surplus commerciale in pericolo. Le aziende devono iniziare a pensare cosa fare dopo. Lo Stato può aiutare, e non solo con aiuti diretti alla ricerca, ma anche con semplici aiuti a costo zero. Le auto elettrice sono ancora più modulari di quelle a motore endotermico, quindi sono ancora più “”Personalizzabili” partendo da un set di componenti base già omologate e comuni. Quindi c’è un nuovo mercato per la personalizzazione dei mezzi, da vendersi con i mezzi innovativi offerti dalla vendita diretta online, canale già utilizzato negli USA da Tesla. Però un cammino del genere deve passare dalla riforma del mostro burocratico costituito dalla Motorizzazione Civile e dal suo percorso per l’omologazione delle autovetture. Si tratta di trasformare questo ente in qualcosa di più snello, ma dotato dei necessari strumenti di controllo ed in grado di delegare le procedure di omologazione basate su componenti già certificate effettuabili anche all’esterno. Il modello da copiare è quello del TUV tedesco che, tramite ingegneri certificati e centri privati sottoposti a stretto controllo, svolge le attività di test ed immatricolazione di singole componenti o di interi veicoli speciali o elaborati, in modo efficiente, economico e creando un interessante settore industriale, oltre a fornire un servizio utile a privati e piccole o medie aziende. Una riforma che può dare spazio ad una proficua riconversione della nostra industria.


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